Verso il Museo Giuliano Vangi
Un evento importante per il legame che legava l’artista alla città e che mostra in anteprima le opere che costituiscono il lascito testamentario che la famiglia Vangi ha voluto dedicare a Pesaro e che troveranno una collocazione permanente in un museo della città.
Comunicato stampa
Sabato 14 dicembre nello spazio loggiato della Pescheria inaugura la mostra: VERSO IL MUSEO GIULIANO VANGI. IL MAESTRO DELLA FORMA. L’evento presenta una cospicua selezione del lascito al comune di Pesaro di Giuliano Vangi, artista protagonista dell’arte del Novecento cui la Capitale italiana della cultura 2024 dedicherà un museo. L’evento si inserisce nella rassegna espositiva denominata ‘Ereditare il futuro: dai grandi maestri all’arte digitale’.
Aprirà sabato 14 dicembre, alle ore 18, nel suggestivo loggiato della Fondazione Pescheria- Centro Arti Visive Pescheria a Pesaro, la mostra ‘‘Verso il Museo Giuliano Vangi. Il maestro della forma’ promossa dal Comune di Pesaro e Fondazione Pescheria - Centro Arti Visive in collaborazione con Pesaro Musei e l’organizzazione di Civita Mostre e Musei. L’esposizione rappresenta il secondo appuntamento del ciclo espositivo denominato ‘Ereditare il futuro: dai grandi maestri all’arte digitale’, rassegna facente parte del ricchissimo palinsesto di Pesaro Capitale italiana della cultura 2024.
‘Verso il Museo Giuliano Vangi. Il Maestro della forma’ presenta alla città di Pesaro, cui il maestro era molto legato, una cospicua selezione del lascito Vangi (1931 – 2024), costituita da circa 130 opere, tra sculture, disegni e dipinti in resina, pervenuta per legato testamentario al Comune di Pesaro grazie alla generosità della famiglia, e che in futuro confluirà in un museo dedicato all’artista a Palazzo Mazzolari Mosca. La nuova acquisizione permette di ampliare il patrimonio culturale della città di Pesaro e di proseguire nel conseguimento dell’obiettivo di potenziare e valorizzare il patrimonio storico e culturale disponibili, a beneficio della società e del suo sviluppo. L’evento, che gode anche di una presentazione di Vittorio Sgarbi, rappresenta un omaggio della Capitale italiana della cultura 2024 ad uno dei grandi protagonisti dell’arte del Novecento e intende celebrare un legame ben consolidato tra l’artista nato a Barberino di Mugello e Pesaro, sua città d’adozione cui si è spento il 26 marzo scorso. A Pesaro Vangi era arrivato nel 1951 come giovanissimo insegnante dell’Istituto d’Arte Mengaroni e qui, dopo alcune esperienze per il mondo, aveva deciso di tornare per viverci.
Nel loggiato del Centro Arti Visive Pescheria il pubblico potrà ammirare oltre cinquanta opere, tra cui imponenti sculture realizzate in marmo, gesso dipinto, alluminio, bronzo, ottone, acciaio cortén, plexiglass e terracotta, dedicate a temi ricorrenti nella poetica dell’artista, come ad esempio l’uomo moderno e le sue pulsioni. Si aggiungono anche due suggestive resine dipinte e una raccolta di opere che rappresentano a pieno la cifra identitaria dell’artista. Le creazioni di Vangi sono antropocentriche ma ricche anche di implicazioni spirituali, quella che emerge chiaramente nel lavoro è l’ estetica dell’umanità, in cui convergono sofferenze, dubbi, certezze, speranze ma sempre in bilico in un mondo complesso dove convivono violenza e armonia. L’uso sapiente della materia è uno dei mezzi che Vangi usa per l’affermazione dell’esistenza umana.
Biografia
Nato a Barberino di Mugello (Firenze) nel 1931, Giuliano Vangi mostra da subito una notevole attitudine al disegno. Studia all’Istituto d’Arte di Firenze, allievo di Bruno Innocenti, e in seguito frequenta l’Accademia di Belle Arti e la Scuola di nudo. Conclusa la formazione, si trasferisce prima a Pesaro - dove insegna all’Istituto d’Arte dal 1950 al 1959 - per poi spostarsi in quello stesso anno a San Paolo in Brasile, dove rimane fino al 1962. Durante il soggiorno brasiliano si dedica alla ricerca astratta, lavorando il cristallo e metalli quali il ferro e l’acciaio, ottenendo i primi risultati all’interno del mondo dell’arte: vince infatti il primo premio al Salone di Curitiba, espone al Museo d’Arte di San Paolo e nel 1961 partecipa alla VI Biennale di San Paolo e a una mostra collettiva itinerante negli Stati Uniti. Conclusa la parentesi brasiliana, si stabilisce a Varese e insegna per alcuni anni all’Istituto d’Arte di Cantù. Il suo rientro in Italia coincide con il recupero della figurazione: è allora che realizza opere dal forte impianto evocativo e dalla straordinaria forza espressiva ottenuta anche grazie all’utilizzo dei materiali più diversi: legno, marmo, avorio, pietre varie con incastri sorprendenti e metalli. Dopo la prima personale in Italia, a Palazzo Strozzi a Firenze nel 1967 organizzata da Carlo Ludovico Ragghianti, inizia per Vangi una proficua stagione di mostre in Italia e all’estero, tra cui si ricordano quella al Palazzo della Permanente a Milano nel 1977 e un’ampia personale nella sede dell’Istituto italo-latino americano a Roma nel 1978. Risale al 1981 la sua prima esposizione a New York, presso la Sindin Gallery, mentre nel 1988 espone per la prima volta i suoi lavori in Oriente, alla Gallery Universe di Tokyo. Ancora in Giappone, nel 2002 viene inaugurato nella città di Mishima, ai piedi del monte Fuji, il Museo Vangi, un edificio di duemila mq all’interno di un parco di trentamila, dove sono esposte un centinaio tra sculture e disegni. Nel decennio successivo si segnalano tra le personali: 2004 il Grande Racconto alla Rotonda della Besana a Milano, 2007 Istituto Italiano di Cultura a Tokyo, 2009 Galleria Nove di Berlino. Al 2014 risale la grande mostra Giuliano Vangi. Opere 1994-2014 nei due padiglioni di MACRO al Testaccio di Roma. Nel 2018 Pesaro promuove una doppia personale al Centro Arti Visive Pescheria e contemporaneamente alla Galleria Ca’ Pesaro 2.0. Dello stesso anno è La Scultura della Memoria, in pietra di Apricena, collocata in piazza Mosca nel cuore di Pesaro. Nel 2022 la grande mostra ‘Colloquio con l’antico. Pisano, Donatello, Michelangelo’ al Mart di Rovereto. Sono molte le opere commissionate a Vangi da enti pubblici statali e religiosi in Italia e all’estero e numerosi i premi ricevuti nel corso della sua lunga attività artistica: nel 1993 il Premio Presidente della Repubblica, nel 1995 il Premio Donatello a Firenze, nel 1996 il Michelangelo a Roma, nel 2002 il Praemium Imperiale a Tokyo. Muore a Pesaro il 26 marzo 2024. Tra le opere che fanno parte delle collezioni civiche pesaresi anche un disegno dell’artista donato da lui stesso nel 2009 dal titolo Studio per scultura, matita nera su carta (2008, 110x80 cm).