Valerio Carrubba
Il punto di partenza delle opere di Valerio Carrubba è un’immagine preesistente, selezionata e in seguito rielaborata sino a raggiungere un risultato paradossale e melodrammatico.
Comunicato stampa
Il punto di partenza delle opere di Valerio Carrubba è un'immagine preesistente, selezionata e in seguito rielaborata sino a raggiungere un risultato paradossale e melodrammatico. I soggetti provengono da un repertorio classico, ma non sono citazioni dalla storia dell'arte. Le immagini non hanno un autore, come nel caso di rappresentazioni anatomiche, sono scelte e rimaneggiate dall'artista tramite l'aggiunta o il cambiamento di alcuni dettagli, colori e situazioni.
Le anatomie e le raffigurazioni di capigliature sono soggetti antitetici: nelle une le figure si aprono e si svelano, nelle altre si nascondono e si celano fino al parossismo. Entrambi i soggetti sono un rimando metaforico alla struttura teorica del lavoro e lo strumento ideale della sua prassi.
Dopo questo processo di selezione e modifica, l'immagine è dipinta su acciaio. L'aspetto industriale del supporto rispecchia il processo anti-romantico con cui è eseguito il lavoro: tutto il dipinto è in realtà dipinto due volte, uno strato che copre l'altro, attraverso una seconda stesura pittorica che copre e riproduce in modo fedele quella sottostante.
Il dipinto finale diviene la replica di se stesso, eseguita in modo meccanico, con una lenta perizia che trasforma il dipingere in esercizio analitico. Ad amplificare tale condizione di circolarità contribuiscono anche i titoli stessi delle opere: frasi palindrome, ossia frasi che possono essere lette, indifferentemente, da destra a sinistra, o viceversa, rimanendo tuttavia identiche.
Per quest’occasione l’artista esporrà due dipinti recenti e una selezione di foto/bozzetti che lo stesso utilizza come appunti o nella fase preliminare per la realizzazione del dipinto vero e proprio.
Valerio Carrubba ha partecipato alla mostra collettiva "Fuoriclasse" curata da Luca Cerizza alla Galleria d'Arte Moderna a Milano. Nel 2010 ha partecipato alla mostra "Ibrido", curata da Giacinto Di Pietrantonio e Francesco Garutti al Pac di Milano e a Il Museo Privato alla Gamec di Bergamo, nel 2009 alla Biennale di Praga e nel 2008 alla Triennale di Torino "50 Moons of Saturn" curata da Daniel Birnbaum.
Ha esposto nelle gallerie Monica De Cardenas (2012, 2010) e Pianissimo di Milano (2006, 2009) e Marianne Boesky di New York (2012).