Walter Bortolossi a Trieste
Mostra di Walter Bortolossi, con sei opere della recente produzione e alcune delle quali realizzate appositamente per questo appuntamento.
Comunicato stampa
Mercoledì 14 marzo, alle ore 18.30, nel foyer del Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”, avrà luogo l’inaugurazione della mostra di Walter Bortolossi, con sei opere della recente produzione e alcune delle quali realizzate appositamente per questo appuntamento.
L’autore utilizza in modo singolare la combinazione e la stratificazione di immagini, quasi interamente rivolto a una sorta di grande collage pittorico che non è esagerato riferire al mondo dell’Illuminismo. Chiarezza d’intenti e di pensiero, aggiornamento e presa di posizione su tutte le questioni ed istanze più innovative mettono a confronto una complessa forza narrativa con schemi di pensiero assertivi, in un’impianto che non è semplicemente illustrativo, ma critico ed inventivo.
La sua è una pittura che si apre a ventaglio, quasi per coinvolgere e avvolgere lo spettatore, spesso è di grandi dimensioni, proponendo una gamma amplissima di citazioni e di riferimenti: questo ci permette di ignorarne il numero perché la molteplicità si presenta come varietà e poi perché l’enumerazione infinita di queste sfumature è suggerita fuori campo dall’idea un po’ insolita di verticalità prospettica, dove uno pseudo-suolo si fonde con il fluire di morbide superfici superiori quasi in un andamento da colonna d’acqua che dalle profondità esce con tutta la sua forza verso l’alto. Ciò vale a dire che se si può parlare di impressione retinica, questa va intesa in termini molto vaghi, lontani, evocativi; quasi un vissuto sentimentale che si pone al centro del fluire storico del presente. Natura e cultura, istinto e intervento meditato si mescolano, amalgamandosi nella ricerca di mondi primigeni, come sottoposti al susseguirsi di un respiro o dei battiti del cuore: in questa pittura c’è idealmente il suono ritmico della musica lontana e il calore di frammenti corporei messi a fuoco con l’entusiasmo di colui che non smette mai di cercare il nome giusto da assegnare a ogni cosa, l’aggettivo più pertinente o la sfumatura più indovinata, senza però dimenticare il commento o la battuta caustica di stampo settecentesco. Nel grande calderone di Bortolossi vi entrano molte componenti: dalla cinematografia di Bollywood alle più recenti teorie scientifiche, dalla bizzarria di una caricatura o di una deformazione al ritratto fedele di una attrice cult del cinema americano, dall’ultima insolenza filosofica all’evocazione religiosa, dall’immaginetta popolare al profilo di un’architettura ipermoderna, e così via: nel mondo turbinoso dell’autore non c’è tempo per riposarsi o per lasciare decantare il pensiero a cui la pittura fa da supporto: non a caso ricorre spesso l’immagine di filosofi e pensatori che dal caos tenterebbero di ricavare la possibilità di un progetto o le soluzioni per una situazione di crisi.
La mostra di Trieste segue le recenti personali alla Galleria d’Arte Moderna di Udine alla Glassell Gallery del Museo della Louisiana State University di Baton Rouge e alla Egbert Baqué Contemporary Art di Berlino oltre alla partecipazione a mostre collettive come la Biennale del Friuli Venezia Giulia al Porto Vecchio di Trieste, “Un’altra Storia- arte italiana dagli anni Ottanta agli anni Zero” alla ex chiesa di San Carpoforo a Milano, “Palinsesti- Punto Fermo” a Casa Cavazzini a Udine e la più recente, organizzata per i 25 anni della Luz De Jesus Gallery a Los Angeles .
L’evento, curato da Roberto Vidali, e presentato da Maria Campitelli, è stato realizzato dall’Associazione Juliet. Nella serata inaugurale il rinfresco sarà offerto da Caffè Teatro Verdi.