William Marc Zanghi – Life on Earth
Zanghi porta in mostra una selezione delle opere che hanno caratterizzato la sua ricerca in pittura negli ultimi anni.
Comunicato stampa
Sabato 1 giugno 2024, alle ore 18:00, Don Nino-Mind Food è lieto di invitarvi all'opening di Life on Earth mostra personale di William Marc Zanghi a cura di Vito Chiaramonte.
Zanghi porta in mostra una selezione delle opere che hanno caratterizzato la sua ricerca in pittura negli ultimi anni. Che siano isole o mappature, sobborghi o pastelli astratti, Zanghi parte sempre dal tema della percezione e rappresentazione dello spazio come forma simbolica. Le isole sono come apparizioni misteriose, come lo è l’isolotto nella Toledo di El Greco al Metropolitan di New York, immerse in mari di colore e popolati da strane forme di vita, Bigfoot improbabili e carnai di bagnanti. Le mappature sono dipinti non figurativi, spesso concepiti come laghi cangianti di rosa tenui o violenti, oppure di neri dalla consistenza madreperlacea, a volte attraversati da fratture fluorescenti profonde come tagli. I sobborghi di Los Angeles sono incastri di piani spaziali incongruenti in cui si gioca a Basket. Il tema della mostra è la parabola dell’immaginazione antiprospettica di Zanghi, della sua una concezione dinamica dello spazio che ha conferito alle sue opere soluzioni compositive che sono sintesi di quanto è stato e ricerca aperta a quanto può ancora essere. Tutta la pittura di Zanghi, poi, è animata da un’altissima qualità, vibrante, fatta di trasparenze, di tracce gommose che si rivelano in controluce, di linee sottili che viaggiano lungo sentieri che corrono o confinano forme o annegano. In ogni suo lavoro Zanghi ci rivela una nuova possibilità di capire lo spazio in pittura e quindi di capire una possibilità altra di pensarlo. Victor Stoichita, a proposito della veduta di Toledo di El Greco, ha scritto: « Né la veduta né la pianta sono in grado da sole di “rappresentare” integralmente la vera Toledo: essa è il punto verso cui le due rappresentazioni convergono ». La pittura di William Marc Zanghi cerca nella veduta, nella mappatura, nello spazio disarticolato e astratto, di tendere dove ci sia vita, per quanto improbabile o spensierata o tragica essa appaia.
La Mostra sarà visitabile tutti i giorni dal Martedi al Sabato dalle 10:00 alle 14:00 e dalle 16:00 alle 20:00.
Per maggiori Informazioni: [email protected]
William Marc Zanghi nasce a Wichita (Kansas) USA nel 1972. Studia Pittura presso l’accademia di Belle Arti di Palermo dove ne consegue la Laurea. Dal 2004 ad oggi partecipa a numerose mostre tra le quali: Premio Cairo, Biennale d’Arte di Venezia (padiglione Accademia), Antonio Colombo Arte Contemporanea di Milano, Bonelli Arte Contemporanea di Mantova; ed ha al proprio attivo mostre personali sia in Italia, presso: Bonelli LAB, Villa Manin Passariano di Codroipo; sia all’estero presso: MITO Contemporary Art Gallery di Barcellona (Spagna), Galerie Binz & Krämer di Colonia.
Riveste un ruolo centrale nella sua ricerca il paesaggio, si tratta di isole ai confini del mondo, boschi e giardini popolati da figure scarne e appena abbozzate, uomini indecisi se andare o restare.
L’essere umano è talvolta dominante talvolte sopraffatto e non esiste gerarchia con gli animali e la natura: ciascun elemento partecipa ad una produzione pittorica che spesso diventa metafora della rovina e della ricerca.
La sua pittura inoltre è caratterizzata dall’utilizzo delle vernici industriali: sono prossime alla liquefazione e tale caos si scompone e ricompone nei puntini colorati presenti nelle sue opere.
Vito Chiaramonte (Castelvetrano, 1973) è Phd in Storia dell’arte, docente e coordinatore didattico. Curatore indipendente, ha pubblicato saggi dedicati alla pittura meridionale del cinque e seicento, e alla ricerca nell’ambito della tutela e della storia del restauro. I suoi campi di interesse spaziano dalla didattica dell’immagine all’iconologia, dalla scienza delle immagini alla psicoanalisi. Come curatore indaga la possibilità di incrociare la produzione contemporanea con i temi della memoria individuale e collettiva. Recentemente ha curato Salomè di Alessandro Bazan, Una possibile geologia di Giuseppe Agnello, 33 di Salvo Mancuso, Hortus Deliciarum di Domenico Pellegrino, La fine del mondo di Giuseppe Borgia, Die Zauberflöte di Fulvio Di Piazza, L’insieme vuoto di Ennio Parasiliti Caprino e Josef Ribaudo e Mashup di Andrea Buglisi.
Don Nino – Mind Food è un Laboratorio creativo nato dalla volontà dei due collezionisti Francesco Galvagno e Silvia Mercurio con il desiderio di generare uno spazio ibrido, che celebrasse le molteplici visioni dell’arte, dalla Pittura alla pasticceria. Don Nino Mind food si presenta come un ambiente multiforme, centro culturale e spazio espositivo, in cui concretizzare progetti interdisciplinari: uno spazio aperto al pubblico, alle contaminazioni, alla città, in cui fare esperienza dell’arte contemporanea in ogni sua forma ed espressione.