Wang Yongxu – Altre Architetture
La mostra propone un viaggio profondo tra Oriente e Occidente, attraverso un approccio che esplora l’essenzialità, il silenzio e la riflessione filosofica.
Comunicato stampa
Il Museo delle Genti d'Abruzzo di Pescara è lieto di presentare "Altre Architetture", la personale dell'artista cinese Wang Yongxu, curata da Mariano Cipollini. La mostra, che si terrà dal 18 gennaio al 15 febbraio 2025, propone un viaggio profondo tra Oriente e Occidente, attraverso un approccio che esplora l’essenzialità, il silenzio e la riflessione filosofica.
In un contesto dove la tradizione occidentale guarda al “sacrificio massimo” come mezzo per il riscatto e la salvezza, la pratica meditativa orientale suggerisce invece un percorso interiore guidato dal silenzio, senza la necessità di un'entità superiore. Wang Yongxu si inserisce in questo dialogo tra le due culture, riuscendo a fondere il rigore minimalista dell'Oriente con l'etica riflessiva dell'Occidente, per dar vita a una visione che trascende le rigide divisioni tra i due mondi. Le sue opere, caratterizzate da una frugalità espositiva che rifiuta ogni artificio estetico, diventano vere e proprie strutture del pensiero contemporaneo. Ogni installazione, ogni scultura è un invito a riflettere sul concetto di esistenza, sulla fragilità della vita e sull'equilibrio tra l'individuo e la collettività. L'artista non propone verità assolute, ma invita lo spettatore a partecipare a una riflessione condivisa, un atto di introspezione che cerca di superare i confini culturali, ideologici e morali.
In particolare, l’installazione "Nebbia" del 2023 assume un ruolo centrale nella mostra, come riflessione sulla doppia faccia del libero arbitrio e le implicazioni socio-politiche che ne derivano. La nebbia, che oscura e rende indistinto ciò che ci circonda, è simbolo di un'indifferenza collettiva che non conosce frontiere. In contrasto, l'artista introduce piccole edicole in cemento grigio, che richiamano reliquiari o totem, rappresentando una connessione tangibile con la spiritualità umana e le sue pratiche devozionali. Le sue opere, pur essendo prive di iconografie esplicite, si fanno carico di una dimensione spirituale che non impone dogmi ma sollecita una riflessione personale.
Wang Yongxu, in una continua tensione tra il silenzio e il suono, il concreto e l'intangibile, riduce la sua arte a essenzialità formale e materiale. I suoi lavori, realizzati con cemento, pietra, sabbia e acciaio, sono pensati come atti di purificazione che permettono allo spettatore di confrontarsi con le proprie percezioni e introspezioni. La pratica del "bonsai", che trasforma l'elemento naturale in un'installazione purificatrice, rappresenta il legame profondo tra la natura, l'arte e la meditazione interiore. L’arte di Wang non si limita a essere uno strumento di contemplazione, ma diventa un medium che stimola un cambiamento di consapevolezza, capace di guidare verso una pacificazione interiore.
"Altre Architetture" è una mostra che va oltre la superficie delle cose, invitando il pubblico a una riflessione profonda su concetti universali come la memoria storica, il sacrificio, e la ricerca del divino. In ogni sua opera, Wang Yongxu ci offre una visione del mondo dove l'estetica non è fine a se stessa, ma nasce dalla sostanza stessa del pensiero, invitandoci a immaginare altre architetture del nostro esistere, sospese tra materia e spirito.
Vi invitiamo a scoprire questo straordinario percorso artistico, che saprà stimolare una riflessione intima e collettiva, al Museo delle Genti d'Abruzzo.
BIOGRAFIA ARTISTA
Wang Yongxu
Nato nel 1987 in Nei Mongol, Cina, Wang Yongxu vive tra Pechino e Roma. Ha conseguito il Master of Fine Arts presso l'Accademia di Belle Arti di Roma nel 2016, e precedentemente il Bachelor of Fine Arts presso il Beijing Institute of Fashion Technology nel 2012.
Wang Yongxu è un artista che esplora in profondità l'esistenza umana e le complesse dinamiche della coscienza collettiva. Con un forte interesse per la memoria storica personale e collettiva, la sua ricerca si concentra sulle connessioni tra vita e distruzione, svelando le implicazioni filosofiche di questa dualità. La sua pratica artistica è influenzata dalla filosofia del materialismo e dell'esistenzialismo, e si concretizza nell’uso di materiali compositi e ready-made, come cemento, pietra, sabbia, acciaio e viti, che riflettono l’interazione tra forma e sostanza.
Le opere di Wang Yongxu sono caratterizzate da un approccio di profonda introspezione, in cui l’arte diventa un veicolo per la riflessione intellettuale. Ogni creazione invita lo spettatore a riflettere sulla propria esistenza, sulla fragilità della vita e sulle complesse relazioni tra l'individuo e l'ambiente circostante.
Tra le sue mostre più recenti figurano "The Wall" (2024) presso l'AAIE Center for Contemporary Art a Roma e la mostra personale "Nebbia" nel 2023 presso Atelier Montez. Nel 2020, ha partecipato alla mostra "Evocazioni | Ritmi e Forme della Materia" a Venezia. Wang ha inoltre presentato le sue opere in diverse istituzioni internazionali, come il Museo MACRO di Roma, e ha partecipato a simposi di scultura a livello internazionale, tra cui quelli a Orsomarso (2018) e San Benedetto di Cetraro (2017).
La sua ricerca continua a esplorare il dialogo tra l'arte contemporanea e la filosofia, spingendo gli spettatori a confrontarsi con temi esistenziali e a riconsiderare il rapporto tra individuo, materia e tempo.