Yuriy Kholdin – La Luce degli affreschi di Dionissiy
Le fotografie scelte per l’allestimento torinese fanno parte della collezione già esposta, negli ultimi cinque anni, in gallerie e musei di tutto il mondo, tra cui la Galleria Tretyakov di Mosca e l’Accademia delle Arti di San Pietroburgo.
Comunicato stampa
La P.O.W. Gallery di Torino, alla presenza di Kuzmin Kirill Stanislavovich, Presidente del Consiglio dei Beni Culturali Russi, reparto S.Pietroburgo, inaugura nella sede distaccata della Torre di San Mauro ad Almese, con il patrocinio del comune, la mostra internazionale
“La Luce degli affreschi di Dionissiy svelata al mondo”
del fotografo Yuriy Kholdin (1954 – 2007) a cura di Vladimir Amelin.
Le fotografie scelte per l’allestimento torinese fanno parte della collezione già esposta, negli ultimi cinque anni, in gallerie e musei di tutto il mondo, tra cui la Galleria Tretyakov di Mosca e l’Accademia delle Arti di San Pietroburgo.
Yuriy Kholdin ha immortalato, tra il 1995 e il 2002, l’intero ciclo di affreschi che Dionissiy, importante rappresentante della pittura sacra della scuola russa, ha realizzato nel 1502, in un solo mese, sulle volte del Monastero di Ferapontov, costruito nell’Oblast di Vologda nella Russia nordoccidentale.
La cattedrale è l’unico monumento medievale russo a ciclo completo in cui si siano conservati integralmente i 700 mq di affreschi,
che hanno permesso al Monastero di Ferapontov di essere riconosciuto, nel 2000, Patrimonio Mondiale dell'Umanità e di essere successivamente inserito nel Codice Statale degli oggetti più preziosi del patrimonio culturale dei popoli della Russia.
Con le sue fotografie, Kholdin è riuscito a far emergere il contesto naturale e sociale nel quale era inserita l’opera pittorica, esaltando tutte le sottili sfumature dei suoi colori, che sono percepiti ancora intatti dallo spettatore contemporaneo. L’unicità delle opere è proprio la tecnica scelta da Kholdin per fotografare gli affreschi, ritratti per la prima volta in modo non planare e non frammentario, dando allo spettatore la possibilità di percepire lo spazio e il tempo, fino a ritrovarsi immersi nella cattedrale stessa.
Le fotografie diventano così contemporaneamente opera d'arte e analisi scientifica.