Valerio Miroglio – Identigod
La galleria Entr’acte è lieta di inaugurare la mostra Valerio Miroglio – Identigod, in occasione della quale saranno esposte cinque delle sette opere che costituiscono l’operazione di carattere concettuale e citazionista, tutt’ora inedita, che l’artista astigiano elaborò sul finire degli anni Settanta.
Comunicato stampa
VALERIO MIROGLIO
IDENTIGOD
a cura di Alessandro Ferraro e Giacomo Goslino
Entr’acte
via sant’Agnese 19R – Genova
18/11/2016 – 14/12/2016
orario da mercoledì a venerdì, ore 16-19
inaugurazione venerdì 18 novembre 2016, ore 18
La galleria Entr'acte è lieta di inaugurare la mostra Valerio Miroglio – Identigod, in occasione della quale saranno esposte cinque delle sette opere che costituiscono l'operazione di carattere concettuale e citazionista, tutt’ora inedita, che l'artista astigiano elaborò sul finire degli anni Settanta.
Identigod è un identikit celeste e universale, come lo definì Giovanni Arpino, un'indagine sul concetto di Assoluto, nonché sulla tecnica artistica e, in particolare, sulla tecnica serigrafica. L'artista ha selezionato venti volti di divinità e miti contemporanei noti alla cultura figurativa e, mediante un processo di sottrazione e addizione di elementi fisionomici, ha ottenuto trenta possibili volti di Dio. In seguito ha sottoposto i risultati a una scala di valutazione da 0 a 60 in base a sei criteri: bellezza, virilità, maestà, bontà, implacabilità, telefotogenia. Con autoironica megalomania, tra gli altri possibili volti di Dio inserisce anche il proprio, a cui conferisce il massimo del punteggio, ma che cancella immediatamente forse spaventato dal risultato.
Da Identigod n°2, sorta di velo sindonico dal sapore pop a Identigod n°4, che presenta una delle versioni più riuscite ma non selezionate per la fase finale, ovvero quella ottenuta dall'incrocio dei volti del Giove di Otricoli, del Dio Padre della Trinità di Nicoletto Semitecolo, di Karl Marx e dello stesso Miroglio, passando per le Croci, più simili a totem arcaici che a crocifissi cristiani, la mostra propone una selezione del materiale fotografico e documentario coevo alla realizzazione.
Cinque opere che sono cinque serigrafie, ma cinque pezzi unici; l'artista vuole riscattare la tecnica serigrafica dallo stato di tecnica di riproduzione automatica e contemporaneamente ne nega l'essenza, utilizzandola per la produzione di un solo lavoro. Sembra voglia dimostrare la relatività della stessa, cercando del resto di dimostrare anche la relatività dell'Assoluto, trovando trenta possibili volti di Dio, ma nessuno in grado di soddisfare a pieno i criteri di valutazione e, in sostanza, di identificazione reale.