Vincenzo Rulli – Cinque esercizi per diventare un imperatore ideale
La mostra gioca con i concetti tradizionali di identità e potere, nel tentativo di metterli in discussione in chiave ironica con cinque lavori polimaterici e dinamici.
Comunicato stampa
Mara Coccia Arte Contemporanea presenta a Roma Cinque esercizi per diventare un imperatore ideale di
Vincenzo Rulli.
La mostra gioca con i concetti tradizionali di identità e potere, nel tentativo di metterli in discussione in chiave
ironica con cinque lavori polimaterici e dinamici. Cinque esercizi impossibili destinati a tracciare il profilo ideale
dell’imperatore, uomo eccezionale al di sopra delle normali consuetudini. Cinque esercizi paradossali che
investono la sfera dell’identità e di ciò che storicamente la determina. Una piccola palestra della mente in cui,
con l’Apocrifo di Adriano, la prima leva è agita proprio dal pensiero in un moto apparente sulla gravità.
In Senza Tito, il braccio proteso in un saluto romano sostiene il movimento perpetuo di uno yo-yo, scandendo
la fase del processo di definizione dell’io come incessante ri-affermazione del sé (“io-io”).
In L’amo!, un pescatore acchiappa la propria ombra, l’alter ego e, in Occhiale per eclissi temporale, una
clessidra, svuotata della sua funzione e trasformata in un paio di occhiali, riflette su una delle abilità
dell’imperatore ideale: saper controllare il tempo fino a fermarlo (non a caso è l’unica opera che esclude il
cinetismo). La lingua universale, un acquario verticale sul cui fondo una bocca lascia partire a intermittenza
una bolla d’aria toroidale, vorrebbe realizzare l’utopia di una lingua che, cancellando sia la differenza tra le
lingue, sia la diversità del parlare individuale, reca in sé l’arrogante progetto di un unico labbro, un’unica
lingua, un’unica volontà. La ricerca di un linguaggio comune trova una possibile soluzione solo sott’acqua,
affidandosi a una parola sorda e che non produce suono, una non-parola.
Opere esposte: Apocrifo di Adriano cm 180 x 35 x 35; Senza Tito, dimensione variabile; L’amo!, dimensione
variabile; Occhiale per eclissi temporale, cm 7 x 18 x 18; La lingua universale, acquario verticale cm 190 x 40
x 40.
Vincenzo Rulli è nato nel 1980 a Roma dove vive e lavora. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma
con Cecilia Casorati. Negli stessi anni collabora alla ricerca di opere di scultura e pittura del XVI e XVII secolo.
Queste esperienze eterogenee orientano la sua ricerca, sviluppata in piena libertà formale. Coniuga mezzi
artistici tradizionali con video, suono e installazione in una dimensione spesso ludica e interattiva. E’ del 2007
la sua prima personale dal titolo “Arianna”. Nel 2010 partecipa alla collettiva “My generation”, a cura di
Manuela Pacella, con un’opera ora in collezione presso la Fondazione VAf di Francoforte. Nello stesso anno
dedica l’opera “ Alta Classe” al Museo Permanente di Arte Contemporanea dell’Aquila.