Venturino Venturi – Materie 1941-1981
Con questa mostra la galleria Il Ponte riallaccia la relazione iniziata con Venturino Venturi da mio padre Vincenzo nella sede di San Giovanni Valdarno, che espose più volte le sue opere a partire dal 1966 al 1974 e con cui aveva collaborato alla realizzazione di un ciclo di oltre trenta opere grafiche, tra acqueforti e bulini, nel 1972.
Comunicato stampa
Con questa mostra la galleria Il Ponte riallaccia la relazione iniziata con Venturino Venturi da mio padre Vincenzo nella sede di San Giovanni Valdarno, che espose più volte le sue opere a partire dal 1966 al 1974 e con cui aveva collaborato alla realizzazione di un ciclo di oltre trenta opere grafiche, tra acqueforti e bulini, nel 1972.
L’intento è quello di ripercorrere attraverso un sintetico numero di opere salienti, il lavoro dell’artista dal 1941 al 1981, quarant’anni di sperimentazione su innumerevoli materiali, attraverso i quali Venturino trovò un suo percorso solitario e autonomo, anche se tangente con numerose istanze artistiche del tempo.
Nel Ritratto della madre (1941), come in numerosi altri ritratti realizzati fra gli anni ’40 e ’50, il cemento diventa materia plasmata e patinata, fino a perdere la sua rudezza, che riaffiora invece in opere in pietra serena come Minatore (1949), in bronzo come Ventre (1954) o in cemento Le Mani (1976), che con la loro superficie scabra e una forte compattezza strutturale affrontano con intensità lo spazio.
Questa forza emergente nella scultura, si fa corpo vibrante nel suo inesausto lavoro su carta. Qui, partendo dall’idea del monotipo, la materia dell’olio è stesa su tavola o cemento, su questa viene adagiata la carta per poi essere lavorata dal retro. Il colore nero, rosso e talvolta blu, trasferito attraverso la pressione dello strumento o dalle mani, è esaltato dal segno rude dello scultore, che dal retro incide la carta come fosse pietra. Ne risulta una materia pittorica di un ricco spessore e in questo, si rivela la dimensione della profondità. Profondità e luminescenza che inattese si rivelano anche in un nucleo di opere realizzate a china direttamente su tavole non preparate.
In occasione della chiusura della mostra, venerdì 17 marzo alle ore 18,00, verranno presentati i due volumi:
- Venturino Venturi, Scritti 1936-1974, a cura di Lucia Fiaschi e Nicoletta Mainardi, Editore Gli Ori, Pistoia, 2023
-Venturino Venturi, Catalogo generale dell’opera, a cura di Bruno Corà, Editore Gli Ori, Pistoia, 2023
Venturino Venturi nasce il 6 aprile del 1918 a Loro Ciuffenna. Nel 1923 segue il padre Attilio antifascista in Francia, a Etain in Meuse. La famiglia soggiorna in Francia e successivamente in Lussemburgo. È qui che Venturino trascorrerà tutta l’infanzia e compirà gli studi fino al conseguimento del diploma di maturità tecnica. Nel 1936 Venturino è a Firenze, dove frequenta l’Istituto d’Arte di Porta Romana e poi l’Accademia di Belle Arti. Gli anni della formazione fiorentina sono vissuti intensamente. Gli studi accademici e gli incontri con numerosi amici artisti e letterati animano le giornate del giovane, trascorse tra lo studio fiorentino di via Cherubini, la natia Loro Ciuffenna e il tradizionale ritrovo delle Giubbe Rosse in Piazza della Repubblica. Nel 1940 è richiamato alle armi ed inviato sul fronte albanese, dove rimane gravemente ferito. Viene quindi trasferito in Italia presso l’Ospedale Militare di Firenze, dove inizia una lunga degenza che si concluderà nel 1943. Partecipa a tutte le principali rassegne nazionali d’arte indette in questi anni, a Bologna, a Milano e a Firenze e frequenta gli amici artisti e letterati. Pochi giorni dopo la liberazione di Firenze, nell’aprile del 1945, Venturino allestisce la sua prima mostra personale nella centrale Galleria La Porta. Dal 1947 al 1949 vive a Milano, dove i frequenti incontri con gli artisti più versati nelle più aggiornate ricerche formali (tra i quali Renato Birolli e Lucio Fontana, che lo invita ad aderire al Manifesto Spazialista) intensificano la sua inclinazione per l’astrazione. Sempre a Milano, nel 1948, si aggiudica con Autoritratto il Premio Gariboldi per la Scultura. Nel 1950 viene selezionato per la XXV Biennale di Venezia, presentando Élan dans l’espace, un rilievo in gesso dipinto con figure geometriche. Nel 1953 vince, in ex-aequo con lo scultore Emilio Greco, il Concorso Internazionale per il Monumento a Pinocchio, bandito a Collodi. Giunto a concludere l’impegnativa opera è costretto ad abbandonare il lavoro a causa di una grave depressione, per curare la quale viene ricoverato presso l’Ospedale Psichiatrico di San Salvi a Firenze, dove continua a lavorare realizzando una importante serie di grandi disegni a pastello e tempera su carta, e l’Autoritratto in pietra serena. Nel 1959 riprende appieno la propria attività. Nel 1960 La Galleria La Strozzina di Firenze gli dedica un’importante mostra antologica per la cura di Mario Bergomi. Nel 1961 Carlo Ludovico Ragghianti presenta i Monotipi di Venturino al Gabinetto Disegni e Stampe dell’Università di Pisa. Nel 1962 partecipa alla III Biennale Internazionale di Scultura di Carrara. Con il 1970 inizia un ventennio, vive tra Firenze e Loro Ciuffenna, che lo vede impegnato nell’esecuzione di monumenti pubblici e in una intensa attività espositiva presso gallerie private e pubbliche. Nel 1992 Venturino esegue a Castelnuovo dei Sabbioni, nel comune di Cavriglia, il Murale in ricordo dell’eccidio nazista. Nel 1993 viene inaugurato il Museo Venturino Venturi nella natìa Loro Ciuffenna. Nel 1999, nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio a Firenze, viene allestita una importante mostra antologica. Il 28 gennaio 2002 l’artista si spegne a Terranuova Bracciolini.
Dal 2004 è attivo l'Archivio Venturino Venturi, che ha sede nella casa-atelier che appartenne allo scultore nel paese natale di Loro Ciuffenna. L'Archivio è attualmente impegnato nella catalogazione generale dell'opera dell’artista. Opere di Venturino Venturi sono presenti in Gallerie pubbliche e private in Italia e nel mondo, e tra queste: Musei Vaticani, Galleria degli Uffizi, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, Museo del Novecento di Firenze, Museo degli Innocenti di Firenze, Museo degli Argenti di Firenze, MNHA di Luxembourg Ville, Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi di Pisa, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Arezzo, Abbazia di San Miniato al Monte di Firenze, Abbazia di Vallombrosa, Museo di Santa Croce a Firenze, Museo Diocesano di Milano, Museo di Arte Sacra di Prato, MAON di Cosenza, Palazzo Vescovile di Prato, Seminario Arcivescovile di Fiesole. Opere sono presenti in importanti collezioni private: Cassa di Risparmio di Firenze, Monte dei Paschi di Siena, UBI Banca Arezzo, Banca del Valdarno di San Giovanni Valdarno, Banca del Chianti Fiorentino di San Casciano Val di Pesa, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, Banca Generali di Milano, RAI Firenze.