Vasco Bendini
Verrà presentato presso il salone d’onore dell’Accademia Nazionale di San Luca il volume Vasco Bendini, curato da Flaminio Gualdoni e Ivo Iori, su progetto grafico di Luca Monica. Interverranno, oltre a Vasco Bendini, Maurizio Calvesi, Walter Guadagnini, Flaminio Gualdoni, Ivo Iori, Luca Monica.
Comunicato stampa
Venerdì 26 ottobre alle ore 17.30 verrà presentato presso il salone d’onore dell’Accademia Nazionale di San Luca il volume Vasco Bendini, curato da Flaminio Gualdoni e Ivo Iori, su progetto grafico di Luca Monica. Interverranno, oltre a Vasco Bendini, Maurizio Calvesi, Walter Guadagnini, Flaminio Gualdoni, Ivo Iori, Luca Monica.
Vasco Bendini, riconosciuto dalla critica uno dei padri dell'informale italiano è artista tra i più significativi dal secondo Novecento ad oggi. Bendini ha da pochissimo superato la boa dei novantanni ed un volume ne racconta l'intero percorso creativo, dal dopoguerra sino alle recenti opere: una corposa monografia, in cui la successione delle immagini, identificata con l'aiuto di Bendini stesso, segue l'evoluzione dell'Artista. Pubblicazione che la Fondazione Cariparma ha sostenuto, rinnovando la propria attenzione alla ricchezza artistica che Parma (in cui Vasco Bendini ha a lungo vissuto) sa esprimere e garantendo nel contempo che la diffusione di tale importante testimonianza sia fruibile presso le principali biblioteche italiane. Il volume Vasco Bendini, edito a Parma da Step, è stato progettato e coordinato da Flaminio Gualdoni e Ivo Iori, i cui ampi saggi introduttivi sono dedicati rispettivamente al tragitto artistico di Bendini e ai suoi rapporti intensi con la cultura letteraria e filosofica. Completano il volume, concepito graficamente da Luca Monica, una testimonianza inedita di Stefano Agosti e un ampio apparato di storiche testimonianze critiche sull'artista.
Vasco Bendini nasce a Bologna nel 1922, studia con Giorgio Morandi e Virgilio Guidi, e da subito è una delle voci maggiori della nuova generazione che si raccoglie intorno a Francesco Arcangeli. Trasferitosi presto a Roma, viene riconosciuto come uno degli autori più rappresentativi della vicenda informale, interloquendo criticamente con studiosi come Argan e Calvesi. Negli anni '60 evolve verso pratiche oggettuali e di comportamento che mettono radicalmente in discussione lo statuto convenzionale dell'opera, per riprendere in seguito una pittura dai caratteri di totale, lirica autonomia formale e cromatica, ad alto grado di tensione poetica. Dal 1978, anno della prima retrospettiva alla Galleria d'arte Moderna di Bologna, numerose sono state le sue mostre pubbliche: tra le altre, al Padiglione d'arte contemporanea di Milano e al Palazzo Forti di Verona, 1989, alla Galleria Civica di Modena, alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna e alla Galleria Civica di Trento nel 1992, alla Loggetta Lombardesca di Ravenna e all'Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, 1996, al Palazzo Sarcinelli di Conegliano, 1999, alla Civica galleria d'arte contemporanea di Lissone, 2003.
Dall’introduzione di Flaminio Gualdoni
Nessuna scelta migliore di questo “autoritratto in opere” poteva celebrare l’operoso novantesimo compleanno di Vasco Bendini. Autoritratto, perché si tratta per la prima volta di un percorso d’immagini che Bendini ha autorevolmente e liberamente identificato come quello che meglio ne rappresenta le riflessioni, le scelte, le scommesse espressive, lungo l’arco di un’attività che si dipana dall’immediato dopoguerra a oggi. Non dunque, il bilancio sistematizzante, con la presunzione d’esser definitivo, che le scelte dello studioso, per quanto amorevoli, avrebbero dettato, ma il frutto del rimuginio critico vivo e palpitante dell’autore, un continuo percorrere e ripercorrere le ragioni tutte d’una vita, mentre ancora nell’atelier nascono, prementi e meravigliate, le opere dell’oggi.