Vanni Cuoghi – Gerome la Neve ed altre Storie
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Che cosa possono avere in comune Vanni Cuoghi ( Genova 1966, vive e lavora a Milano ) e Jean Léon Gérome ( Francia 1824 – 1904 ) pittore Pompier ed Orientalista tra i più noti del 19° sec. ? Apparentemente poco, anche se l’approccio concettuale sembra essere simile.
Comunicato stampa
Che cosa possono avere in comune Vanni Cuoghi ( Genova 1966, vive e lavora a Milano ) e Jean Léon Gérome ( Francia 1824 – 1904 ) pittore Pompier ed Orientalista tra i più noti del 19° sec. ?
Apparentemente poco, anche se l’approccio concettuale sembra essere simile.
Gérome durante i suoi viaggi nei paesi arabi, visitò infatti più volte la Turchia, la Siria, la Giordania, l’Egitto, realizzò moltissimi disegni, riempiendo i fogli di volti, ritratti e paesaggi, soffermandosi spesso su dettagli del tipico abbigliamento arabo fatto di tuniche, turbanti e veli.
Ritornato a Parigi, Gérome riprendeva i fogli, studiando come quanto abbozzato, potesse essere utile per i suoi dipinti. Creava quindi collegamenti mentali, univa elementi catturati in luoghi e momenti diversi realizzando quelle sue opere orientaleggianti che tanto successo ebbero tra i suoi contemporanei.
Qualcosa di analogo è accaduto a Vanni Cuoghi, ma nel caso dell’artista italiano, non ci sono stati viaggi esotici, ma bensì l’esatto contrario. La serie di dipinti denominata “La messa in scena della Pittura” è nata dalla impossibilità di spostarsi che tutti abbiamo subito durante il periodo del Covid.
Ecco cosa dice l’artista in un suo scritto : “A Milano vivo in una via dove l’unica visione che ho dalla finestra, è quella del palazzo di fronte.
Durante il lockdown, per sopperire alla mancanza di un paesaggio decente, ritagliavo immagini fotografiche di elementi naturali e le incollavo su dei cartoncini per renderle più rigide.
Montagne, alberi, porzioni di prato, piante, frammenti di architettura, venivano composte sulla scrivania e formavano un paesaggio da poter guardare, disegnare e dipingere. Mi addentravo così in un percorso visivo in cui, mi immaginavo delle dimensioni di un soldatino e viaggiavo attraverso la scena che avevo appena costruito.”
In questo caso quindi, non si tratta quindi di un viaggio fisico, ma bensì mentale, concettuale. A differenza di Gérome, Cuoghi costruisce il suo “altrove” sul piano della scrivania, spostando gli elementi come farebbe uno scenografo e popolandoli di figurine proporzionate al tutto. Figurine che talvolta rappresentano amici o familiari dello stesso artista ed altre volte come nelle opere esposte a Napoli, personaggi del mondo dell’arte come lo stesso Jean Léon Gérome vestito alla orientale.