Vertigine. Visioni contemporanee della montagna
Una mostra collettiva per svelare alcuni aspetti delle ricerche artistiche contemporanee intorno alla montagna attraverso pittura, scultura, fotografia, video e installazioni.
Comunicato stampa
Una mostra collettiva per svelare alcuni aspetti delle ricerche artistiche contemporanee intorno alla montagna attraverso pittura, scultura, fotografia, video e installazioni. È questa l’idea di Vertigine. Visioni contemporanee della montagna, a cura di Giorgio Caione.
Il tema è declinato alla luce della produzione artistica più recente, grazie alle opere di 21 artisti contemporanei che investigano attraverso media diversi i molteplici aspetti legati all’immaginario della montagna. La vertigine del titolo rimanda allora all’uomo sospeso nella natura tra due infiniti di pascaliana memoria: si va dall’infinitamente grande delle vette alpine all’infinitamente piccolo dei cristalli di neve. Due estremi, due abissi contrari e complementari che fanno perdere i riferimenti con la scala del nostro spazio. Un perdersi che è anche un ritrovarsi nel percorso che si apre allo spettatore nelle opere di Fabrizio Albertini, Salvatore Astore, Joseph Beuys, Enrica Borghi, Marta Dell’Angelo e Gohar Martirosyan, Frenzy, Daniele Galliano, Simone Geraci, Daniele Giunta, Marcovinicio, Irene Pessino, Federico Piccari, Laura Pugno, Pierluigi Pusole, Franco Rasma, Turi Rapisarda, Giovanni Rizzoli, Luigi Stoisa, Gosia Turzeniecka, Velasco Vitali.
La mostra inizia con un omaggio al maestro tedesco Joseph Beuys nel centenario della nascita: un suo piccolo disegno e il manifesto originale de “La rivoluzione siamo Noi”, ma anche due fotografie di Turi Rapisarda dove Beuys pianta un albero nel piccolo paese di Bolognano, sull’appennino abruzzese. L’artista tedesco, alla ricerca di un rapporto più intimo e viscerale con la natura (e con la montagna), vi trova una tensione spirituale e vitale che guida l’essere umano su un cammino diverso, più autentico, lontano da quello che lo sviluppo capitalista sta delineando. Una ripartenza da sé, un impeto che si ritrova nella pluralità di sguardi delle opere degli artisti in mostra.
L’esposizione, a ingresso libero, abita gli storici spazi di Casa De Rodis, palazzo medievale nel cuore di Domodossola ed è visitabile dal 4 luglio al 5 settembre. Il catalogo che racconta Vertigine include un testo di Michele Bonuomo, storico dell’arte e giornalista che nella sua lunga e importante carriera ha conosciuto Beuys, punto di partenza di questo viaggio montano. Giovedì 22 luglio e sabato 7 agosto, alle ore 18, sono previste due visite guidate gratuite con il curatore (è necessaria la prenotazione).
Vertigine è un’esposizione di Collezione Poscio in collaborazione con Associazione Asilo Bianco e fa parte del progetto Carnet de Voyage finanziato da Compagnia di San Paolo come maggior sostenitore e da Fondazione Comunitaria del VCO. Arte e territorio dialogano a partire dallo stretto legame tra Carlo Fornara e la sua terra, la Valle Vigezzo, riflettendo sui temi della montagna e del viaggio. Proprio per consolidare questo legame, le opere in mostra di 4 artisti – Fabrizio Albertini, Simone Geraci, Daniele Giunta, Gosia Turzeniecka – sono state prodotte durante un periodo di residenza sul territorio, in Valle Anzasca, la valle ossolana dove svetta il massiccio del Monte Rosa (4.634 m).
Vertigine crea un legame diretto, più o meno esplicito, con paesaggi, vedute e storie dipinti dai pittori vigezzini dell’Ottocento, i cui quadri costituiscono il cuore della Collezione Poscio. Un avvicinarsi e un decifrare questi luoghi partendo da nuove prospettive e da molteplici visioni.
Al piano seminterrato di Casa De Rodis è possibile vedere una selezione di quattro cortometraggi sulla montagna provenienti dall’archivio di Corto e Fieno – Festival del Cinema Rurale | cortoefieno.it