Valerio Bevilacqua – Niente di Niente
Il percorso espositivo, che si snoda sui due piani della galleria, è concepito come un
progetto unitario declinato attraverso le sue pitture in stucco veneziano su laminato
plastico, a raccontare le tappe evolutive di un progetto d’indagine che Bevilacqua affronta sulla materia e sulla creazione di una modalità operativa: il gesto.
Comunicato stampa
Novalis Contemporary Art è lieta di presentare giovedì 26 maggio alle ore 18.00 la
mostra Niente di Niente di Valerio Bevilacqua.
Il percorso espositivo, che si snoda sui due piani della galleria, è concepito come un
progetto unitario declinato attraverso le sue pitture in stucco veneziano su laminato
plastico, a raccontare le tappe evolutive di un progetto d’indagine che Bevilacqua affronta
sulla materia e sulla creazione di una modalità operativa: il gesto.
Bevilacqua parte infatti da una ricerca sui materiali e sul loro risvolto estetico; pensa al
marmo, al legno, alla radica, al granito: li sceglie come elementi che raccontano la storia
della forma, ma anche come emblemi di un vivere e di una preziosità domestica, sociale e
quotidiana ben connotata, che è diventata poi falsificabile.
Come spiega nell’introduzione al catalogo Elena Forin “sembra contraddittorio il “Niente di
niente” se non altro perché le onde, le topografie, le macchie e le nature che ha realizzato
dal 2008 a oggi hanno una loro pienezza e una certa densità di racconto, di concettualità,
e di corpo pittorico.
I luoghi dei suoi dipinti sono delle mappe di segni che si intrecciano a creare nuove
geografie, delle onde che agitano le superfici cercando equilibri instabili tra pittura e
superficie, delle macchie che si posano senza essere assorbite, e dei paesaggi in cui la
natura diventa impossibile se non come dimensione mentale.
Il nulla, paradossalmente, scaturisce proprio da qui, da questo creare, da un cercare, e da
una modalità operativa che rappresenta la volontà di indagine di Valerio Bevilacqua.
La tecnica pittorica con cui inserisce le geografie, le mappe e le onde, segna tuttavia
anche l’ingresso nell’opera di una ulteriore falsificazione, ovvero quella della calce lucida e
della pittura spatolata da interni, che ancora una volta simula un effetto - quello del
marmo- caricandosi però di colori spesso intensi e allucinati, che si depositano sulle
superfici come tracce non assorbite dal tempo.”