Walter Valentini / Giovanni Gaggia – Del filo e del segno
A dieci anni dall’ultima edizione del Premio (1995-2007), con questa mostra degli artisti Walter Valentini (1928) e Giovanni Gaggia (1977), ed il progetto di un’incisione a quattro mani, si vuole riportare l’attenzione sulla tecnica incisoria e promuovere la rinascita del Premio Internazionale per l’incisione “Fabio Bertoni”.
Comunicato stampa
La Galleria Bramante è lieta di ospitare il progetto DEL FILO E DEL SEGNO degli artisti marchigiani Walter Valentini e Giovanni Gaggia, a cura di Chiara Canali.
La mostra, che inaugurerà domenica 21 maggio alle ore 18.30 presso la città di Fermignano, storica sede del prestigioso Premio Internazionale per l’incisione "Fabio Bertoni", è promossa e sostenuta dal Comune di Fermignano e dalla Regione Marche.
In occasione dell’inaugurazione dell’esposizione interverrà Chiara Canali, curatrice della mostra, oltre a Sandro Pascucci, Direttore Fondazione Teatro Comunale di Cagli, Massimo Mattioli e Maria Letizia Paiato, critici d’arte che hanno dato un contributo in catalogo, e l’artista Giovanni Gaggia.
A dieci anni dall’ultima edizione del Premio (1995-2007), con questa mostra degli artisti Walter Valentini (1928) e Giovanni Gaggia (1977), ed il progetto di un’incisione a quattro mani, si vuole riportare l’attenzione sulla tecnica incisoria e promuovere la rinascita del Premio Internazionale per l’incisione "Fabio Bertoni".
Entrambi originari di Pergola, i due artisti hanno compiuto la propria formazione – a quarantacinque anni di distanza – presso la Scuola del Libro (Istituto di Belle Arti di Urbino) dove Valentini ha acquisito il gusto raffinato per le carte, i caratteri tipografici, la legatura, al punto che oggi è riconosciuto come uno dei maestri internazionali nell’arte grafica contemporanea, mentre Gaggia ha ereditato le doti di abilità e accurata perfezione nel disegno, per poi indirizzarsi anche verso i campi dell’azione performativa e della gestualità del ricamo.
L’acquaforte Unitis Signis, nata dalla collaborazione dei due artisti che hanno incrociato e fuso le proprie poetiche, si compone di due riquadri affiancati, come le pagine aperte di un libro. La lastra di sinistra è quella incisa da Walter Valentini e presenta il consueto tema della misurazione delle costellazioni celesti, delle galassie che, con le loro orbite, circuitano attorno ai pianeti, creando un rapporto musicale e poetico tra linee e segni. Il lavoro è unificato dal motivo delle cinque sfere a cui Valentini ha configurato sul piano e Gaggia ha permeato di un suo contenuto. Le cinque sfere hanno un significato preciso e alludono alle fasi di metamorfosi della farfalla (elemento ricorrente nell’opera del giovane artista). Lo sfondo della lastra di destra, inchiostrato come quello di sinistra e completato dal segno di Gaggia, è attraversato dalle linee curve, sinuose e delicate delle ali di una farfalla per rafforzare ancora di più il senso di rinascita a nuova vita, come auspicio al raggiungimento di bellezza, perfezione ed equilibrio interiore.
La mostra è arricchita da un nucleo di opere di entrambi gli artisti: Walter Valentini presenta il ciclo La stanza del tempo (1983) dove emerge un fitto intreccio di segni verticali, diagonali, orizzontali, regolati da una proporzione ritmica da cui germinano triangoli, rettangoli e semicerchi iscritti all’interno di una sezione aurea. Le opere de La stanza del tempo, oltre al segno tracciato, presentano il motivo a rilievo del filo di piombo o di cotone intinto nel carbone e fissato alle estremità con chiodi, teso in parallelo al piano dell’opera, che accentua la geometria e la regolarità dei tracciati. In mostra anche il libro d’artista Dante Anarca e i suoi sei maestri (1990), un poemetto inedito di Giacomo Oreglia arricchito da 6 acqueforti di Walter Valentini, edito dalla Galleria Della Pergola, in cui si evidenzia l’equilibrio elegante tra scrittura e immagini.
Giovanni Gaggia espone alcune opere Sanguinis Suavitas, disegni a matita su carta cotone Fabriano che, assieme alle opere successive di Inventarium (2014) riflettono sulla memoria della strage di Ustica, e ne traggono immagini vivide di chiavi, ciabatte, cucchiai, tazzine e altri effetti personali da viaggio, segni significativi di una perdita e di un ritrovamento. Il tema ricorrente delle ali di farfalla, simbolo di liberazione, è marcato da impronte rosse di cuore-sangue.
Le opere Ali Squamose (2009), Miratus Sum (2011) e Cruoris Factum (2013), realizzate attraverso la tecnica del ricamo su lino, sono state realizzate da Gaggia a distanza di tempo in occasione di alcune azioni performative, riattualizzando una pratica che recupera una manualità perduta assumendo una valenza sociale.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Manfredi Edizioni con testi di Chiara Canali, Massimo Mattioli e Maria Letizia Paiato e una sezione iconografica con le immagini di lavorazione della incisione Unitis Signis e le opere dei due autori.
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Promossa e sostenuta da Comune di Fermignano
e Regione Marche. Con il contributo di TVS.
Media partner: Artribune
Progetto grafico: Jonathan Pierini