Willy Valier
In mostra opere eseguite negli anni ’60. L’artista (1920-1968) inizio’ in quegli anni la sua pittura materica ed astratta, lavorando con materiali come gesso, cemento, sabbia, Vinavil, per creare sul quadro stratificazioni e spessori.
Comunicato stampa
Mostra dedicata a Willy Valier (1920-1968) con opere eseguite negli anni ‘60. Dopo aver abbandonato la figurazione, sull’onda dell’espressionismo astratto e dell’informale, l'artista iniziò in quegli anni a lavorare con materiali quali il gesso, il cemento, la sabbia, il Vinavil, creando sul quadro stratificazioni, spessori ruvidi, levigati, opachi o splendenti.
Il secondo dopoguerra rappresenta per Willy Valier una svolta radicale nella storia universale e in quella dell’arte. In seguito agli sconvolgimenti causati dalla guerra, dalla bomba atomica, dal fascismo, dal nazionalsocialismo e da Auschwitz, anche nell’arte l’attenzione si rivolge soprattutto a quegli approcci dai quali ci si aspetta effettivamente un nuovo inizio. La libertà riconquistata doveva esprimersi nella figurazione. A Bolzano Willy Valier era indubbiamente uno dei maggiori protagonisti di questo nuovo inizio. Grazie al suo carisma diventò ben presto un punto di riferimento per una nuova, giovane generazione di artisti decisi a rompere con il passato. L’evoluzione artistica di Valier è molto complessa.
Il suo primo ciclo di opere negli anni cinquanta è espressione del suo mondo immaginario. Si tratta soprattutto di motivi animali stilizzati, con titoli come “Geometrischer Fisch” (pesce geometrico), e degli uccelli diventati famosi, meravigliosamente sobri e raffinatamente decorativi. I suoi lavori dai colori interessanti incontrarono il gusto del pubblico, erano moderni, senza essere esagerati, e soprattutto non erano astratti. Tuttavia l’artista non ne rimase soddisfatto a lungo, era alla ricerca di qualcosa di nuovo e soprattutto non voleva perdere il contatto con l’ambiente artistico nazionale e internazionale. In questa fase si sviluppa il suo secondo ciclo di opere, la pittura materica astratta, sicuramente il più importante della sua breve produzione artistica. A questi quadri materici, accolti solo con riserva dal grande pubblico, è dedicata la mostra.
A proposito di quelle opere anche il suo amico Karl Plattner, che pure lui con la sua pittura apparentemente cubista aveva i suoi problemi qui da noi, diceva che il pubblico si sentiva disorientato e confuso. Si tratta per lo più di composizioni cromatiche di grande formato in cui, oltre ai colori normali, vengono utilizzati anche materiali inusuali quali la sabbia, il gesso, la cenere, il cemento e la plastilina con Vinavil. Sicuramente è stato influenzato da maestri come Burri, Tapiés, Dubuffet o Fautrier. Con questi quadri Valier entra nel mondo dell'avanguardia internazionale, caratterizzata dall’”arte informale”. Informale è un termine generico per indicare tendenze artistiche astratte quali action painting, tachismo, art brut. La pittura informale rinuncia a regole fisse di composizione, privilegiando invece la spontaneità e il gesto creativo.
Con i suoi quadri materici Valier entrò in conflitto aperto con la società civile e il sistema dell’arte consolidato. L’opera di Valier degli anni sessanta si rivela importante nella nuova pittura in Alto Adige perché non solo ha creato uno stile proprio, ma perché supera anche i limiti del provincialismo.
(Arnold Tribus)
Willy Valier è nato nel 1920 a Bolzano e morto nel 1968 a Senigallia.