Vanshika Agrawal – Dust to Dust

Informazioni Evento

Luogo
STUDIO 110
Via dei Volsci, 110, Roma, RM, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

mercoledi 5/06 opening ore 18:00
ore 19:00 “Elixir”: performance di Vanshika Agrawal
co-performers: Giulia Romolo, Serena Gandini
Paco Sangrado (Francesco Imperatrice)
giovedi 6/06 ore 17:00 - 20:00
venerdi 7/06 finissage ore 17:00 -20:00
conversazione con Vanshika Agrawal ore 18:00
cena su prenotazione ore 20:00 - 23:00

Vernissage
05/06/2024

ore 18

Contatti
Email: studio110@gmail.com
Artisti
Vanshika Agrawal
Curatori
Maria Teresa Capacchione, Laura Lombardi
Generi
arte contemporanea, personale

Mostra-evento “Dust to Dust” di Vanshika Agrawal (Jalaun, India, 1999), a cura di Laura Lombardi e Maria Teresa Capacchione.

Comunicato stampa

Dal 5 al 7 giugno studio110 ospiterà la mostra-evento “Dust to Dust” di Vanshika Agrawal (Jalaun, India,
1999), a cura di Laura Lombardi e Maria Teresa Capacchione.
“Dust to Dust”, declinerà il mantra “polvere alla polvere” attraverso i diversi mezzi di espressione di cui la
giovane artista indiana si serve: disegni, pitture su materiali diversi, installazioni e video, reinterpretando
creativamente lo spazio interno ed il cortile di studio110.
La mostra-evento sarà accompagnata il 5 giugno, giorno dell’inaugurazione, dalla performance “Elixir”, a cui
il pubblico potrà partecipare attivamente e confrontarsi con il tema della permanenenza e dell’impermanenza,
dell’incontro tra cultura occidentale ed orientale, così centrali nell’opera di Vanshika Agrawal.
Venerdi 7 giugno, in occasione della chiusura della mostra, l’artista dialogherà con il pubblico riflettendo sul
processo creativo e sui temi che la riguardano più da vicino.
Seguirà una cena indiana privata su prenotazione, proseguendo così la contaminazione tra arte, cultura e
gastronomia sperimentata con successo da studio110.
Vi invitiamo a conoscere il lavoro di Vanshika Agrawal (www.vanshikaagrawal.com), ad entrare nel suo mondo
poetico delicato, come i tratti di matita appena accennati, le velature leggere delle sue opere, le monocromie,
i gesti lenti, capaci di evocare mondi, sensazioni, pensieri, senza mai definirli completamente, perché proprio
in quell’indeterminatezza, in quel continuo mutamento, riconosce i segni più profondi della bellezza e della vita
stessa.