Yann Leto – Those That Watch Those That Know

Informazioni Evento

Luogo
ANDREA FESTA FINE ART
Lungotevere degli Altoviti, 1, 00186 , Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
21/06/2024

ore 18

Artisti
Yann Leto
Generi
arte contemporanea, personale

Those That Watch,Those That Know, la prima mostra personale di Yann Leto (1979, Bordeaux, Francia) in galleria, con testo critico di Thom Oosterhof.

Comunicato stampa

Attraverso la lente del presente, Yann dipinge porta in scena le maschere sociali. A Roma e a
Parigi, città di luci e ombre, egli divide gli osservatori dagli intenditori, i principianti dai veterani,
nel grande teatro della vita. Armato di una pratica improvvisata, Yann invita all'interpretazione,
al dialogo con lo spettatore. Allo stesso tempo, si pone tra gli osservatori come testimone della
nascita dei suoi stessi dipinti. La mostra comprende una serie di 5 dipinti e un'opera scultorea
centrale, guidando lo spettatore attraverso un arazzo storico-moderno, dove ogni fotogramma è
l'istantanea di una storia in divenire. Tutto parte di una narrazione centrale in stile fumetto, a fare
da accompagnatrice nel viaggio attraverso la mostra. Ispirato da grandi come Magritte e
Botticelli, Yann cerca di rivelare una realtà ironica lasciando lungo il percorso indizi,
impercettibili, di una verità alternativa. Che si tratti di un serpente, di una nota sul pavimento con
la scritta "È questo un nuovo inizio?", di una candela fiocamente illuminata o di un simbolo
profetico, ognuno di essi è un segnale sulle verità più grandi nascoste in questo momento. Il
dipinto "Breaking News", che accoglie il visitatore al suo ingresso, incornicia la scena. Un quadro
domestico sul banale spettacolo della vita, in cui gli antagonisti sono incollati agli eventi che si
svolgono in televisione, con la nonchalance non solo della figura che incombe sullo sfondo, ma
anche della donna al centro, indicativa della sua conoscenza. Entrambi presentati in contrasto
con le figure raffigurate in ripetute tonalità di blu. Il fulcro della mostra è un dittico dialettico che
ricorda il capolavoro di Otto Dix "Metropolis". Tuttavia, invece di descrivere la divisione di classe
che prevalse in Germania dopo la prima guerra mondiale, Yann attira la nostra attenzione sul
momento dell’“esplosione” e sugli episodi che ne seguirono, attraverso l’uso della luce e un sottile
cenno ai paesaggi urbani luminescenti che pervadono le opere. Scene in cui distinguere se il
protagonista sia chiaro o scuro diventa di per sé una sfida. Scene di shock e stupore inibiscono
l'opera 'The End of the Day', in cui le figure, sorprese dalla loro banalità, scosse dalla loro
mondanità, cercano risposte a ciò che appare come un incubo. Gli spettatori sono separati da un
semplice vetro, mentre la vasta separazione avviene all'interno. Questa tensione, questa vicinanza
alla verità, è una narrazione generale che accompagna i soggetti della mostra, evidenziando la
nostra capacità di vedere tanto chiaramente, spesso perdendo ciò che è davanti ai nostri occhi. Il
dipinto finale rappresenta una meditazione su sé stessi. Presentato attraverso i dolorosi confini del
Photo Booth di una singola persona, il soggetto, adorno di bellezza, lotta attraverso la propria
immagine contro il tormento del volatile comune, il piccione. Rifiutando di ammettere la
sconfitta, desidera realizzare ciò che sa, ma sembra affrontare il fatto che potrebbe non riuscirci
mai. Questa tragedia, presentata in modo così elegante, è la nota finale di una sinfonia di
introspezione sociale, di i personaggi alle prese con momenti indistinguibili di ignoranza e
chiarezza, collegati l'uno all'altro e portati in vita da Yann Leto.