White album
Il colore bianco e le sue declinazioni sensoriali sono il pretesto per riunire in questa mostra il lavoro di alcuni artisti che si sono confrontati con il non colore del bianco e altri che sono stati invitati a sperimentare per la prima volta un dialogo con la sua bianchezza senza colore, ma anche con tutte le lunghezze d’onda della luce presenti nel bianco e le sue declinazioni.
Comunicato stampa
Il colore bianco e le sue declinazioni sensoriali sono il pretesto per riunire in questa mostra il lavoro di alcuni artisti che si sono confrontati con il non colore del bianco e altri che sono stati invitati a sperimentare per la prima volta un dialogo con la sua bianchezza senza colore, ma anche con tutte le lunghezze d’onda della luce presenti nel bianco e le sue declinazioni.
Cosa fa pensare alla sua determinazione ad essere un grande vuoto? Ad essere superficie? La bianchezza nasconde qualcosa? Dove inizia o dove finisce il bianco?
Guardandosi alle spalle, sullo sfondo troviamo la copertina dell’album del 1967 dei Beatles, i white paintings del 1951 di Rauschenberg, i tagli di Fontana su tela bianca, l’ambiente bianco di Castellani, michette bianche e cotone bianco e ancora la mostra vitalità del negativo del 1970, la bandiera bianca di Mauri, le sculture di zucchero di Kovanda, le velature dei veli bianchi di Memling, il fondo bianco del quadrato nero di Malevic del 1915, i neon di luce bianca di Flavin, le righe bianche che separano le righe colorate di Buren, e molto altro ancora, compresa la neve, le strisce bianche sulle strade, la “bianchitudine” e la cultura con i suoi modi di vedere che condizionano il bianco più che la luce stessa.
Cesare Biratoni, Oppy De Bernardo, Serena Fineschi, Daniele Giunta, Giulio Lacchini, Marco Andrea Magni, Samuele Menin, Stefano Peroli, Alessandro Traina.