William Furlong – Speaking to Others: Who Speaks to Who
La mostra Speaking to Others: Who Speaks to Who (Parlare con gli altri: chi parla con chi) presenta un’opera di nuova realizzazione commissionata all’artista britannico William Furlong e creata appositamente per gli spazi di Villa Romana di Firenze.
Comunicato stampa
… allo stesso modo è necessario arrivare a una immagine speciale, futura e utopistica della società, ma questa utopia non comporta un momento irreale… abbiamo di nuovo il dovere di pensare che cosa possiamo fare domani, la prossima settimana, fra un mese, e questioni del genere… per questo si tratta di una specie di produzione per l’oggi e non per il futuro… lasciamo che la gente partecipi per esempio alla discussione sui problemi… parlare con la gente di questi problemi … Joseph Beuys, 1974
La mostra Speaking to Others: Who Speaks to Who (Parlare con gli altri: chi parla con chi) presenta un’opera di nuova realizzazione commissionata all’artista britannico William Furlong e creata appositamente per gli spazi di Villa Romana di Firenze.
L’opera raccoglie le voci di alcuni artisti estremamente significativi, registrate da William Furlong fra il 1973 e il 2007 nell’ambito del progetto di collaborazione Audio Arts; fra gli artisti ci sono Joseph Beuys, Mario Merz, Nam June Paik, Susan Hiller, Richard Serra, Mary Kelly, Richard Hamilton, Lawrence Weiner, Rachel Whiteread, Richard Wentworth, Gerhard Richter, Dieter Roth, Tracey Emin, Jean Tinguely e Sarah Lucas.
Come in opere precedenti quali To Hear Yourself as Others Hear You (South London Gallery, 2003) e Intelligence (Tate Britain, 2000), Speaking to Others: Who Speaks to Who sviluppa ulteriormente l’idea di una conversazione composita costituita dal montaggio di registrazioni originali realizzate in tempi e in luoghi diversi, dove Furlong incontrava gli artisti e parlava con loro individualmente.
Il titolo dell’opera Speaking to Others: Who Speaks to Who è un riferimento diretto a un soggetto che parla, ma implica anche un soggetto che viene ascoltato. Si tratta di un atto reciproco, uno spazio relazionale creato e definito dalla voce umana. Uno sforzo creativo che abbraccia il linguaggio parlato quale materiale artistico e modus operandi in sé.
Il titolo dell’opera costituisce anche un riferimento fondamentale all’opera di Joseph Beuys e alla sua idea di scultura sociale intesa qui come spazio performativo attivato per mezzo del linguaggio e dei dibattiti. Furlong incontrò Beuys e registrò la sua celebre lezione/performance all’ ICA-Institute for Contemporary Arts di Londra nel novembre 1974. Lo intervistò anche al Victoria & Albert Museum nel 1983 e alla galleria Anthony d’Offay nell’ottobre 1985 in occasione dell’installazione Plight.
Per la prima volta dalla pubblicazione delle interviste di Beuys su Audio Arts, Furlong rivisita le sezioni non pubblicate e non modificate della registrazione eseguita all’ICA. Per l’installazione di Villa Romana le parole e le frasi pronunciate da Beuys si fondono in una scultura uditiva intima che richiama esplicitamente le questioni politiche ed estetiche condivise da Furlong e Beuys alla metà degli anni Settanta.
Speaking to Others: Who Speaks to Who costituisce in questo senso un doppio atto artistico: una installazione sonora che attiva l’ascoltatore e lo spazio in cui egli abita (ascolto attivo) e, complessivamente, un archivio di voci che non è solo documentazione audio ma crea uno spazio d’ascolto che è, in ultima analisi, uno spazio per l’esperienza artistica oltre che uno spazio dedicato a tale esperienza.