Wunderkammer – Giacomo Manzù

Informazioni Evento

Luogo
GAM - GALLERIA D'ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Via Magenta 31, Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì - domenica 10-18, chiuso lunedì.
La biglietteria chiude un’ora prima.

Vernissage
19/06/2013

ore 18

Biglietti

€ 10 ridotto € 6.00, gratuito ragazzi fino ai 18 anni

Artisti
Giacomo Manzù
Curatori
Lara Conte
Generi
personale, disegno e grafica

La Wunderkammer della GAM presenta al pubblico una mostra dedicata ai 14 Studi all’acquaforte per Vergilii Georgica di Giacomo Manzù (Bergamo, 1908 – Ardea, Roma, 1991), che costituiscono uno dei momenti più straordinari della produzione incisoria dell’artista.

Comunicato stampa

La Wunderkammer della GAM presenta al pubblico a partire dal 20 giugno 2013 una mostra dedicata ai 14 Studi all’acquaforte per Vergilii Georgica di Giacomo Manzù (Bergamo, 1908 – Ardea, Roma, 1991), che costituiscono uno dei momenti più straordinari della produzione incisoria dell’artista. La cartella che raccoglie queste preziose incisioni è confluita nelle collezioni della GAM di Torino nel 1956, tramite l’importante legato di Alberto Rossi, il cui raffinato spirito collezionistico si distinse per una peculiare attenzione alla grafica contemporanea italiana e straniera.
A curare l’esposizione è stata invitata Lara Conte, docente a contratto di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università dell’Insubria di Como, che da tempo conduce ricerche sullo studio dell’arte e della critica del secondo Novecento, con particolare attenzione al rinnovamento della scultura negli anni Cinquanta e Sessanta del XX secolo.
Protagonista della scultura italiana del XX secolo, Giacomo Manzù ha sempre affiancato alla ricerca plastica un’intensa attività grafica. Nella sua opera non si individua infatti un rapporto di subordinazione della grafica rispetto alla scultura, ma un’assoluta continuità di relazione fra questi linguaggi in termini di ricerca formale. Nelle acqueforti in mostra il segno, che si fa sempre più essenziale, scava lo spazio bianco del foglio, lasciando armonicamente fluire l’energia interna dei corpi come in un bassorilievo antico. La cartella fu stampata in un numero molto contenuto di esemplari sotto la direzione di Carlo Alberto Petrucci alla Calcografia Nazionale di Roma e fu pubblicata dall’Istituto d’Arti Grafiche di Bergamo nel 1948, alcuni mesi dopo l’uscita del volume Hoepli. Dopo gli anni tragici della guerra, l’incontro con il tema classico fu di grande impatto e suggestione per Manzù che accolse con entusiasmo l’invito di Giovanni Mardersteig, raffinato stampatore e fondatore dell’Officina Bodoni a Verona, di illustrare le Georgiche per l’edizione pubblicata da Ulrico Hoepli, nella versione italiana di Giulio Caprin. Fra il 1947 e il 1948, in una stagione creativa ed espositiva cruciale, l’artista realizzò più di sessanta acqueforti, comprendenti studi preparatori, lastre definitive e varianti, dedicate alle Georgiche, fra le quali si annoverano le incisioni riunite nella cartella 14 Studi all’acquaforte per Vergilii Georgica che costituiscono il vertice assoluto dell’intero ciclo. Manzù è teso all’investigazione dello spirito profondo della poetica virgiliana. Vuol esperire quel sentimento panico della natura, l’armonia e la pienezza della vita che rivela la propria intima essenza nel divenire, nell’oscillazione continua tra contingente e universale. Talvolta sulla carta affiorano temi che saranno rielaborati in scultura, con un’attitudine dell’artista a reiterare lo stesso soggetto, attraverso tecniche e linguaggi diversi, per raggiungere l’essenza della forma. Tra le acqueforti presentate se ne trova esempio nel motivo della natura morta sulla sedia (La seggiola): tema di forte impatto autobiografico e affettivo, che sarà più volte esplorato in scultura negli anni successivi, la sedia su cui poggiano i frutti diviene qui il motivo, l’invenzione capace di suggerire all’osservatore un’immagine di sensuale bellezza e di quotidiana evidenza. Nei Fiori pare rivelarsi la caducità di tale bellezza, il tramonto della pienezza della vita. Quasi come in un omaggio a Mafai, nello spazio esiguo e silenzioso tra figura e fondo, i Fiori raccontano lo scorrere dell’esistenza, l’ineffabile sensazione di una pienezza posseduta ma irrimediabilmente perduta.
Il progetto Wunderkammer e il ciclo di appuntamenti che vi si svolgono è curato da Virginia Bertone, conservatore delle raccolte e responsabile del nuovo Gabinetto Disegni e Stampe della GAM.