Zhong Biao – The Universe of Unreality
The Universe of Unreality: Zhong Biao’s Visions è un progetto espositivo multimediale dell’artista cinese Zhong Biao (1968), sponsorizzato dal Today Art Museum di Bejing e da Winshare Museum di Chengdu, presentato in un’insolita cornice come la Cinquesentesca Chiesa di Santa Maria della Visitazione alle Zattere, in occasione della 55a Biennale di Venezia.
Comunicato stampa
The Universe of Unreality: Zhong Biao’s Visions è un progetto espositivo multimediale dell’artista cinese Zhong Biao (1968), sponsorizzato dal Today Art Museum di Bejing e da Winshare Museum di Chengdu, presentato in un’insolita cornice come la Cinquesentesca Chiesa di Santa Maria della Visitazione alle Zattere, in occasione della 55a Biennale di Venezia.
La personale dell’artista cinese rappresenta la terza e più ampia parte di una trilogia che comprende il lavoro esposto nel 2010 nella colletiva ‘Embrace!’ al Denver Art Museum in Colorado (USA), e nel progetto multimediale ‘For the Future’, epsosto nello stesso anno allo Shanghai’s Z-Art Center.
L’installazione presentata a Venezia è una sintesi della poetica tradizionale di Zhong Biao che si confronta con tematiche universali quali l’infinita energia che regola l’Unverso e che influenza le nostre vite, l’idea di spiritualità intesa come connessione universale tra spirito e vita, e l’insieme di caso e ineluttabilità nella nostra esistenza. Tutti questi motivi si intrecciano in uno straordinario fluire di immagini che caratterizza l’opera di Zhong Biao, e che diventa spesso il mezzo per muovere una critica o fare delle considerazioni su diversi eventi contemporanei. Dal consumismo ovunque diffuso, all’atmosfera politica in Cina, dal trasferimento politico e amministrativo di Hong Kong alla Repubblica Popolare Cinese, ai Giochi Olimpici a Pechino, il ricco catalogo iconografico dell’artista è una riflessione in particolare sulle nuove realtà contemporanee del suo Paese. Considerando questi eventi passati o in corso, Zhong Biao punta l’attenzione sul fatto che molti aspetti della vita sono esclusi dalla realtà comunemente intesa, perché non chiaramente comprensibili e spesso imperscrutabili. Eventi che vengono definiti come irrealtà, ispirandosi al concetto di irrealtà espresso nei testi dello scrittore argentino Jorge Louis Borges, nei quali questo tema non fa propriamente riferimento a qualcosa di irreale, ma piuttosto a qualcosa di difficilmente comprensibile o al quale non riuscire a dare un significato, pieno di contraddizioni e di impercettibili avvisaglie.
Utilizzando pittura, installazione, video e suoni, Zhong Biao indaga il legame tra realtà ed energia del cosmo, rappresentando temi e concetti universali con una personale, inedita ‘cosmologia’, che si ispira a quella antica più tradizionale della cultura cinese.
La visione dell’artista si rivolge verso la ricerca appunto di ‘un universo di irrealtà’, con l’installazione di tele che sono completamente connesse con lo spazio del luogo storico scelto per la mostra a Venezia. L’entrata della chiesa è fiancheggiata su entrambi i lati da pannelli con disegni in bianco e nero, schizzi dei lavori poi dipinti, intitolati Rivelazioni. Le 33 cornici vuote installate sopra i disegni continui, sembrano indicare vie d’accesso verso future possibilità, ricollegandosi con gli affreschi della cupola, in tutto il loro significato storico e diventando così parte integrante dell'installazione.
Il grande dipinto fuori scala Light Years è posto al centro della navata principale, in modo da essere più vicino idealmente e quindi in un ideale dialogo, con le tele antiche disposte negli altari delle cappelle. I soggetti raffigurati negli acrilici di Zhong Biao sono sovente immagini di luci che appaiono originate da masse di energia e corpi che sembrano andare alla deriva, disposti sulla tela con un accorgimento compositivo che unisce tecnologie telescopiche moderne all’immaginazione artistica. L’installazione di grandi dimensioni posta più in alto è realizzata con oltre 60 dipinti, nei quali il tempo sembra essere congelato, che appesi al soffitto sembrano quasi coriandoli che cadono dal cosmo.
Un video infine girato in Tibet è proiettato sulla della cupola concava e circolare, per rappresentare il cielo incontaminato del Paese ripreso in un arco di tempo di 24 ore e concentrato in un video della durata di una sola ora. E’ chiaramente visibile la Via Lattea, come se la cupola della chiesa fosse aperta sul cielo. E il globo celeste dorato sulla cima dell’altare, sembra voler simbolicamente rivelare la cosmologia dell’antica tradizione cinese.
Zhong Biao (1968, Chongqing, Sichuan) è uno dei principali rappresentanti della generazione di artisti cinesi degli anni Sessanta, tra i più fantasiosi dal punto di vista visivo, in grado di catturare i principali aspetti dei cambiamenti che stanno avvenendo nella Cina contemporanea.
Nel 2010 ha vinto il Premio ‘Most Innnovative Chinese Artists Award’ ed è stato invitato a disegnare il manifesto ufficiale per la FIFA per il Campionato del Mondo in Sud Africa. Il suo lavoro è stato esposto in tutto il mondo, dall’Asia all’Europa agli Stati Uniti. Zhong Biao è anche un attivo filantropo, impegnato personalmente a sostenere una serie di associazioni umanitarie come Care for Children, Wenchuan Earthquake Relief and A Dream Charity Foundation.
Gary G. Xu è un professore, curatore e giornalista free lance di origine cinese, che vive negli Stati Uniti. E’ attualmente Capo del Dipartimento di Lingue e Culture dell’East Asia, all’Università dell’Illinois Urbana-Champaign.