YIMBY – Yes in My Back Yard
YIMBY – “Yes in My Back Yard” ovvero “Sì nel mio cortile”, è questo il titolo scelto dalla galleria il chiostro per la mostra d’estate. Rovesciando al positivo il significato di uno progetti ospitati in questa occasione, la galleria accoglie nei suoi spazi tre situazioni molto forti per tematiche e allestimenti.
Comunicato stampa
YIMBY – “Yes in My Back Yard” ovvero “Sì nel mio cortile”, è questo il titolo scelto dalla galleria il chiostro per la mostra d’estate. Rovesciando al positivo il significato di uno progetti ospitati in questa occasione, la galleria accoglie nei suoi spazi tre situazioni molto forti per tematiche e allestimenti. Si tratta appunto dell’installazione con video NIMBY del duo Iaia Filiberti e Deborah Hirsch, dell’invasione di disegni di Marco Di Giovanni, che presenta L’Infinito Commestibile, progetto anch’esso accompagnato da un video, e quindi della sala di Giannetto Bravi, coperta interamente dalla sua Quadreria d’Arte.
NIMBY di Iaia Filiberti e Deborah Hirsch
Dal concetto “Not In My Back Yard” cioè “Non nel mio cortile”, NIMBY é un progetto che si concentra sulla vita, sul lavoro e sulla ricerca di dodici donne vissute tra il XIX ed l’inizio del XX secolo, che hanno lottato per la difesa dei diritti umani più nobili. Elizabeth Fry, Lizzy Lind af Hageby, Rachel Carson, Bertha von Suttner, Irène Némirovsky, Josephine Elizabeth Butler, Susan B. Anthony, Rose Schneiderman, Mary Harris Jones, Frances Power Cobbe, Henrietta Lacks, Hellen Keller sono le testimoni di tragedie che dopo due secoli ci riguardano ancora e il loro impegno afferma i valori non negoziabili contro pedofilia, femminicidio, vivisezione e violenza sugli animali, devastazione dell’ambiente, sfruttamento del lavoro minorile e femminile, persecuzione religiosa, politica guerrafondaia, infibulazione, emarginazione dei diversamente abili, l’inferno delle carceri e le cavie umane. Scatta una provocazione in chi guarda. La commozione, la riflessione ed eventualmente l’azione sono un work in progress perché, come diceva Charles Peguy, l’opera d’arte si fa sempre in due. NIMBY è composto da un video frutto di una ricerca web di canali internazionali, da BBC al Aljazeera, da Russian Television a CNN, ma anche da documentari d’autori e piccoli network. Tutti i video sono disponibili su youtube. Il lavoro viene presentato accanto a dodici ritratti delle attiviste. Il contrasto che ne deriva invita a leggere l’attualità attraverso il filtro della memoria ed il duro impegno di queste donne così lontane, così vicine.
Elenco delle principali esposizioni di Iaia Filiberti e Debora Hirsch insieme:
Gender in Art, MOCAK, Contemporary Art Museum of Krakow, Poland; Ida e Volta, MUBE, San Paolo: Framed, Bernice Steinbaum Gallery, Miami; Framed libro, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; 100 round trips to Hollywood, Spazio Oberdan, Milano; Framed, VM21 Arte Contemporanea, Roma; Framed, Room Gallery, Milano; MAP, MAGA, Gallarate; MAP, EX3, Firenze; Invisibilia, GAMC Palazzo Forti, Verona.
L'INFINITO COMMESTIBILE di Marco Di Giovanni
Dal 18 Maggio (giorno della sua nascita) Marco Di Giovanni ha cominciato a disegnare tutto quello che ingerisce e continuerà meticolosamente a farlo fino al prossimo compleanno (18 maggio 2015). Il risultato di questa performance dilatata nel tempo sarà un grande numero di disegni a china fatti principalmente su carta gialla alimentare (tovagliette da trattoria).
Lo spazio espositivo del Chiostro sarà rivestito di tovaglie incerate a quadretti bianchi e rosse tipiche delle trattorie italiane; le stesse tovaglie vengono “apparecchiate” riempendole di disegni che raffigurano tazzine, bicchieri, ossa, etichette di vino, piatti elaborati o più semplicemente patatine da bancone dei bar, caffè e cornetto: tutti elementi esibiti in coro, protagonisti di un horror vacui che non lascia spazio a nuovi appetiti.
Tra i disegni sbucherà anche un video che raccoglierà in ordine cronologico tutte le chine in una lunga carrellata. L'audio del video è ottenuto in collaborazione con Gianluca Favaron “artigiano digitale del suono” che ha elaborato al computer i suoni di masticazione, deglutizione e digestione dell'artista stesso. La galleria risuonerà come il ventre della balena, anzi dell'artista, pronto a digerire chiunque osi entrarci. Il tentativo de ”L’Infinito Commestibile” è ritornare alla realtà cominciando dalla base dell’esistenza umana: la necessità di nutrirsi.
Marco Di Giovanni (Teramo 1976). Frequenta l'Accademia di Belle Arti e il DAMS a Bologna. Dal principio il suo interesse di ricerca è rivolto verso la performance sviluppando parallelamente un aspetto oggettuale che potesse vivere autonomamente dopo il momento performativo. Il suo lavoro è caratterizzato dall’utilizzo di tubature e di cisterne ferrose di varia scala, l’artista le recupera e le assembla insieme costruendo organismi che si integrano con l’ambiente in cui sono ospitati. Esterno e interno delle strutture sono complementari, sulle superfici l'artista innesta degli oculari costruiti con gruppi ottici di lenti che distorcono la visione dell’interno aprendo così a un'altra dimensione. Tra le mostre da ricordare: nel 2002 collettiva al Centre Pompidou, Parigi e a seguire GAM di Bologna con una mostra di grandi installazioni, quindi alla Russian Accademy di Mosca ed al Marta Museum di Herford. A Monaco presso Unicredit Kunstraum, al Mambo per l’esposizione “La grande magia. Opere scelte della Collezione Unicredit”. Nel 2014 viene selezionato per il “Premio VAF” che lo porta ad esporre allo Schauwerk Museum di Sindelfingen, alla Stadtgalerie di Kiel ed a Palazzo Penna a Perugia. La sua ultima personale è stata alla Mila Kunstgalerie di Berlino lo scorso Maggio. Vive e lavora tra Imola e Valsalva.
LA QUADRERIA D’ARTE di Giannetto Bravi
La Quadreria d’arte è un lavoro composto da migliaia di pezzi, ognuno dei quali dedicato alla riproduzione in cartolina di opere di grandi del passato. L’operazione di Giannetto Bravi è consistita in un rigoroso e imperterrito catalogare le opere conservate nei musei da lui visitati in vita. Si tratta di una raccolta famelica di cartoline illustrate e acquisite nei bookshop: Bravi le cerca, le sceglie, le acquista, le cataloga, le numera, le ordina, le compone, le incornicia e infine le mostra, le dona di nuovo alla vista dell’amatore d’arte, ma solo dopo averle manipolate concettualmente, perché Bravi si tuffa nel mare della globalizzazione, dichiarando il “c’ero anch’io” che oggi alimenta i selfie nei musei. La Quadreria è un manifesto visivo, sebbene quello che Bravi ricrei è, in realtà, un luogo virtuale, dove tutte le opere hanno perso la grandezza, la loro aura originaria, per essere democraticamente date in pasto al grande pubblico. L’artista si proclama custode della “quadreria” come vigilante del MUSEO DEI MUSEI, ma è in verità un perfetto interprete di come l’arte sia oggi riadattata al nuovo sistema di fruizione e di valorizzazione. Giannetto Bravi è il più contemporaneo dei contemporanei, grazie al suo impossessarsi dell’arte di tutti i tempi: Egli va in un certo senso Oltre, per poi tornare al punto di partenza e ritrovare l’autentico valore dell’arte.
Giannetto Bravi (Tripoli 1938 – Saronno 2013). Laurea in Geologia ed esperienza artistica nella Napoli degli anni Sessanta e Settanta, dove frequenta Gianni Pisani, Lucio Amelio e Pierre Restany, con il quale conduce l’Operazione Vesuvio, un’iniziativa per salvare le pendici del vulcano dalla speculazione edilizia attraverso idee e progetti formulati dagli artisti. Innumerevoli sono le mostre dell’artista, sia personali che collettive nei più diversi spazi, perché anche la sua presenza costante in occasioni espositive era parte della sua ricerca. Di lui si sono occupati i più importanti critici internazionali, tra i quali Lea Vergine, Achille Bonito Oliva, Angela Vettese, Roberto Borghi, Gabi Scardi, Philippe Daverio