Valerio Berruti – La rivoluzione terrestre
Una grande chiesa medievale nel centro storico di Alba ospita il progetto inedito di Valerio Berruti La rivoluzione terrestre. La mostra, curata da Andrea Viliani, presenta un nuovo, imponente lavoro dell’artista che si lega alla letteratura del conterraneo Beppe Fenoglio e alla musica di Alessandro Mannarino.
Comunicato stampa
Una grande chiesa medievale nel centro storico di Alba ospita il progetto inedito di Valerio Berruti La rivoluzione terrestre. La mostra, curata da Andrea Viliani, presenta un nuovo, imponente lavoro dell’artista che si lega alla letteratura del conterraneo Beppe Fenoglio e alla musica di Alessandro Mannarino. Con La rivoluzione terrestre Berruti espone per la prima volta nella sua città proprio nel periodo in cui, grazie alla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, Alba diventa meta di un turismo internazionale. Nella chiesa di San Domenico, venerdì 30 settembre, Berruti presenterà una grande installazione site-specific che rende omaggio al territorio. Al centro della navata centrale un’installazione composta da 10 affreschi su juta alti 5 metri ruota in senso antiorario, come se si trattasse di una grande giostra, che riproduce un insieme di bambini che fanno un girotondo e fissano lo spettatore come se si sentissero disturbati nell'atto, silente e sospeso, del loro gioco. Entrando all'interno dell'opera, dopo aver attraversato il girotondo di affreschi, un fregio sul retro delle tele che ricorda le decorazioni medievali dello spazio espositivo, accompagna in modo ossessivo, ripetitivo la visita. Lo spettatore, da sempre chiamato ad interagire con le raffigurazioni delicate e familiari di Berruti, è più che mai protagonista all’interno di questo lavoro. Sentendosi dapprima un intruso che interrompe un gioco infantile per poi riscattarsi mettendosi alla pari con i bambini, il visitatore è letteralmente al centro dell’opera. Ed è proprio qui, come il sole con la terra che gli gravita attorno, che si attua la rivoluzione terrestre a cui la mostra allude nel suo titolo, ed è qui che si accede a uno spazio virtuale in cui poter ascoltare la composizione musicale che il cantautore Alessandro Mannarino, finalista del premio Tenco e del premio Mogol, ha scritto appositamente per la mostra. Una raffigurazione della rivoluzione terrestre intesa come il moto che la terra compie attorno al sole ma che diventa rivoluzione spirituale, pacifica e morale, compiuta sulla terra dai bambini stessi. Al fondo della chiesa, nell'abside centrale, la scultura Soldier, una bambina in cemento armato, dà le spalle alla navata principale della chiesa, dove è collocata l'installazione, e si rivolge all’esterno mentre uno dei bambini in girotondo la osserva da lontano. "Se Joseph Beuys affermava La rivoluzione siamo noi, Berruti ne fa una questione di senso comune e di sentimento personale: la rivoluzione, se davvero possibile, risiede nello sguardo alieno e incantanto (l'opposto del disincanto adulto) dei bambini, di chi guarda il mondo come scoperta e potenzialità - tema prediletto del pittore, ritornante, poeticamente desueto quanto socialmente irrisolto e, per questo, attuale e persino conturbante... E sarà una rivoluzione assoluta quanto quotidiana, radicata nella percezione di non appartenere (più) a un mondo privo di rispetto per gli altri e in guerra con se stesso, dimentico che il suo futuro è oggi, costruito con gesti minimi ma non meno rivoluzionari che, se praticati appunto quotidianamente, possono cambiare il mondo e che, avvicinando l'artista al tema della sua arte, ai suoi collaboratori, agli amici e al pubblico, ci coinvolgono tutti insieme in questo progetto albese, natale, terragno e solido, quanto universale, straniero, onirico e astratto... dipingere, proprio come giocare, cantare o scrivere, significa predisporsi alla condivisione del senso e del sentimento, del comune e del personale, a una pacifica e festosa rivoluzione terrestre" Andrea Viliani "Eravamo al bar davanti a una birra, quando Valerio Berruti mi parlava dell'infanzia, e scoprivo nelle sue parole il motivo della fascinazione: "i bambini" diceva "sono tutti uguali". E' vero, quando si è piccoli le relazioni prescindono dalle differenze economiche, dalla cultura, dall'appartenenza al ceto sociale. L'apparato mostruoso della società del consumo ancora non ha fatto la sua strage, ancora non ha diviso, ancora non ha elevato o condannato. Ci si guarda negli occhi e ci si riconosce come umani. Forse per fare una rivoluzione umana, bisogna ritrovare gli occhi dell'infanzia, che sanno vedere le differenze interne e riconoscere le diversità dell'identità di ognuno, ma non hanno il pregiudizio. Non ci sono condannati all'ergastolo, e non ci sono carabinieri. Vedevo le bozze dell'opera: i bambini erano uniti dal movimento, ma non legati tra loro. L'uguaglianza profonda contempla la libertà di esprimere il dissenso, di voltarsi dall'altra parte. Per me la rivoluzione terrestre è una visione di rivolta, sociale e intellettuale pacifica come il grido di un girotondo, dove siamo tutti diversi ma tutti uguali." Alessandro Mannarino Il lavoro di Berruti è visceralmente legato alla sua terra. In occasione della sua prima personale ad Alba l’artista ha scelto di omaggiare lo scrittore Beppe Fenoglio, come lui albese, presentando uno scritto ancora poco noto al pubblico, che mostra sorprendenti affinità con la sua pratica artistica. L’appuntamento sarà ad ottobre, a cura dell’Associazione Culturale Collisioni, nota per il festival letterario che lo scorso giugno ha portato nelle Langhe scrittori quali Paul Auster e Salman Rushdie. In occasione della mostra sarà inoltre presentato un libro d'artista (La rivoluzione terrestre, edito da Sandro Corino Editore) contenente un testo del curatore, Andrea Viliani, il testo della canzone scritta appositamente per la mostra da Alessandro Mannarino, l’omaggio a Beppe Fenoglio e un contributo di Filippo Taricco, direttore artistico del festival letterario Collisioni. Il libro è acquistabile presso la sede della mostra e presso la sede e lo stand ufficiale dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba nel Cortile della Maddalena di Alba.