Vinci/Galesi – La grande sete
Una performance inedita del duo Vinci/Galesi (Sasha Vinci, 1980 e Maria Grazia Galesi, 1988), a cura di Lori Adragna e Serena Ribaudo, promossa tra gli eventi collaterali della Biennale MANIFESTA 12, all’interno di BORDER CROSSING.
Comunicato stampa
Il 21 ottobre 2018, a Palermo, negli splendidi spazi monumentali della chiesa di Santa Maria dello Spasimo, si inaugura LA GRANDE SETE, una performance inedita del duo Vinci/Galesi (Sasha Vinci, 1980 e Maria Grazia Galesi, 1988), a cura di Lori Adragna e Serena Ribaudo, promossa tra gli eventi collaterali della Biennale MANIFESTA 12, all'interno di BORDER CROSSING. Il progetto è realizzato con il patrocinio del Comune di Palermo, il supporto della galleria aA29 Project Room (Milano/Caserta) e la collaborazione della realtà indipendente Site Specific e Spazio Y e dell'Associazione Culturale SEM. L’azione è stata concepita appositamente per lo Spasimo e per la Città di Palermo da Sasha Vinci e Maria Grazia Galesi che sempre generano visioni immaginifiche dense di fermenti che paiono rivelare le forze più originarie ed interne della cosa naturale; universi di meraviglia tesi ad essere suscettibili di inesauste contaminazioni e trasmutazioni.
Vinci | Galesi, La Repubblica delle Meraviglie (2018), stampa fine art su carta Hahnemuhle applicata su dibond 90x135 cm. Ph.Vinci-Galesi e Marcello Bocchieri, courtesy aA29 Project Room
LA GRANDE SETE nasce da una riflessione sul fenomeno conosciuto come "La grande sete di Sicilia", un caso sociale sulla legalità della gestione dell'acqua pubblica.
A causa dell'inquinamento, di una gestione criminosa e di sprechi illogici, l’acqua nei prossimi anni sarà uno dei problemi più gravi che l’umanità si troverà a dover affrontare. Piani di intervento internazionali sono in atto per regolare l'emergenza acqua, elemento essenziale per la vita e l’ambiente.
Oltre a concettualizzare queste cause sociali, LA GRANDE SETE trae ispirazione dall'antico nome della città di Palermo, Zyz, che in fenicio significa Fiore. Zyz sembrerebbe difatti fare riferimento all'antica conformazione urbana della città che, attraversata da due fiumi, il Kemonia ed il Papireto, ricordava per l’appunto il profilo di un fiore.
Proprio partendo dalla poetica del fiore, che già contraddistingue la ricerca del duo Vinci/Galesi, LA GRANDE SETE diventa un'azione civile, un'opera politica che parla di pluralità e mostra un'umanità pronta ad emergere dalle ombre del presente e desiderosa di immaginare nuovi mondi possibili, equi e sostenibili.
LA GRANDE SETE si presenta al pubblico come un tableau vivant in cui la "carne" fiorisce di un rituale antico. I corpi si fanno ciechi di fiori, mentre nel dischiudersi dei petali scompaiono sguardi, tratti somatici e corporei alla ricerca di un’ibridazione (im)possibile. Mediante il ricamo dei fiori si attua una metamorfosi in cui senso del sacro ed identità individuali vengono proiettati altrove.
Il duo Vinci/Galesi presenta un'opera dove il limite tra corpo umano e corpo non umano non è percepibile: la ricerca dell’altro avviene tramite il rapporto sinestetico con gli elementi naturali. Decine di persone e migliaia di crisantemi e gerbere, danno vita ad una scena allegorica che diventa simbolo, un atto di protesta per reagire alle deformazioni del presente e dar vita a nuove visioni capaci di suggerire cammini alternativi.
Il Fiore così, continua ad essere quell'Arma che Sasha Vinci e Maria Grazia Galesi hanno scelto per indurci a riflettere su quanto siano importanti e incisive le azioni di ogni singola persona all'interno di una società.
Vinci | Galesi, La terra dei fiori (Spiaggia) (2017). Stampa fine art su carta Hahnemuhle applicata su dibond 70x115 cm. Courtesy aA29 Project Room
BORDER CROSSING è un progetto di Bridge Art in collaborazione con Dimora OZ e Casa Sponge selezionato tra gli eventi collaterali della Biennale Manifesta12 che quest’anno ha luogo a Palermo dal 16 giugno al 4 novembre 2018. Il format BORDER CROSSING prevede una sinergia tra diversi centri indipendenti diffusi sul territorio italiano, attivi nel campo dell'arte contemporanea, dove lo spirito della comunità è un tutt'uno con quello della ricerca.
Il progetto che ha ricevuto il patrocinio del Comune di Palermo rientra nelle iniziative di Palermo Capitale della Cultura Italiana 2018.