Vera Rossi / Gianlorenzo Gasperini – Déjà Vu
Il déjà vu è un meccanismo mentale per cui abbiamo la sensazione di vivere frazioni di secondo già vissute in precedenza, piccoli cortocircuiti cerebrali che minano le nostre certezze percettive, dandoci l’impressione illusoria di momenti che si ripetono come in un loop temporale e ci lasciano perplessi.
Comunicato stampa
Il déjà vu è un meccanismo mentale per cui abbiamo la sensazione di vivere frazioni di secondo già vissute in precedenza, piccoli cortocircuiti cerebrali che minano le nostre certezze percettive, dandoci l'impressione illusoria di momenti che si ripetono come in un loop temporale e ci lasciano perplessi.
Il déjà vu è un meccanismo mentale per cui abbiamo la sensazione di vivere frazioni di secondo già vissute in precedenza, piccoli cortocircuiti cerebrali che minano le nostre certezze percettive, dandoci l'impressione illusoria di momenti che si ripetono come in un loop temporale e ci lasciano perplessi.
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Le fotografie di Vera Rossi sono una serie di scatti ambientati in una vecchia casa abitata da generazioni che si sono susseguite nel tempo. Quadri e oggetti si riflettono su specchi crettati, in immagini cariche di sovrapposizioni temporali come il contesto in cui sono ambientate.
Le sculture in legno di Gianlorenzo Gasperini presentano invece forme e soggetti tipici della tradizione scultorea. La loro presenza si presta ad una lettura inversa e paradossale: proprio per la loro assonanza con forme antiche acquistano un carattere di estraneità dal flusso temporale che le circonda, ed è come se guardando noi che le guardiamo dicessero: Déjà vu!
Il déjà vu è un meccanismo mentale per cui abbiamo la sensazione di vivere frazioni di secondo già vissute in precedenza, piccoli cortocircuiti cerebrali che minano le nostre certezze percettive, dandoci l'impressione illusoria di momenti che si ripetono come in un loop temporale e ci lasciano perplessi.
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Le fotografie di Vera Rossi sono una serie di scatti ambientati in una vecchia casa abitata da generazioni che si sono susseguite nel tempo. Quadri e oggetti si riflettono su specchi crettati, in immagini cariche di sovrapposizioni temporali come il contesto in cui sono ambientate.
Le sculture in legno di Gianlorenzo Gasperini presentano invece forme e soggetti tipici della tradizione scultorea. La loro presenza si presta ad una lettura inversa e paradossale: proprio per la loro assonanza con forme antiche acquistano un carattere di estraneità dal flusso temporale che le circonda, ed è come se guardando noi che le guardiamo dicessero: Déjà vu!
Vera Rossi è nata a Milano nel 1968. Inizia la sua attività di fotografa collaborando con diversi archivi, tra i quali l'Archivio di Stato e l'Archivio Capitolino, e nel 2013 alcuni suoi lavori sono stati scelti per un'installazione all'Armory Show, la principale fiera internazionale d'arte di New York. Dal 2017 partecipa annualmente al MIA Photo Fair di Milano e nel 2019 ha esposto al Museo del Paesaggio di Verbania e tenuto una mostra personale nel concept store Nonostante Marras, spazio espositivo dello stilista Antonio Marras a Milano. Rossi concentra la sua ricerca sull'instabilità dei nostri meccanismi percettivi, indagando gli aspetti labili di immagini tratte dal quotidiano. Le finestre, le nature morte, le vedute di interni o le immagini colte dalla natura diventano rappresentazioni di un mondo stratificato nel quale impressioni, ricordi e sogni si sovrappongono ai soggetti rappresentati, rendendone incerti i confini. L'uso del plexiglass come supporto, grazie alla sua trasparenza e alla sua qualità riflettente, amplifica il carattere ambiguo dei suoi scatti.
Il déjà vu è un meccanismo mentale per cui abbiamo la sensazione di vivere frazioni di secondo già vissute in precedenza, piccoli cortocircuiti cerebrali che minano le nostre certezze percettive, dandoci l'impressione illusoria di momenti che si ripetono come in un loop temporale e ci lasciano perplessi.
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Le fotografie di Vera Rossi sono una serie di scatti ambientati in una vecchia casa abitata da generazioni che si sono susseguite nel tempo. Quadri e oggetti si riflettono su specchi crettati, in immagini cariche di sovrapposizioni temporali come il contesto in cui sono ambientate.
Le sculture in legno di Gianlorenzo Gasperini presentano invece forme e soggetti tipici della tradizione scultorea. La loro presenza si presta ad una lettura inversa e paradossale: proprio per la loro assonanza con forme antiche acquistano un carattere di estraneità dal flusso temporale che le circonda, ed è come se guardando noi che le guardiamo dicessero: Déjà vu!
Vera Rossi è nata a Milano nel 1968. Inizia la sua attività di fotografa collaborando con diversi archivi, tra i quali l'Archivio di Stato e l'Archivio Capitolino, e nel 2013 alcuni suoi lavori sono stati scelti per un'installazione all'Armory Show, la principale fiera internazionale d'arte di New York. Dal 2017 partecipa annualmente al MIA Photo Fair di Milano e nel 2019 ha esposto al Museo del Paesaggio di Verbania e tenuto una mostra personale nel concept store Nonostante Marras, spazio espositivo dello stilista Antonio Marras a Milano. Rossi concentra la sua ricerca sull'instabilità dei nostri meccanismi percettivi, indagando gli aspetti labili di immagini tratte dal quotidiano. Le finestre, le nature morte, le vedute di interni o le immagini colte dalla natura diventano rappresentazioni di un mondo stratificato nel quale impressioni, ricordi e sogni si sovrappongono ai soggetti rappresentati, rendendone incerti i confini. L'uso del plexiglass come supporto, grazie alla sua trasparenza e alla sua qualità riflettente, amplifica il carattere ambiguo dei suoi scatti.
Gianlorenzo Gasperini è nato a Civitavecchia nel 1967. Si è diplomato all'Accademia di Belle Arti di Roma dove si è specializzato in scultura. Dal 2001 al 2012 le sue sculture in bronzo hanno fatto parte dell'esposizione permanente dell'Opera Gallery di New York. I materiali di cui l'artista fa uso sono legno, resina, bronzo e gesso. Le sue sculture, caratterizzate da un forte senso della linea e del movimento, esplorano il tema del bilanciamento e dell'equilibrio nello spazio. L'ironia è una componente importante della sua ricerca: essa gli dà la possibilità di liberarsi dal pesante carico della tradizione e di operare in un presente instabile dove tutte le certezze si dissolvono.