Videoart yearbook 2016

Informazioni Evento

Anche quest’anno si terrà, per l’undicesima volta dall’ormai lontano 2006, il Videoart Yearbook, subendo però una variante: anziché procedere alla solita selezione di video prodotti nell’anno da artisti italiani, si è deciso di far “riposare” il vivaio, come si fa anche nella pesca, per consentirne una fertile riproduzione, puntando su pochi nomi di eccellenza già apparsi nelle precedenti manifestazioni.

Comunicato stampa

Anche quest’anno si terrà, per l’undicesima volta dall’ormai lontano 2006, il Videoart Yearbook, subendo però una variante: anziché procedere alla solita selezione di video prodotti nell’anno da artisti italiani, si è deciso di far “riposare” il vivaio, come si fa anche nella pesca, per consentirne una fertile riproduzione, puntando su pochi nomi di eccellenza già apparsi nelle precedenti manifestazioni. La scelta è caduta sul duo Basmati (Saul Saguatti e Audrey Coïaniz), Silvia Camporesi, Marcantonio Lunardi e Marco Morandi, consentendo a ciascuno di loro di presentarsi con brevi ma significative antologie del loro repertorio. Ma anche attraverso questa formula rarefatta sarà possibile documentare la grande ampiezza di soluzioni consentite dal mezzo video. Vedremo così la Camporesi farne un’intensa testimonianza di Body Art, di forti prestazioni corporali anche a forte valenza ecologica, e Lunardi giocare di rimbalzo tra una parodia dell’attualità burocratica e l’affondo in una severa galleria di personaggi ieratici, in un affascinante testacoda tra il museo e la scena odierna. Diverse invece le soluzioni animate del duo Basmati, che sviluppa un’esuberante proliferazione di edifici e piante urbane, oppure aggredire i lineamenti del corpo, prolungandoli e deformandoli, mentre Marco Morandi si muove con agilità e leggerezza tra le due e le tre dimensioni, con un disegno palpitante in superficie che poi affronta lo spazio con nudi tralicci, quindi assume corpo come per un incantato cartone animato degno dell’officina disneyana. L’evento ha trovato quest’anno la sua madrina d’onore nella gallerista romana Stefania Miscetti, cui si deve un’iniziativa parallela, She Devil, dedicata alla videoarte al femminile.