Vincent Billeci – Sole allo Zenit
Vincent Billeci, palermitano, apprezzato per la sua raffinata ricerca e il suo stile già strutturato, è il protagonista di una nuovo appuntamento espositivo.
Comunicato stampa
AMORlab continua il suo percorso di scouting e di ricerca, dando spazio
alle energie migliori creative del territorio. E lo fa, stavolta,
guardando al mondo della moda, ospitando un giovane fashion designer:
Vincent Billeci, palermitano, apprezzato per la sua raffinata ricerca e
il suo stile già strutturato, è il protagonista di una nuovo appuntamento
espositivo. Protagonista è la collezione Spring/Summer 2014, lanciata nei
mesi scorsi con successo e riproposta qui con un allestimento inedito.
Gli accessori diventano degli oggetti preziosi, da custodire – un po’
opere, un po’ reliquie - mentre alcuni capi simbolo sono al centro dello
spazio, come nel mezzo di un palco o di un set. Le due artiste Mariana
Ferratto e Sara Basta sono ospiti del progetto con un video scelto per le
assonanze tematiche e la delicata lettura dei luoghi, gli stessi da cui è
partita l’avventura creativa di Billeci: realizzato nel 2006 in Sicilia,
a Isola delle Femmine, “Amuri amuri e brodu ri ciceri” mette in scena un
antico rituale che vedeva le giovani future mogli lavare in mare la lana
destinata a imbottire il materasso degli sposi. Un sintesi fra paesaggio,
identità, cultura.
“AMORlab conferma sempre più la sua natura interdisciplinare”, scrive
Antonella Amorelli, fondatrice dello spazio, “puntando sullo
sconfinamento tra i linguaggi. Il gioco è quello di cercare nuovi
approcci e nuove letture, oltre le categorie specifiche e le visioni
consuete. Così, se materiali di scarto sottratti al quotidiano si
trasformano in oggetti fashion o d’arredo, grazie all’intelligenza
creativa dei designer, ambiti diversi come l’arte, la moda, il design,
l’architettura, si incontrano e si contaminano. La collezione di Vincent
Billeci, straordinario talento che sono felice di ospitare, viene
presentata in una maniera non convenzionale, provando a tirare fuori
l’anima di ogni capo. Perché anche la moda, spesso e volentieri, guarda
verso l’arte e ne incrocia i segni e le forme”.
AMORlab
Via Quintino Sella, 73 - 90139 Palermo
[email protected] | www.amorlab.eu
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A tratteggiare i contorni della collezione è il racconto di Helga
Marsala: “Sole allo Zenit prova a condensare vibrazioni, storie, immagini
segrete e ispirazioni del lavoro di Vincent Billeci. Questa collezione
nasce da una relazione forte col paesaggio: se ne fa testimonianza,
riflesso, traduzione delicata e meditata. Nella costruzione armonica di
ogni modello, è l’idea del luogo – in quanto memoria percettiva - a
divenire struttura, immagine tattile. Lo spostamento è quasi immediato:
dal paesaggio naturale, che è quello di una Sicilia assorbita dalla sua
stessa luce, al corpo come paesaggio o geografia sensibile.
Vincent è nato a Isola delle Femmine, a pochi chilometri da Palermo.
L’essenza di quei luoghi, interiorizzata in modo indelebile, contagia il
lavoro con ostinazione. Filtrata, asciugata, sintetizzata. Così, la linea
d’orizzonte, sempre distesa dinanzi agli occhi, torna insieme ai colori,
ai bagliori, persino ai profumi. E sono disegni di onde, bagliori di
albe, cieli saturi o tersi, sentieri al crepuscolo; e poi gli incastri
tra il mare e il profilo degli scogli, lo zigzag aspro dei monti, la
curva dell’isolotto che domina il panorama. Tutto questo diventa, durante
il processo creativo, un intreccio di linee, tagli, sovrapposizioni, tra
gonne, mini abiti, top, bluse, camicette, cinture, orecchini, pochette in
pelle oppure in seta con applicazioni in paillettes.
Tra il bianco degli shantung di seta, che richiama il movimento schiumoso
dell’acqua, e quello lunare di mussole e cotoni, si innestano frammenti
celeste metallico, rosa geranio, violetto, malva, verde menta, fino alle
chiazze rosso vinaccia, virate in una chiave fredda, cangiante, quasi di
plastica. La palette è dunque eterea, dominata da un nitore di ghiaccio,
con innesti rubino, giada, ametista, argento, mentre si scorgono stampe
acquerellate con simboli marini stilizzati e ramage floreali, texture
opalescenti, tramature fitte come reti da pesca, sovrapposizioni e
velature d’organza. E poi il nero, cotè notturno e misterioso del
paesaggio: dal pizzo ossidiana, memoria del vulcano, agli intrichi di
chiaroscuro, fino al raso lucido color di catrame. Un mix che funziona,
tra ironia pop, seduzioni déco, sintesi minimaliste e sinestesie
romantiche.
Le stesse corrispondenze guidano la struttura dei capi: gli scolli a V,
profondi fino alla vita, le linee oblique, i tagli rigorosi a contrasto
con i tessuti evanescenti, gli strati che si aggiungono, gli uni agli
altri, combinando opacità e trasparenze. Un’architettura accordata al
paesaggio, ma al contempo ricondotta all’essenziale. Puntando più
all’evocazione che alla rappresentazione.
Uniche concessioni all’elemento narrativo sono le piccole figure che
appaiono, ogni tanto, come souvenir di una promenade bucolica: la medusa,
la rosa, la lisca di pesce o l’ormai iconica mucca, tutte creazioni
uniche, realizzate a mano. Sono segni poetici e insieme illustrativi, con
cui decorare capi, borsette, bijoux. Frammenti rubati al paesaggio, col
mare di fronte e il sole allo Zenit. Sparendo nel bianco, tra gli ultimi
sfavillii pastello”.