Zhouwei Network

Informazioni Evento

Luogo
TEATRO SAN LEONARDO
via San Vitale 63, Bologna, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

12 – 15 maggio 2022
12, 13, 15 maggio, 15.00 – 21.00; 14 maggio, 15.00 – 23.00
online su www.demomovingimage.com 10 maggio – 14 giugno 2022

Vernissage
12/05/2022

ore 15

Generi
arte contemporanea

Per ART CITY 2022, Emilia Tapprest e Victor Evink presentano sotto forma di istallazione video immersiva e live performance, presso il Teatro San Leonardo, due iterazioni del progetto ZHŌUWÉI NETWORK: Embodied Ambitopias e Scent of Time.

Comunicato stampa

ZHŌUWÉI NETWORK
di Emilia Tapprest, in collaborazione con Victor Evink (Liminal Vision)
con un intervento scultoreo di Camilo Garcia A.
a cura di da Felice Moramarco

Teatro San Leonardo, Bologna
12 – 15 maggio 2022
12, 13, 15 maggio, 15.00 – 21.00; 14 maggio, 15.00 – 23.00
online su www.demomovingimage.com 10 maggio – 14 giugno 2022

Presentato da DEMO Moving Image Experimental Politics e Adiacenze
promosso da ART CITY Bologna 2022 in occasione di ARTEFIERA

Con il sostegno dell'Ambasciata e il Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi, I-Portunus, Mondriaan Fund e Stimuleringsfonds

Info: +39 3516389318 / [email protected]
www.artcity.it / www.adiacenze.it

ZHŌUWÉI NETWORK è un progetto interdisciplinare di worldbuilding che esplora la relazione tra datificazione, potere politico ed esperienze affettive individuali, utilizzando come paradigma fondamentale la nozione di “ambitopia”: una forma di immaginazione speculativa che supera la dicotomia utopia-distopia. Per ART CITY 2022, Emilia Tapprest e Victor Evink presentano sotto forma di istallazione video immersiva e live performance, presso il Teatro San Leonardo, due iterazioni del progetto ZHŌUWÉI NETWORK: Embodied Ambitopias e Scent of Time. In aggiunta, la serie di lectures Ambitopia: costruzioni speculative di un futuro indecidibile indaga il concetto di ambitopia da una prospettiva teorico-politica.
Embodied Ambitopias rappresenta tre modelli di società datificate, elaborati sulla base dei più recenti sviluppi nel campo delle tecnologie digitali e guidati da visioni alternative di bene comune: Dolphin Waves, Dragonfly e Project Gecko. In tutti e tre i casi, automazione algoritmica e utilizzo dei data ricavati dai sistemi di mediazione digitale costituiscono i vettori principali di organizzazione della vita delle collettività umane. Le modalità con cui tali tecnologie operano questo processo di riconfigurazione delle forme di vita seguono tuttavia molteplici direzioni e generano risultati radicalmente differenti tra loro.
Dolphin Waves immagina una possibile evoluzione del capitalismo di sorveglianza (surveillance capitalism) a seguito di una eventuale fine dell’industria e del lavoro salariato causati dal cambiamento climatico e della automazione totale dei processi produttivi. Dragonfly, invece, rappresenta un governo post-democratico il cui obiettivo è quello di garantire il benessere collettivo affidando a sistemi d’intelligenza artificiale la risoluzione di questioni politiche e sociali. Project Gecko, infine, configura un network decentralizzato di micro-comunità autonome che sperimentano forme di autogoverno democratico.
ZHŌUWÉI NETWORK esplora il modo in cui i vari sistemi sociali e i loro fondamenti ideologici condizionano comportamenti individuali e collettivi, mediante la nozione di “atmosfera affettiva”. Un’esperienza affettiva può essere intesa come l’insieme di sensazioni, emozioni e pulsioni che precedono il pensiero razionale, costituendo così il fondamento dal quale emergono processi cognitivi e di soggettivazione; è perciò un’esperienza prelinguistica e preindividuale. In maniera simile, un’atmosfera pervade una situazione senza poter essere perfettamente identificata o localizzata; è una “semi-entità”, in quanto è a un tempo determinata da specifiche condizioni materiali, ma anche dalle condizioni soggettive di chi ne fa esperienza. Per questo motivo, la nozione di “atmosfera affettiva” permette di collegare il substrato materiale di una determinata configurazione socio-politica al modo in cui un individuo, o un'intera collettività, ne fanno esperienza, costituendosi come soggettività all’interno di quel sistema. In questo modo, ZHŌUWÉI NETWORK esplora alcune questioni fondamentali sollevate dalla mediazione digitale delle forme di vita umana, nella loro complessità e molteplicità, sia sul piano socio-politico, che estetico-affettivo.

LIVE PERFORMANCE

Scent of time
performer: Polina Hordiievska
concept: Emilia Tapprest e Victor Evink
coreografia: Dayana Mankovskaya e Polina Hordiievska
musica: Tarawangsawelas, David J. Adan e Moritz Haas
costumi: Dasha Golova
14 Maggio 2022, ore 18, 20 e 22
Teatro San Leonardo, Bologna

Scent of Time ha come protagonista uno dei personaggi del film Embodied Ambitopias, una ragazza dodicenne, il cui raggiungimento della maggiore età è tormentato da opposti paradigmi ideologici ed estetico-politici. Il titolo è preso in prestito dall’omonimo saggio del filosofo tedesco-coreano Byung-Chul Han. Nel suo lavoro, Byung-Chul Han contrappone sistemi tradizionali di misurazione del tempo orientali basati sulla consumazione dell’incenso e sistemi occidentali di misurazione meccanica del tempo, con l’obiettivo di rivalutare la dimensione contemplativa del tempo contro la forma di temporalità dell’occidente capitalistico fondata sulla nozione di “lavoro”. Recuperando questa forma di temporalità contemplativa, le vicende di questo personaggio si svolgono all’interno di uno spazio temporale simbolico e liminale. Questa dimensione trascendente è resa dall’orologio a incenso e la sua rappresentazione in forma di scultura, realizzata da Camilo Garcia A. L’orologio a incenso simbolizza un percorso di vita che attraversa molteplici fasi e diverse ‘zone d’influenza’.


LECTURE PERFORMANCE

Ambitopia: costruzioni speculative di un futuro indecidibile
Speakers: Emilia Tapprest, Victor Evink, Anna Engelhardt e Lilly Markaki
13 Maggio 2022, ore 18
Teatro San Leonardo, Bologna

Ambitopia: costruzioni speculative di un futuro indecidibile è una serie di lecture-performance il cui obiettivo è quello di fornire una visione della complessità degli scenari emergenti dalle attuali configurazioni tecnico-politiche del reale, attraverso i contributi delle artistə e ricercatorə Emilia Tapprest, Victor Evink, Anna Engelhardt e Lilly Markaki.
L’ambitopia è una forma di immaginazione speculativa che supera la dicotomia utopia-distopia. L’enorme portata e complessità delle questioni con cui gli umani devono attualmente interfacciarsi, unitamente all’inedito potenziale generato dalle nuove tecnologie, pongono nuove sfide al pensiero critico e all’immaginazione speculativa. Se da un lato, per far fronte a questa nuova condizione, gli umani necessitano di un ancora più grande sforzo teoretico e immaginativo, dall’altro lato, ogni tentativo di produrre teorizzazioni e narrazioni esaustive del futuro appaiono come imprese ingenue destinate ad un inevitabile fallimento.

Liminal Vision (Victor Evink & Emilia Tapprest), Ambitopia e atmosfere affettive: critica dell’ideologia dei sistemi pervasivi
La relazione si sviluppa attorno alla ricerca di worldbuilding Zhōuwéi Network, focalizzata sulla relazione tra datificazione, potere politico ed esperienze affettive individuali. Attraverso la giustapposizione di tre società immaginate collocate nel 2041 e portandole alla vita cinematograficamente, questa relazione esplora come differenti sostegni ideologici producono affordance relative a distinti sottotoni affettivi. Lo studio delle “atmosfere affettive” appare sempre più rilevante – non solo a causa della recente “svolta affettiva” nel campo accademico, ma anche perché l’utilizzazione di queste conoscenze potrebbe generare un immenso potere politico ed economico. Ciò che rende difficoltoso un dibattito pubblico ampio e articolato su questi temi è l’ubiquità e complessità di questi sistemi di estrazione di data, amplificati ulteriormente in maniera intenzionale da una retorica che è allo stesso tempo attraente, opaca, contraddittoria e persino fuorviante.

Anna Engelardt, Obsolescenza intrinseca del colonialismo russo
Le guerre coloniali sono solitamente associate alla conquista di territori – mediante i nomi di città e fiumi, coordinate strategiche, percentuali di territorio conquistato e difeso. Tuttavia, le invasioni contemporanee si diffondono nel tempo, non meno che nello spazio. Nella sua performance, Anna Engelhardt esplora la specifica temporalità della macchina bellica russa. Sebbene l’esercito russo sostenga di usare armamenti high-tech che darebbero inizio ad un futuro di battaglie controllate digitalmente da remoto, queste armi spesso sono malfunzionanti nel mondo reale. Carri armati si impantanano nel fango; telefoni militari non hanno ricezione; armi di “precisione” sono guidate mediante carta e penna. Appena utilizzati, questi armamenti risultano già obsoleti – tuttavia la violenza coloniale russa persiste nella sua operatività.

DARK ADVANCES: Musica del pericolo cosmico, alienati affettivi e disperazione rivoluzionaria
Questa presentazione inizia con un canto muto, un fremito, o un sussurro da cui ora tutto affiora in superficie. Non è un canto umano, ma l’espressione perlocutoria di cui parlano Stefano Harney and Fred Moten, credo, quando scrivono del movimento della terra contro il mondo – un ritmo nero e sotterraneo, un canto o una protesta che “a cui non si può partecipare dall’esterno”. Che cosa vuole? Niente, eccetto destabilizzare il terreno sotto i nostri piedi – rivelare “il vuoto nel progetto ontologico”, come R.A. Judy afferma – riesumando le ossa che alimentano la nostra grande macchinazione tossica.
Muovendosi tra teoria e prosa, e tessendo insieme una serie di voci dall’archivio della conoscenza. DARK ADVANCES dedica il suo respiro a questo pezzo cosmico anti-musicale, e alle pratiche che ne permettono la sua amplificazione. Agli “alienati affettivi”, che messi davanti ai modi del mondo, non promuovono né promesse di utopia, né sconfortanti rassegnazioni, ma il collasso del mondo: unworlding, o lo si potrebbe anche descrivere come la terza via della disperazione rivoluzionaria.


BIOGRAFIA DELLƏ ARTISTƏ
Emilia Tapprest (1992, Finlandia) è un’artista, designer e filmmaker. La sua ricerca esplora il ruolo di paradigmi etico-politici nei nuovi sviluppi tecnoculturali, attraverso il cinema e worldbuilding. Emilia Tapprest è laureata in Design Industriale presso l’Università di Aalto di Helsinki e in Cinema presso Sandberg Institute ad Amsterdam. Combinando la sua pratica nel campo del design e del cinema, il suo lavoro si concentra sulle implicazioni estetiche e politiche delle nuove tecnologie. @nvisible.studio
Victor Evink (1987, Colombia) è un artista e ricercatore attualmente di base a Utrecht, Paesi Bassi, laureato in Storia e Filosofia della Scienza presso l’Università di Utrecht. Victor Evink combina i suoi studi in storia della scienza e della tecnologia con la sua pratica artistica, focalizzandosi sulle modalità in cui conoscienza scientifica, tecnologia e culture periferiche evolvono contaminandosi a vicenda. @s_x_m_b_r_a
Camilo Garcia A. (Colombia) è un artista visivo e graphic designer. Il suo lavoro solitamente inizia con una questione fondamentale che si articola attraverso sistemi visivi, immagini, pubblicazioni, siti internet e oggetti. Sebbene tendi a perdersi nel corso di questi processi, queste questioni sono contestualizzate nel tempo e nello spazio in modo da creare connessioni tra natura, linguaggio cibernetica e poesia. @jackrackjack / www.camilogarcia.info
Polina Hordiievska (2009, Ucraina) è una performer di base in Odesa, Ucraina. Dall’età di sei anni studia danza contemporanea. Polina Hordiievska ha collaborato con numerosi coreografi internazionali quali Sisco Gomes, Cameron Lee e Mecnun Giasar, e lavora regolarmente come ballerina presso il Teatro dell’Opera di Odessa. @iampolyaaa__
Dayana Mankovskaya (1999, Ucraina) è danzatrice e coreografa, membro di ПРО Contemporary Dance Group, un collettivo di performer che lavora sulla relazione tra danza e cinema. Mankovskaya ha collaborato con rinomati coreografi quali Francesco Annaruma, Emma Evelein, Daniele Sibilli, Dafna Dudovich, e con la compagnia METAMORPHOSIS DANCE, sotto la direzione di Iratsche Ansa e Igor Bakovich. @dayanaaaaam
Dasha Golova (1990, Bielorussia) è un'artista e sarta di base ad Amsterdam. Ha studiato Fashion Design e modellistica all'Istituto Polimoda (2016) di Firenze e Belle Arti alla Rietveld Academie (2020). Golova ha presentato le sue installazioni, progetti partecipativi e workshop in diverse sedi nei Paesi Bassi. Ha recentemente presentato la sua mostra personale all'Hotel MariaKapel di Hoorn (2022). @darsha_golova
Tarawangsawelas (Teguh Permana e Azah Sastra) sono un duo musicale di Bandung, Indonesia. Tarawangsawelas suonano principalmente versioni contemporanee del Tarawangsa, la musica sacra sundanese del Java occidentale. @tarawangsawelas
David J. Adan (1996, Venezuela), noto anche come Doppelgänger, è un produttore e compositore sperimentale con sede in Cile. Oltre alle sue produzioni musicali autonome, ha composto diverse colonne sonore per film e altre produzioni artistiche, tra cui Sobre la marcha | Videodanza Mercado Puerto (2019), The Bends (2019) di Simon Dawson e diversi film di Liminal Vision (2020-2022). @daveadam_
Lilly Markaki (1991, Grecia) è una ricercatrice, scrittrice e conduttrice radiofonica di base a Londra. Mescolando teoria e prosa, il suo lavoro investiga temi relativi alla materialità, temporalità, desiderio e pratiche di worldbuilding. Tra le altre cose, Lilly Markaki è ricercatrice e curatrice presso DEMO, piattaforma curatoriale dedicata alle potenzialità estetiche e politiche dell’immagine in movimento, e presso movement.radio. @dustbreeding
Anna Engelhardt (1993, Russia) è una ricercatrice, artista e scrittrice. Il suo interesse è rivolto verso modalità di decolonializzazione del cyperspazio, che sta attualmente sviluppando nel suo dottorato di ricerca sulle tecniche di guerra cybernetica adottate dall’esercito russo nel corso di processi coloniali. Le sue ricerche si sviluppano e articolano secondo diverse forme di media – pubblicazioni, video, siti web e artefatti. Anna Engelhardt ha mostrato i suoi lavori presso Transmediale, Biennale di Architettura di Venezia, Ars Elettronica, Biennale di Kiev. @engelhardt_dcc