Women | Matter
VeniceArtFactory apre a SPARC* una nuova mostra interamente dedicata alle donne.
Comunicato stampa
Una mostra con quattro voci femminili. Non aspettatevi però siano soavi e melodiche. Assomigliano di più agli ululati selvatici di una lupa.
Lea Vergine, critica d'arte degli anni Settanta, scrisse: "È inutile che lo spettatore cerchi nella visione di un'opera d'arte qualcosa che lo consoli. Troverà solo qualcosa che lo dilanierà. Starà a lui decidere come adoperarlo".
Certo direte voi, ma quelli erano anni di lotte sociali, politiche e ideali!
Forse che questi di oggi non lo sono altrettanto?
La voce di queste quattro artiste si erge all'unisono per farci sussultare. Frammenti aguzzi di porcellana sono lì per ferirci, ammassi informi di ceramica e budelli di lana si contorcono, striscianti sul pavimento. L'opera, anche quando si presenta in forma di piccoli idoli votivi, non è un balsamo lenitivo, ma un amplificatore di ombre. "L'arte", spiegava Lea Vergine, "non è faccenda di persone perbene".
An exhibition with four female voices. Don't expect them to be sweet and melodic, though. They are more like the wild howls of a she-wolf.
Lea Vergine, art critic of the seventies, wrote: "It is useless for the viewer to look for something in the vision of a work of art that will comfort her. She will only find something that will tear her apart. It will be up to her to decide how to use it".
Sure, you say, but those were years of social, political and ideal struggles!
Perhaps these present years are not equally so?
The voice of these four artists rises in unison to make us flinch. Sharp shards of porcelain are there to hurt us, shapeless heaps of pottery and woolen casings writhing, crawling across the floor. The work, even when it comes in the form of small votive idols, is not a soothing balm, but an amplifier of shadows. "Art", Lea Vergine explained, "is not a matter of respectable people".
Francesca Giubilei & Luca Berta