Wainer Vaccari – La Sibilla di Cento
La Civica Pinacoteca il Guercino è al suo secondo appuntamento con il contemporaneo. Il primo ha visto Nicola Samorì confrontarsi con Guercino, ora tocca a Wainer Vaccari che, con questa piccola mostra intitolata “La Sibilla di Cento”, affronta il tema partendo appunto dalla Sibilla di Guercino.
Comunicato stampa
La Civica Pinacoteca il Guercino è al suo secondo appuntamento con il contemporaneo. Il primo ha visto Nicola Samorì confrontarsi con Guercino, ora tocca a Wainer Vaccari che, con questa piccola mostra intitolata “La Sibilla di Cento”, affronta il tema partendo appunto dalla Sibilla di Guercino,
dipinta intorno al 1620 e depositata presso il museo dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cento.
Il dialogo che si instaura tra le due opere, o meglio tra Vaccari e il maestro centese, è sintetizzato con poche parole che Vittorio Sgarbi spende per quest’ultimo: “...a maggior gloria della pittura” evocando contemporaneamente la pittura barocca e il recente ritorno al figurativo. Tra Guercino e Vaccari il passo è lunghissimo, ma è analogo lo sguardo sul mondo, restituito poi applicando le buone pratiche dell'arte: dall'incessante, quasi compulsivo, esercizio del disegno fino alla scelta di una gamma cromatica sostenuta da una pennellata carica di materia.
In Wainer Vaccari tale processo creativo, dal segno al colore, affiora costantemente; in questa piccola mostra emergono ricordi compositivi e cromatici da Guercino, nella Sibilla in particolare.
Su questo soggetto Vaccari medita, ma non precisa, forse suggerisce un suo pensiero sull'incertezza della nostra epoca attraverso i colori dell’Ucraina delle piccole figure che la stanno interrogando. Il discorso rimane aperto e l'interpretazione soggettiva è nel conto dell'artista. Qui preme sottolineare la gloria della pittura, il virtuosismo tecnico, il solido mestiere dell'arte conquistato attraverso un lavoro indefesso e costante, esattamente come si faceva in passato, come faceva il Guercino.