Zhanna Kadyrova / Nedko Solakov
Galleria Continua è lieta di ospitare nuovamente nei suoi spazi di San Gimignano una mostra personale dell’artista bulgaro, Nedko Solakov e la prima mostra personale in Italia dell’artista ucraina Zhanna Kadyrova.
Comunicato stampa
NEDKO SOLAKOV
Paintings with No Texts and I Want Back Home (said the big frog)
Inaugurazione sabato 16 marzo 2013 via del Castello 11, 18.00-24.00
Fino al 27 aprile 2013, da martedì a sabato, 14.00-19.00
Galleria Continua è lieta di ospitare nuovamente nei suoi spazi di San Gimignano una mostra personale dell’artista bulgaro, Nedko Solakov.
Al centro del nuovo progetto espositivo: “I Want Back Home (said the big frog)” una complessa installazione allestita nella platea della galleria e “Paintings with No Texts”, venti grandi quadri olio su tela, appositamente realizzati per la mostra. Questo nuovo corpus di opere costituisce la più ampia serie di dipinti mai realizzata dall’artista.
Figura di primo piano della scena artistica internazionale, Nedko Solakov ha saputo sviluppare la sua opera nell’equilibrio perfetto tra forma e contenuto, tradizione e rottura.
Nel suo lavoro l’artista si avvale di differenti tecniche, caratterizzate da un linguaggio esplicito, immediato e spesso spiazzante che mette a nudo le convenzioni del vivere quotidiano e riflette sui nostri meccanismi di pensiero, sul rapporto fra storia personale e collettiva, fra sfera privata e dimensione sociale, fra realtà e immaginazione. Affascinato sin da bambino dalla favola (e dai suoi orrori), l’artista si diverte a depistare, deviare, invertire, sovvertire. Solakov ha una naturale propensione alla fiaba, i suoi disegni raccontano di mondi fantastici e di personaggi che ti stregano. Di storie cavalleresche e altri sogni - realizzati e non realizzati – racconta “Knights (and other dreams)”, che l’artista presenta a Kassel in occasione dell’ultima edizione di Documenta. Il progetto nasce da un video di 4 minuti che l’artista gira nel 2010 durante un incontro con Oleg Kovachev, l’interprete (allora bambino) di uno dei migliori film bulgari, Il cavaliere senza armatura (1966). Partendo dalla testimonianza ‘del precedente cavaliere senza armatura’, Nedko Solakov mette in scena una sorta di suo sogno infantile dove, al desiderio (inventato) di possedere un’armatura, piuttosto che a quello di pilotare un elicottero telecomandato o di suonare in una rock band, si affiancano altre storie, le storie di molte persone che, in un modo o in un altro, possiamo riconoscere come gli eroici cavalieri del nostro tempo.
Quando immaginazione e vita personale dell’artista si accavallano, nascono opere come “I Want Back Home (said the big frog)”. L’installazione si compone di 14 vetrine e altrettanti video che attraverso immagini fotografiche, testi, appunti e registrazioni documentano le tappe di un viaggio durato 14 giorni, quello intrapreso dall’artista per prendere parte a una mostra presso il Rockbund Art Museum di Shanghai. Avendo paura di volare, Solakov decide di raggiungere la Cina via treno in compagnia della moglie e di Joji, una rana giocattolo che aveva acquistato qualche anno prima in un negozio di Chinatown a New York per una delle sue installazioni. Esaudire il desiderio di Joji ovvero far ritorno alla sua città “natale”, Shanghai per l’appunto, è la motivazione che spinge l’artista ad affrontare il lungo viaggio. La rana è l’eroe principale dei 14 capitoli che raccontano questo “ritorno a casa”. La storia si snoda lungo le geografie e le atmosfere dei paesi che la transiberiana attraversa: Bulgaria, Romania, Moldova, Ucraina, Russia, Mongolia; fino a raggiungere la Cina. Un viaggio puntellato d’ironia e tristezza che si conclude con la stupefacente affermazione di Joji, dopo aver girato il mondo: “I want to go back home, to Sofia!”.
La narrazione, cifra stilistica di Solakov, in “Paintings with No Texts” si sviluppa esclusivamente in forma d’immagine. Potenti, poetici e visionari questi dipinti si sottraggono a qualsiasi forma di scrittura fatta eccezione per il titolo, riportato sul lato destro di ciascun telaio. “Il fatto che non ci siano testi sulla superficie dipinta può essere considerato come una sorta di reazione a tutti i testi e alle narrazioni che ho impiegato nella maggior parte dei miei lavori”, commenta l’artista.
In mostra anche un altro inedito "A Rather Split (visually) Personality", ironico autoritratto incastonato all’interno di una preziosa cornice dorata appositamente disegnata dall’artista. Quest’opera mette in evidenza l’inclinazione di Solakov ad unificare e separare le sue molteplici personalità artistiche - tante quanti sono gli stili rappresentati nell’insolita cornice - sperimentando forme visive sempre diverse nella determinazione di sfuggire ad un modus operandi immediatamente riconoscibile. “Oggi, dichiara l’artista, è molto più semplice giocare con la diversità del mio lavoro. Agli inizi degli anni Novanta la mia produzione veniva reputata troppo eterogenea per essere ricondotta a un solo artista. Ora questa diversità è stata completamente accettata e rappresenta un valore aggiunto che rende le mostre personali visivamente accattivanti”.
Nedko Solakov nasce a Tcherven Briag, Bulgaria, nel 1957. Vive a Sofia. Il suo lavoro è stato presentato a Aperto ‘93 (Biennale di Venezia); alla 48°, 49°, 50° e 52° Biennale di Venezia; alla 3°, 4° e 9° Biennale di Istanbul; alla Biennale di São Paulo ‘94; a Manifesta 1, Rotterdam; alla 2° and 4° Biennale di Gwangju; alla 5° Biennale di Lione, a Sonsbeek 9, Arnhem, alla 4° and 5° Biennale di Cetinje e alla prima Biennale di Lodz, alla 7° Biennale di Sharjah, Emirati Arabi, alla 3° Biennale di Tirana, alla 2° Biennale di Siviglia, alla 2° Biennale di Mosca, a Documenta 12; alla 16° Biennale di Sydney, a “Prospect 1”, Biennale di New Orleans, alla Biennale di Singapore, alla XI Biennale di Cuenca, Equador, alla dOCUMENTA (13) e alla prima Triannale di Tbilisi, Georgia. Tra le numerose mostre personali ricordiamo: Museu do Chiado, Lisbona; Stichting De Appel, Amsterdam; CCA Kitakyushu, Giappone; Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid; Israel Museum, Gerusalemme; Centre d’Art Santa Monica, Barcelona; Kunsthaus di Zurigo; Castello di Rivoli; Sofia City Art Gallery; Kunstverein di Amsterdam. Nel 2003-2005 un’ampia retrospettiva "A 12 1/3 (and even more) Year Survey" è stata presentata al Casino Luxembourg, Rooseum Malmoe e O.K Centrum Linz. Nel 2008-2009 il progetto "Emotions" è stato esposto al Kunstmuseum Bonn, Kunstmuseum St. Gallen e Mathildenhoehe, Darmstadt. Tra il 2011 e il 2012 la mostra "All in Order, with Exceptions” è stata presentata alla Ikon Gallery di Birmingham, alla Fondazione Galleria Civica di Trento [All in (My) Order, with Exceptions], allo Stedelijk Museum voor Actuele Kunst / S.M.A.K. di Ghent e al Museu de Arte Contemporanea Serralves di Porto.
ZHANNA KADYROVA
DATA EXTRACTION
Inaugurazione sabato 16 marzo 2013 via Arco dei Becci 1, 18.00-24.00
Fino al 27 aprile 2013, da martedì a sabato, 14.00-19.00
Galleria Continua è lieta di ospitare presso lo spazio espositivo dell’Arco dei Becci di San Gimignano la prima mostra personale in Italia dell’artista ucraina Zhanna Kadyrova.
Zhanna Kadyrova inizia giovanissima a lavorare utilizzando un ampio ventaglio di mezzi espressivi con i quali si relaziona al mondo e alla storia. La sua pratica artistica ha assunto svariate forme, tra queste il video e la performance ma è attraverso la scultura che si è imposta all’attenzione del pubblico e della critica. Considerata un talento destinato ad affermarsi nel panorama artistico internazionale, la vedremo esporre presso il padiglione ucraino alla 55° Biennale di Venezia e alla prossima Biennale di Mosca con la mostra personale "Crowd".
“DATA EXTRACTION” è il titolo della mostra che l’artista presenta a Galleria Continua. Il progetto espositivo si sviluppa principalmente attraverso un nucleo di opere che hanno come soggetto l’asfalto realizzate da Zhanna Kadyrova nel 2012, anno in cui l'Ucraina ospita i campionati europei di calcio. Un evento di rilevanza economica e politica non trascurabile, soprattutto in considerazione del fatto che l’Ucraina, ad oggi, dell’UE non fa parte. In vista dell’arrivo dei visitatori stranieri Kiev si trasforma in un cantiere a cielo aperto; tra le tante opere di ammodernamento, anche il rifacimento di una parte dei manti stradali. Le opere che l’artista presenta in occasione di questa personale nascono dall’osservazione di una città che vive l’ennesima repentina trasformazione e dal desiderio di volerne conservare qualche “lembo di pelle” prelevando alcune parti dei vecchi asfalti. Il titolo della mostra restituisce esattamente questo concetto. EXTRACTION, sta a indicare il campione preso dalla strada; DATA la volontà di preservare, ma anche analizzare, qualcosa che altrimenti sarebbe andato distrutto.
E’ curioso constatare come un materiale semplice come l’asfalto, vedendosi promosso al rango d’oggetto, diventi generatore di così tante combinazioni mentali, essendo contemporaneamente materia prima e risultato finale di un processo. Ciò che comunemente viene chiamato asfalto, si compone in realtà di una mescolanza di corpuscoli di rocce e bitume. Quest’ultimo, proveniente dalla distillazione diretta del petrolio grezzo, è utilizzato in quantità proporzionali all’importanza delle infrastrutture stradali, le quali sono testimoni dello sviluppo degli scambi commerciali all’interno del paese. Zhanna Kadyrova espone questa rovina moderna, elogio e vestigia del contesto urbano, in una città che protegge fortemente il suo passato medievale, creando in questo modo una sovrapposizione di differenti dimensioni storiche: le strade di San Gimignano, considerate patrimonio dell’umanità, accanto al severo asfalto della lontana Ucraina.
Al di là delle implicazioni sociali, la qualità delle opere di Zhanna Kadyrova emerge nella ricchezza di suggestioni che queste sprigionano. La seduzione di queste larghe distese d’asfalto risiede nella loro dimensione a prima vista fortemente pittorica, così come nella complessità della struttura granulosa e terrosa. Le crepe attraversano questo paesaggio come fossero rughe, non c’è ritratto più reale per una città del disegno che mostra il suo reticolo venoso.
Si ringraziano l’Ing. Miceli e la ditta Cogip S.p.A. (cantiere stradale di Morano Calabro) per la preziosa collaborazione.
Zhanna Kadyrova nasce a Brovary in Ucraina nel 1981, vive e lavora a Kiev. Nel suo lavoro l’artista privilegia l’utilizzo di materiali poveri (quelli dell’edilizia, come l’intonaco, lo stucco e il cemento) e fortemente connotati storicamente (le mattonelle, tipiche decorazioni di interni sovietici o il vasellame smaltato). Possedendo una grande intuizione plastica, Zhanna Kadyrova crea opere dalle forme interessanti che attivano un capovolgimento della funzione degli oggetti. Impegnata socialmente e politicamente, è menbro del collettivo R.E.P. (Revolutionary Experimental Space), nato durante la Rivoluzione Arancione svoltasi in Ucraina nel 2004. L’artista ha esposto in numerose mostre personali e collettive in Ucraina, Russia, Stati Uniti, Repubblica Ceca, Austria, Polonia e Francia. Tra i premi ricordiamo il PinchukArtCenter che vince nel 2011 e, nel 2012, il Kazimir Malevich Artist Award, il Sergey Kuryokhin Modern Art Award, il Kiev Sculpture Project, Grand Prix.