Vartan Avakian – Volume I: Arabic Home Interiors
Il video, visibile presso i monitor delle stazioni della Metropolitana di Torino, è una selezione di interni di abitazioni tipiche del mondo arabo, frutto dell’osservazione metodologica di messaggi video online, di riprese amatoriali che mostrano spazi e contesti assolutamente privati, resi pubblici attraverso la loro spontanea messa in rete.
Comunicato stampa
L’Associazione Culturale Elle Contemporaryprojects in collaborazione con GTT è lieta di presentare il progetto video dell’artista libanese Vartan Avakian (Byblos, 1977) Volume I: Arabic Home Interiors.
Protagonista della passata edizione della Biennale di Sharjah e figura di spicco nel panorama dell’arte contemporanea internazionale, Vartan Avakian, attraverso l’impiego di diversi mezzi espressivi quali il video, la fotografia e l’installazione, concentra la sua ricerca sull’analisi degli strumenti e dei processi della moderna produzione culturale, spaziando talvolta verso discipline sociologiche ed antropologiche.
Il video, visibile presso i monitor delle stazioni della Metropolitana di Torino dal 3 al 10 Novembre, è una selezione di interni di abitazioni tipiche del mondo arabo, frutto dell’osservazione metodologica di messaggi video online, di riprese amatoriali che mostrano spazi e contesti assolutamente privati, resi pubblici attraverso la loro spontanea messa in rete. La bassa qualità delle immagini e l’assenza di specifiche tecniche di ripresa, caratteristiche peculiari dei “filmini” che ossessionano ormai la nostra esistenza – dall’ambito familiare ai film per adulti - , favoriscono un’atmosfera vaga e appannata che, se da un lato impedisce una chiara visione d’insieme, dall’altro alimenta sensibilmente la curiosità .
Gli interni sono stati girati senza alcuna preparazione, allo stesso modo degli innumerevoli filmati che girano sul web, nulla in queste riprese è stato creato per uno sguardo consapevole, anzi lo sguardo è stato rubato, così come tutti i mezzi che l’artista utilizza per girare le sue immagini appartengono al contesto abitativo scelto e “violato”, fanno parte dell’ambiente filmato; cellulari, computer e videocamere, si rivelano quali onnipresenti tecnologie ordinarie e diventano i registi della pubblica intimità.
Questo tipo di ripresa innesta un ragionamento più ampio ed articolato sul rapporto che oggi esiste tra pubblico e privato, su quella membrana così sottile che avvolge la sfera intima, continuamente minacciata dall’irrefrenabile esigenza di apparire ad ogni costo. Indagine resa ancora più marcata dalla presenza nel video delle finestre caratteristiche dell’architettura araba “mashrabiya”, strutture di legno icone di una parte di mondo, utilizzate per filtrare la luce proveniente dall’esterno e per proteggere la privacy della famiglia.
Il progetto Volume I, che Vartan Avakian ha scelto di proporre negli spazi delle stazioni della metropolitana per sottolineare prepotentemente il divario tra intimo e privato, è in continua evoluzione. L’artista ha infatti affermato: “Il titolo suggerisce una promessa enciclopedica. E’ un lavoro che non potrà mai soddisfare pienamente”. Sebbene il lavoro non sia uno studio esaustivo degli interni delle abitazioni arabe, si tratta tuttavia di un documento assolutamente rappresentativo.
E.L.