Yumi Karasumaru
Attingendo al proprio retaggio culturale, Yumi Karasumaru re-interpreta la storia (o meglio: le storie) del Giappone. Nelle sue performance l’artista diventa il “transfert” per raccontare il travaglio esistenziale di persone che hanno scosso la sensibilità e l’opinione pubblica.
Comunicato stampa
The Story - Teller / Il narratore
Sabato 26 gennaio alle 21.00
KOROSù (to Kill)
Sabato 26 gennaio alle 22.00
Due performance di Yumi Karasumaru raccontano la parte oscura del Giappone.
Ai flauti Nozumi Shimizu, al pianoforte Yuriko Kato
Ex Chiesa di San Mattia, via Sant'Isaia 14/a, Bologna
Attingendo al proprio retaggio culturale, Yumi Karasumaru re-interpreta la storia (o meglio: le storie) del Giappone. Nelle sue performance l’artista diventa il “transfert” per raccontare il travaglio esistenziale di persone che hanno scosso la sensibilità e l’opinione pubblica.
Vestita con il tradizionale abito da cerimonia giapponese, Karasumaru intende trasformare il recital in una sorta di rituale: il kimono bianco – colore che identifica il lutto – viene infatti equiparato a una tela intonsa e/o a uno schermo diafano su cui vengono proiettate immagini della cultura pop nipponica, attingendo in particolar modo ai Manga e agli Anime.
La struttura ternaria della prima performance, dal titolo Story teller, è incentrata sulle vicissitudini di due fratelli abbandonati dalla madre, così come sul calvario di un maratoneta costretto a rinunciare all’amore. Chiude il cerchio un racconto ispirato al folclore giapponese, in cui un’anziana signora decide di trascorrere l’Inverno della vita sulla montagna del dio Nara. Tre episodi struggenti che scandiscono le “Tre età dell’uomo”, dall’infanzia fino alla vecchiaia, ammonendo lo spettatore sulla fatica di vivere.
La seconda performance, Korosù - to Kill, inanella alcuni episodi tratti dallacronaca nera degli ultimi cent’anni. Sono schegge di ordinaria follia,disperazione, alienazione e frustrazione che hanno per protagonisti degli adolescenti in preda a raptus omicidi. Fatti inspiegabili, ma realmente accaduti, che hanno turbato fin nel profondo l’assetto sociale del Sol Levante, e che ora lasciano interdetti anche gli spettatori italiani (stupore che l’artista asseconda concludendo tutti i suoi racconti con la frase «Che sorpresa!»).
Combinando il teatro giapponese alla performance occidentale, le performances di Karasumaru non lasciano indifferenti, soprattutto per l’utilizzo scenico della sua voce – suadente benché flemmatica – che riesce a modularsi in una sorta di ipnotica litania.
L’arte di Yumi Karasumaru ha la capacità di mostrare e raccontare storie, per non dimenticare: mai!
Alberto Zanchetta
Yumi Karasumaru (Osaka, Japan) vive e lavora a Bologna, Italy e Kawanishi, Japan.
Dalla metà degli anni Novanta ha partecipato a numerose esposizioni nazionali ed internazionali.
Trale sue più recenti personali ricordiamo: Galerie Houg, Lyon, France; Mizuma Art Gallery, Toyo, Japan; Fabioparisartgallery, Brescia, Italy.