Zip – In corso l’opera
Per una volta si possono capovolgere i termini della questione: la galleria si spoglia del proprio ruolo convenzionale e accoglie il fermento delle opere in fieri, in un programmato disordine che svela, tra giocosità e provocazione, la grande officina che è lo studio dell’artista.
Comunicato stampa
All’interno della rassegna ZIP mostre lampo, sabato 24 maggio blublauerspazioarte inaugura IN CORSO L’OPERA mostra collettiva a cura di Mariolina Cosseddu e Roberta Filippelli.
Per una volta si possono capovolgere i termini della questione: la galleria si spoglia del proprio ruolo convenzionale e accoglie il fermento delle opere in fieri, in un programmato disordine che svela, tra giocosità e provocazione, la grande officina che è lo studio dell’artista.
Non è una mostra, dunque, quella che state per visitare a blublauerspazioarte. Non sono neanche le fasi preparatorie di un’esposizione che, di fatto, non ci sarà. E non è neppure “un’incompiuta”, quella romantica condizione intermedia in cui le opere si generano e non giungono mai alla soluzione finale, per motivi vari e imperscrutabili.
E’, in realtà, un’azione performativa corale, la messa a nudo di quell’ansioso, contraddittorio, creativo processo che precede l’incontro con il pubblico che, qui, diviene tema della serata.
All’allestimento curato nei dettagli si sostituisce la svelata intimità del progetto in corso d’opera, lo scompiglio fisico ed emozionale che accompagna, generalmente, il farsi delle cose che, nella immacolata formulazione conclusiva, non tradiscono, quasi mai, il caos originario da cui discendono. Con un colpo di mano Roberta Filippelli cambia le carte in tavola e propone un’immersione dentro una fucina di idee, sperimentazioni, progettualità sospese che si accumulano e si rincorrono in uno spazio saturato di liquida creatività.
La galleria vive così un’anomalia istituzionale: il ritmo incalzante di lavori in corso contamina gli accadimenti, confonde artisti e pubblico, genera perplessità e contrastanti riflessioni.
Ai canonici vuoti si sostituisce la piacevole vertigine dell’horror pleni, all’ordine artificioso, la spiazzante presenza dell’artista in libera ideazione, al silenzio da protocollo il rumore di un’attività che sprigiona energie e frustrazioni, ripensamenti e colpi di scena.
Il tutto all’interno di un gioco diventato reale metafora di una condizione complessa e mai del tutto appagante che le mostre, solitamente, non dicono.
Mariolina Cosseddu