Zino – Sacroprofano
L’idea che sta alla base della mostra è quella di analizzare le tensioni di queste interfacce menzionate dal sociologo polacco, questi spazi di tensione che provocano un cortocircuito nell’elaborazione degli accostamenti delle immagini proposte.
Comunicato stampa
I confini dividono lo spazio; ma non sono pure e semplici barriere. Sono anche interfacce tra i luoghi che separano. In quanto tali, sono soggetti a pressioni contrapposte e sono perciò fonti potenziali di conflitti e tensioni.
Zygmunt Bauman
L'idea che sta alla base della mostra è quella di analizzare le tensioni di queste interfacce menzionate dal sociologo polacco, questi spazi di tensione che provocano un cortocircuito nell'elaborazione degli accostamenti delle immagini proposte.
Il tema è quello antico della contrapposizione tra la sfera sacra e quella profana giocando con la confusione dei ruoli che la società contemporanea ha messo in atto.
Nuovi santi laici si sovrappongono a quelli tradizionali, l'immagine religiosa che diventa merce, devozioni centenarie che si tramutano loro malgrado in riti civili dal sapore teatrale, lo sport come confessione mondiale.
Una ventina di opere che abbinano icone sacre (santini, cappelle, processioni, statue...) a immagini profane (modelle, atleti, attrici...) tutte accomunate dalla deformazione in pixel attraverso i mattoncini lego, operazione che ne svela la natura di immagini artefatte e stereotipate, e dalla loro piena residenza nel nuovo pantheon del XXI secolo, camaleontico, flessibile, precario come la società che lo ha generato.
Uno spazio mentale e fisico dai confini indefinibili in quanto in continuo mutamento nell'ansia irrefrenabile di una auto-determinazione individuale che precede la costruzione personale di uno spazio in cui ognuno possa mettere i propri dei, un non-luogo appunto “sacroprofano”.