In Galleria Francesco Zanuso si presenta ai visitatori una bipersonale che affronta il tema del viaggio: nel mistero e nell’enigmatico universo energetico in Michelle Hold, tra il fisico e l’onirico in Margherita Martinelli.
Comunicato stampa
In Galleria Francesco Zanuso si presenta ai visitatori una bipersonale che affronta il tema del viaggio: nel mistero e nell’enigmatico universo energetico in Michelle Hold, tra il fisico e l’onirico in Margherita Martinelli.
L’esistenza stessa è sinonimo di viaggio, prima di tutto tra età che si succedono. Ogni essere umano è viandante tra le stagioni della sua vita: infanzia/adolescenza, età adulta, vecchiaia. Secondo la teologia cristiana tutto inizia da una fase che Hugo von Hofmannsthal chiama di “pre-esistenza”, nell’attimo in cui si abbandona il paradiso, quella sfera chiamata eden dove l’io e il cosmo sono tutt’uno per giungere dunque all’esistenza stessa e al diramarsi delle sue età. O forse chissà la verità risiede nell’eterno ritorno, filosoficamente parlando, teoria descritta da Friedrich Nietzsche, nella quale si presuppone la circolarità del tempo esistenziale e si nega per ciò la concezione lineare del tempo di natura cristiana, vissuta come un susseguirsi di attimi che hanno senso solo se riferiti gli uni agli altri. Per Nietzsche il senso dell’essere non sta fuori dall’essere in un aldilà irraggiungibile ma nell’essere stesso. L’uomo in tal modo è pronto a vivere la propria vita come coincidenza di essere e senso, dando una pienezza di significato ad ogni momento, in quanto ritornerà per l’eternità. Ciò che segue la morte e precede l’esistenza resta comunque un mistero. Misterioso ed enigmatico come il viaggio intrapreso da Michelle Hold.
Nell’esplicarsi di tinte acriliche e pigmenti in Michelle Hold si celebra infatti la visone del mistero che rimane tale ai suoi occhi anche se crede nella possibilità d’inoltrarsi all’interno d’esso. Partendo dal colore e attraversandolo giunge al colore; astratti che nel silenzioso scorrere d’esso conducono al miraggio della verità. Disegni incorporei che nell’insieme inseguono la percezione dei sensi fino alla ricerca della purezza del significato primo. «Il mistero è qualcosa che non so esattamente cos’è, per quello è mistero. Ne ho una vaga idea, ogni tanto è più chiara, ogni tanto lo è meno. Quando vivo, quando dipingo vedo delle immagini davanti a me. Appena scorgo qualcosa di misterioso capisco che è misterioso perché non so cos’è. – spiega la Hold -… Non mi interessa riprodurre quello che si vede, ma quello che si pensa d’intravedere».
Con Margherita Martinelli e le sue carte da incisione dipinte e disegnate si torna alla concretezza dell’esperienza itinerante quando si vive la fisicità del viaggio tra casette, radici, scarpe, valige, abiti… ma allo stesso tempo si libra leggeri entrando in un percorso onirico legato al sonno dove si giunge oltre i confini del pensabile, tra uccelli, fenicotteri e letti in successione. «Su ogni singola carta sviluppo e concentro un piccolo pensiero, una piccola nota. Li chiamo racconti o meglio note: sono i miei appunti di viaggio. Il viaggio rappresenta la mia necessità di spostarmi, di muovermi fisicamente e mentalmente, vedere, catturare luoghi e arie lontane. – racconta la Martinelli - Il viaggio legato al sonno è un viaggio di totale abbandono; si lascia il corpo per viaggiare con la mente. Penso che il sonno vada molto più a fondo del sogno... mi piace lasciare che la mente percorra delle strade che talvolta non si possono percorrere nella quotidianità».
Valentina Cavera