Ventianni
A vent’anni di attività, il Museo dell’Otto e Novecento, e con esso il Centro “A. Capizzano” che lo ha preceduto, si attesta ancora oggi come un’eccellenza dell’offerta culturale calabrese al pari dei grandi musei nazionali.
Comunicato stampa
CENTRO CAPIZZANO - MAON
VENTIANNI
1997 - 2017
• NEW ENTRY / Acquisizioni recenti
a cura di Tonino Sicoli e Gregorio Raspa
• MANIFESTARSI / Attività e comunicazione di un museo
a cura di Tonino Sicoli e Silvia Pujia
• MAONSTORY / Slideshow
a cura di Carmelina Cosenza e Roberto Principe (Stretegiaculturali)
20 luglio – 16 settembre 2017
Inaugurazione: 20 luglio, ore 19:00
Il Centro Capizzano/MAON compie vent’anni. Si compie così anche un progetto più unico che raro di museo dell’arte moderna e contemporanea in Calabria, che raccoglie e documenta l’arte legata a questa regione, per nascita degli artisti o per la loro permanenza, per rapporti duraturi o per quelli occasionali ma importanti, soprattutto per la contestualizzazione all’interno della cultura sovra-locale coeva.
Il 20 luglio alle ore 19 si inaugurano i primi tre eventi (fino al 16 settembre), che danno l’avvio alle celebrazioni del ventennale: “NEW ENTRY / Acquisizioni recenti”, a cura di Tonino Sicoli e Gregorio Raspa; “MANIFESTARSI / Attività e comunicazione di un museo”, a cura di Tonino Sicoli e Silvia Pujia; “MAONSTORY / Slideshow” a cura di Carmelina Cosenza e Roberto Principe (Stretegiaculturali). Si tratta di tre proposte che documentano l’attività del Museo: La prima mostra presenta una trentina di nuove acquisizioni di opere che vanno ad ampliare la già consistente raccolta di Arte in Calabria che rende in MAON unico nel suo genere. Esso inoltre è una delle poche istituzioni culturali meridionali dedicate all’arte moderna e contemporanea, ed ha il riconoscimento, fra i Luoghi del Contemporaneo, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Fra le nuove opere, lavori di Pippo Altomare, Giuseppe Amadio, Maria Luisa Belcastro, Francesco Antonio Caporale, Nicola Carrino, Antonio Cilurzo, Francesco Correggia, Rino Cosentino, Maria Credidio, Salvatore Dominelli, Francesca Ferraiuolo, Francomà, Tonina Garofalo, Antonio Gatto, Francesco Guerrieri, Hector & Hector, Bruno La Vergata, Elda Longo, Luigi Magli, Domenico Mendicino, Assunta Mollo, Mario Parentela, Antonio Pujia Veneziano, Antonella Rocca, Angelo Savelli, Nicola Spezzano, Camilla Thompson De Martino, Fiorenzo Zaffina. Molti di questi artisti sono già presenti con altre opere nella collezione del Museo. Molti sono gli artisti di origine calabrese che vivono fuori o in regione ma ci sono anche alcuni “esterni” che tuttavia hanno con la Calabria una rapporto di frequentazione o operativo.
La seconda è, invece, una mostra dei manifesti di questi vent’anni di attività, documentaria di mostre ed eventi importanti, che hanno accreditato il museo nella comunità artistica, come “Caro Novecento”, “Moderno Estremo”, “Zang Sud Sud”, “Omaggio a Umberto Boccioni”, “Around Rotella”, “Ottonovecento”, “Dal Secondo Futurismo all’Arte concreta e dintorni”, “Alberto Burri e i poeti”, “Nadar, “In ricordo di Jannis Kounellis”: tutte mostre dal taglio storico-critico di ampia portata, doppiamente qualificante in quanto proposte da un’istituzione museale del Sud Italia.
Terza iniziativa è la uno slideshow, che presenta in un video le immagini fotografiche dell'attività di questi venti anni, dagli allestimenti nelle sale, alle serate inaugurali, ai visitatori di ogni tipo e ai personaggi della cultura, che hanno frequentato il MAON.
Il MAON, Museo dell’arte dell’Otto e Novecento, è nato su iniziativa del Centro per l’arte e la cultura “A. Capizzano” di Rende nel 1997, associazione fondata da Sandro Principe. Dopo sette anni di una intensa attività di mostre il Centro si è dotato di raccolte stabili e ha istituito il Museo, che nasce da un progetto del critico d'arte Tonino Sicoli. Esso ha sede a Palazzo Vitari, nel Centro Storico di Rende, concessa in comodato d'uso dall'Amministrazione comunale.
“Pur facendo un discorso di area, che coglie anche il cosiddetto genius loci, non si è voluto fare della convenzionale antropologia culturale bensì sono state prese in considerazione le connessioni con il clima generale, con le tendenze in atto, con le linee della ricerca e i riferimenti storico-linguistici di più ampia portata. Documentare è certamente un’esigenza della storiografia scritta e museale, che deve spesso fare riferimento a zone e a situazioni territoriali ma occorre anche saper cogliere gli aspetti più importanti, le relazioni con gli ambienti culturali esterni, l’apertura sulla scena nazionale degli artisti rimasti nel loro territorio di origine, così come l’inserimento operativo nel mondo dell’arte di quelli che sono andati via.
Gli anni Ottanta e Novanta hanno dato origine ad una situazione nuova, che ha consentito di portare avanti delle battagli culturali e di creare qualcosa di stabile. Anche certe situazioni di oggi sono in qualche modo figlie di quel periodo. Non a caso, molti giovani artisti di oggi attuano le idee di quel post-meridionalismo, di cui furono padrini due dei maggiori critici d’arte del Secondo Novecento come Filiberto Menna ed Enrico Crispolti.
Poi nel 1997 si creò l’opportunità a Rende di poter disporre di Palazzo Vitari, un edificio del Settecento, da poco fatto restaurare da parte del Comune, che accolse l'idea di istituirvi un museo dedicato all’arte moderna e contemporanea. Il palazzo fu affidato in gestione all’associazione culturale Centro per l’arte e la cultura “Achille Capizzano”, proprio per snellire e rendere più agevole il suo funzionamento attraverso una programmazione sottratta alla macchina burocratica e paralizzante degli enti locali.” (Tonino Sicoli)
A vent’anni di attività, il Museo dell'Otto e Novecento, e con esso il Centro “A. Capizzano” che lo ha preceduto, si attesta ancora oggi come un’eccellenza dell'offerta culturale calabrese al pari dei grandi musei nazionali. Con la sua intensa e costante proposta espositiva ed editoriale, sin dalla sua fondazione è andato a imporsi come la prima istituzione culturale calabrese dotata di una collezione permanente di arte moderna e contemporanea nonché di un corredo documentario e divulgativo adeguato grazie alla sistematica pubblicazione di cataloghi e di volumi monografici. Ed è questa stessa collezione, che ha rappresentato allora la sua ragion d’essere, a costituire oggi la roccaforte alla crisi del sistema culturale degli ultimi decenni, confermandone il ruolo di accreditato museo d'arte contemporanea con poche altre corrispondenti nel Meridione. (Silvia Pujia)
“Pensata ed organizzata secondo criteri macro tematici, la collezione appare oggi come un unicum coerente e articolato perché capace, al contempo, di accogliere al suo interno un corpo di lavori dotato di una comune matrice storico-geografica e di restituire il senso - concettuale ed operativo - dell’ondivaga eterogeneità linguistica contemporanea. Quale strumento di studio e documentazione di un contesto culturale ben definito, la collezione del MAON sembra suggerire strutture tassonomiche indispensabili alla comprensione degli apparati teorico-critici di riferimento. Preziosa, in quest'ottica, appare anche la possibilità, offerta dalla raccolta stessa ai suoi fruitori, di apprezzare nuclei monografici così strutturati da raccontare un artista e/o aspetti precipui del suo lavoro.
Una collezione simile a quella in parola - per sua natura in continua e costante costruzione - porta in sé il segno deciso di scelte anche coraggiose, spesso operate in controtendenza. La permanente attività di documentazione del contemporaneo richiede, infatti, il ciclico sforzo di ponderare le politiche di selezione e di apporre accenti specifici in grado di conferire alla raccolta un'autonomia piena e riconoscibile.” (Gregorio Raspa)