Vittorio Matino – Divampa colore
Vittorio Matino (1943-2022), pittore di origini pugliesi formatosi in Veneto, ha fatto del colore l’elemento centrale della sua poetica.
Comunicato stampa
Dal 15 giugno al 6 ottobre 2024 la Fondazione Biscozzi | Rimbaud di Lecce presenta la mostra Vittorio Matino – Divampa colore, a cura di Nathalie Vernizzi Matino e Gabriele Matino, sesto appuntamento espositivo dal 2022 dell’istituzione fondata nel 2018 dai coniugi Luigi Biscozzi e Dominique Rimbaud con l’intento di promuovere l’arte moderna e contemporanea attraverso un programma di mostre che ha visto sin qui come protagonisti Angelo Savelli (L’artista del bianco, 2021), Salvatore Sava (L’altra scultura, 2022), Grazia Varisco (Sensibilità percettive, 2022-2023), Mirco Marchelli (Voci in capitolo, 2022-2023), Yuval Avital (Lucus, 2023-2024).
Vittorio Matino (1943-2022), pittore di origini pugliesi formatosi in Veneto, ha fatto del colore l’elemento centrale della sua poetica. Dopo aver trascorso gli anni Sessanta assimilando l’irraggiamento del colore-luce proprio della tradizione pittorica veneziana, si trasferisce a Milano nel 1971, con lunghe permanenze a Parigi, viaggiando in Europa e negli Stati Uniti per approfondire la conoscenza dei maestri della modernità europea e americana. L’artista trascorse lunghi periodi anche in Puglia, alla riscoperta delle proprie radici, tanto da eleggere Otranto a sua residenza estiva. Per vent’anni, fino all’estate del 1993, Matino ha partecipato attivamente alla vita politica e culturale di Otranto, contribuendo in maniera incisiva alla difesa del territorio e alla tutela del suo patrimonio. L’artista ha all’attivo un centinaio di mostre personali e numerose collettive in Europa e Nord America, in gallerie, musei e spazi pubblici. Le sue opere si trovano nei maggiori musei italiani e in collezioni private, tra cui Fondazione Prada, Museo del Novecento e Gallerie d’Italia a Milano e il Mart di Rovereto.
La mostra segna il ritorno di Matino alla sua terra d’origine con un’importante rassegna monografica, la prima dopo la scomparsa del pittore, presentando venti tele, selezionate dalla collezione personale dell’artista e per la maggior parte esposte per la prima volta con l’intenzione di creare una immersione totale nel colore e uno spazio espositivo avvolgente per lo spettatore.
Le opere esposte ripercorrono anni di intensa produzione e riassumono i passaggi del percorso artistico di Matino dal 2004 al 2013 con il diffondersi della luce e del colore sulla tela, dal bianco intenso (Dittico rouge et noir, 2005) al profondo nero (Solfeggio in nero, 2004; Nigro Aires, 2005), esplorando tutte le possibili sfumature della gamma cromatica (Viola di sera, 2005; Acero rosso, 2009; Piccolo verde, 2009; Anima nera, 2013). Si segnalano inoltre Surya’s Grace e Red for Chennai, quadri sorti dopo un viaggio in India nel 2008 che appartengono a un gruppo di opere esposte in parte alla Sundaram Tagore Gallery di New York nel 2009.
La mostra intende anche creare delle sinergie tra spazio visivo e spazio sonoro, riproponendo un approccio proprio dell’artista che era solito dipingere ascoltando musica jazz, Mozart, oppure musica classica indiana, e questa suggestione è confermata anche da alcune opere come Round Noon (2013), All Blues (2009), e Stormy Sunny Sunday (2010), ispirate fin dal titolo dalle emozioni sensoriali indotte all’artista dalla musica.
La mostra è corredata da un catalogo illustrato, trilingue (in italiano, francese e inglese), pubblicato da Dario Cimorelli Editore, che include un saggio di Gabriele Matino, una testimonianza di Nathalie Vernizzi Matino, un contributo di Salvatore Miggiano, sindaco di Otranto negli anni in cui l’artista vi trascorse i mesi estivi, una selezione di citazioni tratte dagli scritti dell’artista e una presentazione di Lorenzo Madaro.