Vincenzo Agnetti
Si tratta di un’occasione su cui Sotheby’s invita a soffermare l’attenzione perché si tratta della prima mostra nella nuova sede di Palazzo Serbelloni ed è un progetto mirato ad accrescere la conoscenza sull’opera di Vincenzo Agnetti, mettendo in luce gli aspetti essenziali della sua ricerca artistica.
Comunicato stampa
In collaborazione con l’Archivio Agnetti, Sotheby’s inaugura il 1 febbraio 2016 la
mostra VINCENZO AGNETTI a cura di Bruno Corà.
Si tratta di un’occasione su cui Sotheby’s invita a soffermare l’attenzione perché
si tratta della prima mostra nella nuova sede di Palazzo Serbelloni ed è un
progetto mirato ad accrescere la conoscenza sull’opera di Vincenzo Agnetti,
mettendo in luce gli aspetti essenziali della sua ricerca artistica.
Agnetti è stato un artista poliedrico che per tutta la vita ha ricercato, immaginato,
costruito punti d’incrocio tra discipline diverse che appartengono a un universo
mentale che non si lascia imprigionare da limiti.
Il suo campo di ricerca ha spaziato tra pittura, scultura, critica, epistemologia,
tecnologia, letteratura, con un afflato politico e poetico che ne ha determinato il
percorso.
La mostra di Sotheby’s costituisce uno spunto di riflessione sul suo percorso
artistico attraverso alcuni momenti topici, in particolare tre, realizzati a cinque
anni di distanza l’uno dall’altro: 1968 Macchina drogata, 1973 In allegato vi
trasmetto un audiotape di 30 minuti e 1978 Riserva di caccia.
1968 Macchina drogata è un’operazione di teatro statico che si situa a cavallo
tra tecnologia arte, critica del linguaggio e critica politica. Nella stessa stanza
sono mostrate alcune opere prodotte dalla macchina che vivono vita propria,
“sono”, indipendentemente dalla macchina che le ha create.
1973 In allegato vi trasmetto un audiotape di 30 minuti ci riporta, accompagnati
dalla voce di Agnetti stesso, ai temi del TRADOTTO RIDOTTO DIMENTI CATO.
1978 Riserva di Caccia: un grande trittico in tela che appartiene a una serie di
lavori sul tema del rapporto tra desiderio e accaparramento predatorio.
A seguire, dopo la mostra da Sotheby’s viene inaugurata a partire dal 5
febbraio, una nuova esposizione presso lo studio dell’artista e ora sede
dell’Archivio, in via Macchiavelli 30 a Milano, che presenterà invece una serie di
lavori prodotti tra il 1976 e il 1980.
Per questa duplice occasione, L’Archivio Vincenzo Agnetti presenta Archivio 01,
il primo di una serie di piccoli libri che hanno la finalità di documentare il lavoro
di Agnetti nella sua dimensione storica e mettere in luce gli aspetti più visionari e
contemporanei della sua ricerca.
DRAFT
L’Archivio Vincenzo Agnetti con queste pubblicazioni si prefigge di divulgare il
percorso dell’artista, presentando di volta in volta alcune sue opere e invitando il
lettore non solo a guardarle ma a entrare nell’universo concettuale che le ha
prodotte e le fa vivere a cavallo tra contesto storico di origine, contemporaneità
e futuro.
Come diceva Vincenzo “a cento anni da adesso”.
In questo primo libro, una sorta d’introduzione, sono presentati i due
allestimenti: la mostra di Sotheby’s e quella che verrà ospitata nella sede
dell’Archivio dal 5 febbraio 2016.
Alcune tra le Inserzioni Anonime, pubblicate da Agnetti sulla rivista Data negli
anni 1972-73, aprono e chiudono le parti di questa pubblicazione facendoci
assaporare il senso visionario di quegli anni.
Vincenzo Agnetti nasce a Milano nel 1926, si diploma a Brera e si iscrive alla scuola del
Piccolo Teatro. Le sue esperienze artistiche avvengono nell’ambito della pittura informale e
della poesia. Dei primi anni Cinquanta sono gli inizi come pittore informale, ma ben presto
abbandona la pittura e fra la fine degli anni Cinquanta e primi anni Sessanta è ormai lanciato
verso ricerche sperimentali e frequenta Manzoni e Castellani.
Nel 1962 si colloca il suo viaggio sudamericano: rimane in Argentina fino al 1967, lavorando
nel campo dell’automazione elettronica e in questi anni compone il romanzo Obsoleto.
Tornato a Milano, intensifica l’amicizia con l’editore Scheiwiller e frequenta il gruppo legato ad
Azimuth. La sua produzione è incessante e riconosciuta.
Nel 1975 a New York, centro nevralgico dell’Arte Concettuale, apre uno studio a Manhattan e
riprende la collaborazione con Robert Feldman – nella cui galleria tiene la sua prima
esposizione americana Immagine di una mostra (1975). Nello stesso anno espone alla
Sonnabend di Parigi opere sul concetto di equivalenza, Gli eventi precipitano.
Vincenzo Agnetti muore nel 1981; si spegne uno dei maggiori esponenti della
neoavanguardia italiana, protagonista indiscusso dell’Arte Concettuale.
Sotheby’s Milano, Palazzo Serbelloni, Corso Venezia 16
1 – 5 Febbraio 2016 ore 10:00 – 18:00
Lunedì 1 febbraio Vernissage ore 18:30
Giovedì 4 Febbraio Conversazione con Bruno Corà ore 17:00