Vincenzo Zancana – Terrain vague
La ricerca visiva di Zancana, collocata al confine tra grafica, arte e design, gioca sull’ambiguità dell’immagine e sulla sua possibile dualità interpretativa.
Comunicato stampa
Un pilastro ornamentale, un tempo parte di una costruzione eclettica ormai in disuso, giace a terra: irriconoscibile, senza più funzione né storia, si offre agli astanti come ennesima testimonianza della continua costruzione e distruzione del paesaggio antropizzato. È una delle lesene del cosiddetto “Minareto”, l’edificio arabeggiante della “Citta dei Balocchi” di Consonno, villaggio sorto nella Brianza del boom economico negli anni Sessanta come luogo di divertimento, abbandonato nel 1976. Uno spettacolare reperto senza storia, una maceria di una società che «non ha più il tempo di produrre rovine» né monumenti della memoria, ma solo scarti, come affermato da Marc Augé. Questi spazi e strutture si trasformano rapidamente in rifiuti nel ciclo incessante di distruzione e ricostruzione, guidato dall'urgenza di rinnovamento, che priva il paesaggio antropizzato di qualsiasi permanenza. Gli spazi residuali, abbandonati e non più economicamente appetibili, si trasformano in terrain vague di incompiutezza, dove il concetto stesso di durata si fa obsoleto.
Zancana esplora questa complessa interazione tra uomo e ambiente con un'analisi critica degli oggetti di uso quotidiano. Elementi comuni, privati di valore intrinseco, vengono trasfigurati in artefatti progettuali che assumono l’estetica di icone pubblicitarie, esprimendo un’ironia sottile ma acuta nei confronti della società iperconsumistica.
La ricerca visiva di Zancana, collocata al confine tra grafica, arte e design, gioca sull’ambiguità dell’immagine e sulla sua possibile dualità interpretativa. Nella rappresentazione della lesena orientaleggiante, la fotografia viene stampata su vetrofania semitrasparente e animata da proiezioni di luce che attraversano il supporto, rivelando variazioni di colore e dinamismo che conferiscono all’immagine una dimensione onirica. Le luci Red Green Blue – rosso, verde e blu – si alternano, tingendo l'immagine e trasformando lo schermo nella sua anima pulsante. Questo gioco di trasparenze e interazioni luminose crea un’esperienza visiva carica di nuove suggestioni, oscillando tra il reale e l'illusorio.
Vincenzo Zancana (Salemi, 1991) si forma tra l’Accademia di Belle Arti di Palermo e l’Accademia di Brera. Dopo la residenza d’artista presso l’Escola Massana di Barcellona nel 2016 frequenta il Master in Printmaking alla Royal Academy di Anversa. È stato Artista finalista per il Premio ORA (2017), Premio Nocivelli X- XI, e Biennolo - Paesaggi Inimmaginabili (2020). Dal 2018 è co-fondatore del progetto di arte ambientale Chárōn, esposto a spazio SERRA (Milano, 2018), Kunstschau (Lecce, 2021) e Spazio Lampo (Chiasso, 2023). Nel 2020 svolge la residenza d’artista presso via Farini in Residence a Milano. Nel 2021 è stato invitato al progetto VuotoApparente, esponendo presso il Teatro degli Arcimboldi. Attualmente lavora a Milano presso lo studio TRETRE di ViaFarini.work.
SUBPLACE è uno spazio inconsueto che convive con il consueto e la contingenza, portando i linguaggi visivi dell’arte – che si pongono come alternativa alla logica della produzione/consumo – in questo luogo di transito, nel flusso del quotidiano, offrendosi come occasione per un’esperienza estetica diretta e personale, senza mediazioni né stratificazioni per un pubblico che si trova a “inciampare” nell’opera sul suo percorso abituale. Il nome rimanda alla collocazione sotterranea, nel mezzanino della Stazione di Villapizzone. La “vetrina” ospita progetti d’artista site specific proponendo installazioni, sculture, video e dipinti.
SUBPLACE è un’emanazione di Surplace spazio indipendente per la promozione delle pratiche artistiche contemporanee attivo a Varese dal 2014 al 2022. Da questa esperienza, configurata come una "stazione sperimentale" dovei ruoli di artista, curatore e critico si dissolvono in favore della messa al centro dell'opera, nasce la "vetrina" di SUBPLACE come esperimento di arte pubblica. Il progetto espositivo è autogestito e interamente autofinanziato ed è a cura di Joykix (Fabrizio Longo) e Rossella Moratto.
Subplace - Stazione del passante ferroviario di Villapizzone via Arnaldo Fusinato, 20156 Milano (MI)