Vincenzo Cabiati – Rich Bitch. Tutto è relativo…
L’arco del tempo abbracciato è di oltre vent’anni, ma la mostra non vuole porsi come una ricostruzione del passato prossimo dell’artista. L’intenzione, piuttosto, è di sbirciare nel suo universo poetico.
Comunicato stampa
Lunedì 24 ottobre 2016, dalle 18:30 alle 20:30, ASSAB ONE, in via privata Assab, 1, Milano, apre la stagione 2016/2017 con Rich Bitch – tutto è relativo… una mostra personale di Vincenzo Cabiati, a cura di Michela Eremita.
L’arco del tempo abbracciato è di oltre vent’anni, ma la mostra non vuole porsi come una ricostruzione del passato prossimo dell’artista. L’intenzione, piuttosto, è di sbirciare nel suo universo poetico e nella ricerca che conduce alla creazione dell’opera, attingendo a un repertorio iconografico ricco di evocazioni in cui il soggetto e l’oggetto giocano spesso a celarsi l’un l’altro.
Le opere abitano il piano terra di Assab One creando, con la loro fisicità, nuove connessioni intellettuali e inedite relazioni emotive. Grandi ceramiche, piccoli bronzi, foto, disegni e acquerelli ammiccano con spirito sornione alle fonti d’ ispirazione, spesso offerte dal mondo del cinema.
Estrapolate le immagini e le suggestioni dal loro alveo di appartenenza, le opere in mostra rivelano l’unicità di una visione solo apparentemente frammentata, un’ autonomia creativa che deriva proprio dallo spazio assoluto che l’opera riesce a ritagliarsi con la propria forza espressiva – nonostante i titoli e le forme giochino a creare tranelli richiamando spesso altri universi creativi (la storia dell’arte, la letteratura e appunto il cinema, amore costante nel tempo).
L’azione consiste nella trasformazione dell’immagine congelata in un frame e nell’imprimere ad essa un nuovo carattere. È così che questa, grazie all’utilizzo di una nuova materia, diventa altro rispetto al punto di partenza.
Dove andrà La principessa liquida? Che muro sta attraversando? Fugge da qualcosa? Sapere che la sua silhouette è un’immagine tratta dal film Marie Antoinette di Sofia Coppola non risolve il mistero.
Rich Bitch – tutto è relativo… presenta la ricerca di Vincenzo Cabiati secondo una prospettiva diacronica. Le opere infatti, pur evidenziando la diversità degli esiti formali, mostrano un’anima comune: quella della seduzione esercitata dall’imago che, annidatasi nella retina, sollecita l’immaginazione generando visioni. Una testimonianza di quanto l’artista può confermare e/o contraddire le proprie sorgenti nel passaggio alla rappresentazione artistica.
Vincenzo Cabiati
Formatosi nello studio del padre Achille, un pittore che dagli anni quaranta ha aderito al realismo, alla fine degli anni Ottanta si trasferisce dalla Liguria a Milano dove frequenta il gruppo autogestito di artisti di Via Lazzaro Palazzi. Attingendo a un immenso repertorio iconografico fatto di arte (Chardin, Courbet, Lorrain, Man Ray), cinema(Kubrick, Greenaway, Truffaut) e architettura (Ledoux), Cabiati preleva frammenti significativi, astraendoli dal contesto originario e attribuendo loro un rinnovato valore poetico e affettivo.
Utilizza una grande varietà di linguaggi: pittura, acquerello, disegno, scultura, fotografia, installazione, video. Ma negli ultimi anni la ceramica policroma rappresenta il mezzo privilegiato dell’artista. La sua ossessione per la sequenza e l’inquadratura fanno del cinema un’inesauribile fonte di immagini. Le sue opere fanno parte di numerose collezioni nazionali ed internazionali. Vive e lavora a Milano.
Michela Eremita
È storica dell'arte e curatrice di progetti e di mostre oltre che di collezioni. È responsabile, presso il Museo Santa Maria della Scala (Siena), del Museo d'arte per bambini - di cui è cofondatrice - e dei relativi servizi educativi e didattici. Parallelamente alla sua attività di curatela, ha insegnato Storia dell'Arte Contemporanea presso diverse sedi come la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Siena, sede di Arezzo.