Yan Pei-Ming

Informazioni Evento

Luogo
VILLA MEDICI - ACCADEMIA DI FRANCIA
Viale Della Trinità Dei Monti 1, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da martedì a domenica (chiuso il lunedì) 10.00-19.00 (ultimo ingresso alle 18.30).

Vernissage
17/03/2016

ore 19

Biglietti

12 euro (intero), 6 euro (ridotto). Biglietto valido per l’ingresso alla mostra e per la visita di Villa Medici. Ingresso alla mostra gratuito tutti i giovedì dalle 17.00 alle 19.00.

Patrocini

La mostra è coprodotta dalla Galleria Massimo De Carlo

Artisti
Yan Pei-Ming
Curatori
Henri Loyrette
Generi
arte contemporanea, personale

La mostra presenterà la visione che Yan Pei-Ming ha della città di Roma e della sua lunga storia. Una ventina di opere di grande formato, concepite appositamente per Villa Medici ed esposte per la prima volta, riuniranno i paesaggi di rovine ai ritratti di papi, l’iconografia del cinema ai momenti chiave della vita politica italiana.

Comunicato stampa

La mostra Yan Pei-Ming Roma si svolge dal 18 marzo al 19 giugno 2016 a Villa Medici e riunisce due illustri borsisti dell’Accademia di Francia a Roma: il pittore franco-cinese Yan Pei-Ming, che ha soggiornato a Roma nel 1993-1994 ed è oggi considerato uno dei maggiori artisti contemporanei, e lo storico dell’arte Henri Loyrette, borsista dal 1975 al 1977, direttore del Musée d’Orsay (1994-2001) e presidente-direttore del Louvre (2001-2013), a cui è stata affidata la curatela dell’esposizione. Nell’anno del 350° anniversario dell’Accademia di Francia a Roma, Yan Pei-Ming e Henri Loyrette ritornano a Villa Medici “su tracce diverse e distanti”. Il curatore sottolinea come il progetto sia stato guidato dall’“attaccamento a questo luogo e da quello che pensiamo sia il suo genio, la conoscenza vissuta che ne avevamo, la nostra esperienza diversa e
condivisa”.

Coprodotta dalla galleria Massimo De Carlo, la mostra presenta la visione che Yan Pei-Ming ha della città di Roma. Una ventina di opere di grande formato, concepite appositamente per Villa Medici ed esposte per la prima volta, accostano i dipinti di monumenti e rovine ai ritratti di papi, l’iconografia del cinema a momenti chiave del recente passato. Un percorso che rende omaggio ai maestri della pittura, in particolare a Caravaggio e a Velázquez, e che fa rivivere gli eventi e i personaggi che hanno segnato la storia della città.
Ritratto, autoritratto, dipinto storico: Yan Pei-Ming esplora tutti i generi pittorici. Le sue opere, presenti nelle più grandi collezioni francesi e internazionali, si caratterizzano per la maniera vigorosa in cui sono state realizzate, il formato imponente e la bicromia (principalmente in bianco e nero). L’artista si è fatto conoscere in tutto il mondo per i suoi ritratti, che rappresentano soggetti della politica, come Mao Tse-tung o Obama, dello star system, come Bruce Lee o Isabelle Huppert, o religiosi, come il Papa. Da qualche tempo, Yan Pei-Ming ha ampliato la sua tavolozza, come testimonia la mostra romana.

Il percorso espositivo si apre con il confronto con Caravaggio e con alcune delle sue opere più celebri conservate a Roma, La Vocazione di San Matteo e Il martirio di San Matteo, esposte nella Cappella Contarelli a San Luigi dei Francesi, e la Crocifissione di San Pietro e la Conversione di San Paolo, che decorano la Cappella Cerasi a Santa Maria del Popolo. Le quattro tele realizzate da Ming sono delle stesse dimensioni dell’originale, ogni personaggio e ogni elemento si trovano nella loro esatta collocazione, eppure – osserva Henri Loyrette – “hanno la concentrazione di una grisaille e la libertà di un bozzetto. Perché Ming, come testimonia un primo stato della tela, inizia col copiare, parola per parola, prima di prendersi delle libertà con il testo, di farlo suo, di animarlo con un tocco vibrante, di andare a ciò che è per lui l’essenziale. Né copia, dunque, che evidentemente presupporrebbe un diverso servilismo, e nemmeno variazione che si esprimerebbe in capricci decorativi, piuttosto una lettura personale supportata dalla sua opera precedente, approfondita dal suo senso e dal suo gusto del tragico.” Così realizza anche le stupefacenti variazioni colorate sul Ritratto di Innocenzo X di Velázquez. Al di là della rilettura fatta da Bacon, Ming torna alla fonte originale per mostrare i possibili sviluppi contenuti nell’opera.

La mostra continua con una serie di quadri che riproducono immagini impresse nella memoria collettiva: Giovanni Paolo II a terra ferito dopo l’attentato del 1981, il ritrovamento del cadavere di Aldo Moro, i funerali dello stesso Giovanni Paolo II. Questi corpi, legati ad avvenimenti tragici e dolorosi del recente passato, evocano quelli dei santi ritratti nelle tele di Caravaggio. I testi sacri lasciano il posto alla storia contemporanea e Yan Pei-Ming dialoga non più con i dipinti dei maestri ma con la fotografia. “All’immagine
fotografica, riprodotta tanto spesso da aver perso la propria forza iniziale di mostruosa rivelazione, Ming dà una nuova e combattiva potenza. E un’altra temporalità, quella dei capolavori della pittura che essa evoca. Avvalendosi del fatto contemporaneo, il vocabolario di Ming è quello di sempre, martire, deposizione, messa nel sepolcro…” spiega Loyrette. Ed è sempre la stessa raffigurazione del corpo che ritorna nei dipinti in cui sono rappresentate le scene drammatiche di Mamma Roma di Pasolini e di Roma città aperta di Rossellini.

Nessuna presenza umana appare invece nella veduta della Fontana di Trevi, dominata da una cupa massa d’acqua schiumante, o nel trittico che rappresenta le rovine del foro romano e altre immaginarie. La stessa atmosfera inquietante è presente anche nel dittico che conclude il percorso espositivo, in cui, nell’oscurità della notte e del mare, si intravedono di nuovo dei corpi, quelli degli uomini e delle donne che su pesanti barche attraversano il Mediterraneo.

In contemporanea all’esposizione a Villa Medici, Yan Pei-Ming è inoltre protagonista della mostra inaugurale della nuova sede della galleria Massimo De Carlo, che dopo Londra e Milano apre ad Hong Kong il 21 marzo 2016.

Biografia
Nato a Shanghai nel 1960, il pittore Yan Pei-Ming vive e lavora a Digione. A diciannove anni lascia la Cina per trasferirsi in Francia, dove si forma all’École nationale supérieure d’Art di Digione riscuotendo rapidamente un notevole successo grazie ai suoi ritratti. Durante la residenza a Villa Medici (1993-1994), realizza la serie di ritratti intitolata I 108 briganti, ispirata a un classico della letteratura cinese e attualmente conservata nella collezione del Fonds National d’Art Contemporain. La partecipazione di rilievo alla Biennale di Venezia nel 2003 lo consacra sulla scena internazionale. Sei anni dopo, il Louvre lo accoglie per un confronto con la Gioconda, declinata nella serie di ritratti dal titolo I funerali di Monna Lisa. Di recente, Yan Pei-Ming ha esposto a Parigi, Londra, Pechino, Malaga e Salisburgo.