Zip – C’è
All’interno della rassegna ZIP mostre lampo che prevede mostre di un solo giorno, blublauerspazioarte inaugura C’è mostra collettiva a cura di Roberta Filippelli – testi di Marta Pettinau.
Comunicato stampa
All’interno della rassegna ZIP mostre lampo che prevede mostre di un solo giorno, sabato 29 novembre 2014 blublauerspazioarte inaugura C'è mostra collettiva a cura di Roberta Filippelli – testi di Marta Pettinau.
Artisti: Pietruccia Bassu, Raffaela Carcangiu, Roberta Filippelli, Chiara Seghene.
C’è: la somma grafica e fonetica di due caratteri, rassicurante nel suo essere semplice, ferma, potente. Il verbo che per eccellenza significa esistere e la forma coniugata al presente ne fanno un attestato verbale di esistenza, una presa di coscienza, una constatazione e una dichiarazione, certa quanto democratica. Che si parli di religione, del tempo, di un tavolo.
C’è è un titolo imponente per una mostra di epifanie odierne: una collettiva di quattro artiste, Pietruccia Bassu, Raffaela Carcangiu, Roberta Filippelli e Chiara Seghene, che accompagnano il pubblico attraverso manifestazioni e atti di fede di una contemporaneità, dove i “c’è” si moltiplicano e si pestano i piedi, espressioni di religiosità sgangherate. Dall’altarino casalingo di icone sacre da messa della domenica di Pietruccia Bassu, ai santini profani di Roberta Filippelli, prodotti in serie di un oggi che santifica e glorifica tutto e tutti; dal mix di simbologie religiose operato da Raffaela Carcangiu per beatificare nel nome di una religione nuova e unica, le donne vittime di violenze, a prescindere dal loro credo di appartenenza, sino all’opera di Chiara Seghene che invita ad esercitare il nostro sguardo voyeuristico per guardare laddove non ci sono né dei né luce, se non l’illuminazione artificiale di led colorati, che mercificano corpi e oggetti allo stesso modo.
In fondo, non siamo altro che politeisti votati a miseri credo personali, arrangiati e adattati ai bisogni e agli impegni quotidiani, ma che si affannano e scalciano in cerca di spiritualità e di qualcosa di più grande, perché la vita e le sue brutture possano sembrare più sopportabili e giustificabili. Un tempo questo, in cui non serve scomodare filosofi, quando c’è una t-shirt da quattro soldi che sentenzia “Dio c’è ma non sei tu, rilassati”.
Marta Pettinau