Whitexmas
Una collettiva di artisti della galleria che presentano nuovi lavori in linea con le loro ricerche più recenti.
Comunicato stampa
.. La fotografia del duo svizzero, AlexandFelix, riscrive i termini e rivede i canoni di una ritrattistica contemporanea che sa rendere austera l’estetica giocosa e ultrapop di certa fotografia contemporanea. Il risultato è una carrellata di regine fantasiose e surreali, protagoniste di mondi fantastici che sembrano richiamare i personaggi bislacchi di favole come il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry o l’Alice di Lewis Carrol. Dopo le bambole post-umane di Hans Bellmer e le operazioni estetiche di Orlan, questa serie giunge come risultato ultimo di una “tradizione” che unisce l’idea dell’inorganico ad un che di favolistico e fantascientifico...
... Angelo Bellobono parte da una considerazione sociale e antropologica di quella che è una prerogativa specifica dell’uomo: il suo essere libero, di possedere la capacità di discernimento e di scelta. Padrone delle proprie azioni. I fatti di questi ultimi mesi, che parlano di rivoluzioni, pare alimentate dai social network, in zone fino ad oggi credute stabili, come la Tunisia e l’Egitto, fanno pensare che la galleria di Bellobono non sia soltanto una prova di ritrattistica del tempo presente ma anche una sorta di fissazione nell’eternità della pittura di un valore tanto astratto quanto primitivo, che in alcuni tipi psicologici (direbbe Jung) può diventare una sensazione carnale...
... Il mondo di Chiara Coccorese, costruito secondo i dettami della stage photography, rappresenta il luogo di sopravvivenza di una narrazione mitica, accogliente ed inquietante, come è il mondo della fiaba. La ricerca artistica di Coccorese ha origine nella pittura, nella quale sperimenta, accanto al tradizionale colore ad olio, gli effetti di diversi materiali come la cera, la cartapesta e la plastilina, applicati sui più svariati supporti: tele, legno, ceramica, stoffe...
... Nel suo nuovo progetto Iride, Vania Comoretti analizza la parte dell’occhio che più di tutte vanta una letteratura scientifica, filosofica, esoterica, di grande importanza. Nella sua ricerca, Comoretti attraversa le considerazioni che dell’iride vengono esposte dalla mitologia greca fino ad arrivare alle aberranti misurazioni antropometriche operate dal nazismo con i suoi terribili esperimenti, passando per l’illuminista Voltaire. Ma è soltanto una prefazione, un viaggio culturale dentro un mondo che affascina l’artista per motivi personali, formali, etici ed estetici...
... Luca Coser fa parte di una generazione di artisti cresciuti durante il periodo successivo alla morte delle grandi utopie e degli scontri di piazza. Una generazione depoliticizzata che viene condizionata dalle nuove tecnologie, tra cui anche quelle dedicate alla fruizione culturale (computer, home video, registratori). È in videoteca o in biblioteca (o nel salotto di casa) che tale generazione cresce e produce una serie di artisti citazionisti di cui Coser non fa parte, essendo il suo lavoro ancora più radicalmente posto in un’ottica di appropriazione dei contenuti, dei temi affrontati dalla letteratura dalla musica e dal cinema di quegli anni. “Dipingo quello che vedo nei film, nei libri e nella musica come se fossi un pittore impressionista che invece di andare in plain air si chiude in casa e in se stesso e trova nella cultura un paesaggio interiore, fatto però anche di immagini (come i film di Wenders o di Antonioni) che traducono il mio senso dell’esistenza in temi e visioni” dice Coser...
...Nella serie “Love star” la stella dialoga con i Putti e gli animali stampati sul tessuto di carattere bucolico, che assume il ruolo di “fondo” culturalmente engagé, capace di richiamare tempi lontani, una certa idea di gusto e di estetica. In “Invader star”, una delle ultime serie, dentro il quadro è riprodotto il giochino delle origini dell’elettronica, Space Invader, che ha segnato una generazione. In “Op star”, Vincenzo Marsiglia cita l’arte Optical, che risuona anche nella serie “Interactive star”, dove la scena pastorale degli animali stampati sul tessuto continua nello schermo: da tessuto reale a tessuto digitale. Lo spettatore vi entra dentro e cambia la luce, varia la versione cromatica operando una interferenza con l’opera e diventandone in un certo modo co-autore per il tempo che si pone di fronte e in dialogo con essa...
... Alessandro Pagani dipinge, dopo le serie dedicate alla boxe, alle montagne bellunesi e ai diorama del Museo di Storia Naturale di Milano, questa nuova serie di opere che traggono spunto dal cinema di Herzog, di Greenaway, dal grande cinema horror degli anni Settanta e dai b-movie. Si tratta per Pagani di andare a ritracciare una personale emozione estetica infantile, dentro un flusso di opere che sembrano “scorrere” come altrettanti fotogrammi di un flusso di coscienza. All’interno di una pittura “atmosferica”, che prende spunto dal fotorealismo per costruire un linguaggio condiviso, Pagani inserisce l’elemento originale della “defigurazione” dei volti dei personaggi. In questo modo mette in scena il “rimosso” ed esalta il mostruoso, il perturbante, dentro scene che mantengono ed esaltano la tensione compositiva dei registi da lui ammirati...
... Liesje Reyskens, giovane fotografa belga, è impegnata nella riscrittura di una femminilità nuova che tratta con molta ironia l’idea della fotografia pubblicitaria. Reyskens riflette sull’utilizzo del corpo femminile come veicolo di codici comportamentali e identitari. Le sue adolescenti esprimono il candore di una femminilità più consapevole ed eccentrica. Alcune di loro sono ritratte con tipici oggetti da lavoro domestico (coltelli, detersivi, biancheria...). Altre invece mangiano patatine di McDonald, abbracciano orsacchiotti o dormono con la testa immersa fra tanti lecca-lecca. Reyskens usa gli stereotipi di una fotografia commerciale, che spesso si spinge al limite dell’osceno con richiami sessuali sempre più espliciti, per mettere in campo una propria interpretazione. Così il modello della “femme fatale” diventa quello di una lolita comica, tenera e sinistra...
... “I farmaci regolano la nostra esistenza ed il nostro sistema economico. Siamo farmaco-dipendenti, non preghiamo una qualche entità astratta per guarire ma ci rivolgiamo al farmaco, è il rimedio per tutto. I farmaci ci aiutano a guarire, a dormire, a mangiare, a fare sesso... Di solito utilizzo per i titoli dei miei quadri nomi di farmaci che assumo io stesso o persone a me vicine”, dice Francesco Zefferino...