Vincenza De Nigris – Narrative Photography
Il lavoro della De Nigris è il frutto di una lunga e attenta ricerca e si propone come una serie di piccole narrazioni, racconti aperti, frammenti di eventi connessi tra loro che lasciano allo spettatore la libertà di comporre il proprio racconto pur sempre mediato dallo sguardo della fotografa.
Comunicato stampa
Mercoledì 16 Gennaio alle ore 18,00 presso la sede di "La Corte, fotografia e ricerca" nel Castello Svevo di Bari, si inaugura la personale di Vincenza De Nigris, “Narrative Photography” a cura di Carlo Garzia. La mostra rimarrà aperta tutti i giorni fino al 17 febbraio con orario continuato dalle 8,30 alle 19,30 con chiusura il mercoledì.
La mostra “Narrative Photography” raggruppa tre tra i progetti più significativi di Vincenza De Nigris, fotografa pugliese che vive e opera a Torino. Il lavoro della De Nigris è il frutto di una lunga e attenta ricerca e si propone come una serie di piccole narrazioni, racconti aperti, frammenti di eventi connessi tra loro che lasciano allo spettatore la libertà di comporre il proprio racconto pur sempre mediato dallo sguardo della fotografa. Come afferma Feldman “L'evento non è ciò che accade, ma ciò che può essere narrato.”
Nell’allestimento specificamente pensato le immagini si snodano lungo le due pareti frontali, da una parte Autobiography, progetto costituito da una serie di piccoli e intensi ritratti in cui l’artista ripercorre mimeticamente, con un procedimento di ordine concettuale, la vita della propria madre sino a identificarsi in maniera sorprendente con lei, nella fisionomia e nel contesto domestico. Sull’altra parte le serie Melancholy ed Epifanie Urbane si compattano in un’unica sequenza, avendo in comune quell’universo di oggetti e gesti che costituiscono la nostra esperienza quotidiana, a cui non diamo in genere importanza se non nella dimensione nostalgica della memoria. Ogni immagine è nello stesso tempo documento reale e trascendenza, testimonianza di una capacità di narrazione per ellissi che spesso ritroviamo in molte giovani fotografe del Nord Europa con le quali, non a caso, la De Nigris ha avuto contatti e scambi. Resta aperto e stimolante il problema di una definizione univoca e precisa della narrative art applicata alla fotografia in una condizione del reale che il post-modernismo, Lyotard e Baudrillard soprattutto hanno decretato come impossibilitata a produrre narrazioni secondo le modalità e i valori di una tradizione occidentale che parte dall’Illuminismo e arriva ai bordi estremi del “secolo breve”.