Vittorio Corsini – Reaching the Landscape
Il filo conduttore delle quattro sale della galleria è il paesaggio. Si tratta di un tema molto caro all’artista che inquadra un vasto gruppo delle sue opere e del suo pensiero.
Comunicato stampa
La Galleria Alessandro Bagnai ha il piacere di annunciare la sua prima mostra personale di Vittorio Corsini.
Il filo conduttore delle quattro sale della galleria è il paesaggio. Si tratta di un tema molto caro all’artista che inquadra un vasto gruppo delle sue opere e del suo pensiero. Il paesaggio è qui inteso come forma di conoscenza, come continuità tra questo e la mente, uno è contiguo all’altro: nell’incontro col paesaggio la frattura si ricompone e nel rapporto con esso noi esseri umani ci formiamo; nessuno esiste prima o senza l’altro.
I materiali impiegati dall’artista nelle opere realizzate appositamente per la mostra, sono il vetro, l’acciaio inox, la luce, i colori. I soggetti sono una casa che scivola, quadri monocromi “tagliati” nel mezzo da una luce, un orto specchiante e una montagna bianca dalla quale sgorga inchiostro nero.
La casa che scivola diventa emblema della condizione umana che, sempre in divenire e in tensione, è spinta ad andare verso l’altro, ad andare oltre, mentre si affaccia e si espone al “rischio” della conoscenza. La sensazione, tuttavia, non è di pericolo: a rasserenarci è la bellezza della casa, le sue linee morbide, trasparenti perché di vetro e spolverate da delicati pigmenti colorati. Una casa che è pur sempre luogo della nostra identità, con le sue mura rassicuranti, e che è punto di partenza tra il dentro e il fuori. Matrice del nostro esistere e co-esistere.
I quadri monocromi con i loro colori brillanti, spezzati solo dalla luce, hanno a che fare con l’assoluto. La frattura, come il famoso “taglio” di Fontana, ha a che vedere con la conoscenza. Nei quadri di Corsini, la superficie e la frattura si ricompongono. La luce, infatti, non interrompe, ma unisce armonicamente.
L’orto, d’impatto giocoso, parla di una realtà impossibile. Come in passato, alcuni oggetti di uso quotidiano o nell’ambito della natura, sono proposti da Corsini nella loro esatta replica in vetro: una realtà altra, “inutilizzabile”, immobile, incantata, delicata. La trasparenza del vetro è però anche attraversamento, non di uno spazio fisico ma mentale. Il pensiero va oltre perché non trova nel suo percorso l’ostacolo della superficie. Il soggetto stesso dell’opera e il suo astrarsi tramite l’uso del vetro, possono richiamare la profonda spiritualità rappresentata nel celebre quadro L’Angélus di Millet che esprime proprio quella religiosità che al mondo contadino appartiene, per la sua simbiosi con la Natura e quindi con il Paesaggio.
La montagna, o forse sarebbe meglio definirlo un vulcano, è viva, come molti degli oggetti interattivi o pulsanti già creati dall’artista.
Questo improbabile connubio di materiali per rappresentare un dato naturale, ci riporta a quella che è una tra le chiavi di lettura della mostra e che, in parte, ci spiega anche il suo titolo. Incipit della mostra è la casa che scivola verso l’altro, trovando il suo proseguimento ideale nel prosperoso idillio dell’orto in cui uomo e natura si incontrano, giungendo alla sua conclusione qui, davanti alla montagna, dove uomo e natura sono finalmente un tutt’uno, dove la montagna esiste perché l’uomo la rappresenta e dove l’uomo esiste perché grazie alla montagna può autodefinirsi. L’inchiostro che riga le pareti della montagna è scrittura, apparente segno ancora nella sua fase primigenia e intellegibile, che completa però la visione e quindi la lettura del “paesaggio”.
Vittorio Corsini è nato a Cecina (Li) nel 1956; vive e lavora tra Firenze e Milano. Ha compiuto studi storico-artistici presso la Facoltà di Lettere Moderne all’Università di Pisa. Corsini ha iniziato la sua attività espositiva alla fine degli anni ’80 partecipando sin da allora a numerose mostre personali e collettive in musei e istituzioni pubbliche e private.
Alcune mostre personali: Museo MACRO, Roma (2011, 2010); Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Modena (2012); Palazzo delle Papesse - Centro Arte Contemporanea, Siena (2002); Galleria d’Arte Moderna, Bologna (1999); Gazelli Art House, Londra, Regno Unito (2013); Galleria L’Attico a Roma (1989).
Alcune mostre collettive: MART, Rovereto, Trento (2013); Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato (2004, 2002, 2000, 1998, 1994, 1993); Galleria Alessandro Bagnai, Firenze (2013 e 2006); Galleria L’Attico (1995, 1990).
Tra le opere pubbliche: “Incipit Vita Nova”, Fortezza Nuova di Livorno (2013); “Parma #33”, Torino (2009); “Codice rosso”, Milano e Lucca (2008); “Uomini” presso l’ospedale di Campostaggia a Poggibonsi (SI) (2008).