Zoran Music – La Fondazione Braglia
La Fondazione Gabriele e Anna Braglia di Lugano presenta sessantotto opere di Zoran Music provenienti dalla Collezione Braglia.
Comunicato stampa
Dal 29 settembre al 17 dicembre 2016 la Fondazione Gabriele e Anna Braglia di Lugano presenta sessantotto opere di Zoran Music provenienti dalla Collezione Braglia.
L’ARTISTA
Zoran Music nasce a Gorizia nel 1909. Discendente da una famiglia dedita alla viticoltura e all’insegnamento scolastico, Music cresce in un ambiente letterato, modesto seppur agiato, in una regione di frontiera con l’Italia e la vecchia Iugoslavia che, all’inizio del XX secolo, è parte dell’Impero Austro-Ungarico. Le lingue ufficiali sono lo sloveno e l’italiano; il tedesco è impiegato nei documenti amministrativi e il francese in uso dalla società borghese.
Zoran Music frequenta l’Accademia di Belle Arti a Zagabria e grazie al maestro Ljubo Babic si avvicina, in particolar modo, alla sensibilità artistica di Georg Grosz, Otto Dix, Gustav Klimt, Egon Schiele, Goya e El Greco.
In virtù della sua bella presenza e statura, Music è invitato ad arruolarsi nelle S.S. Paga il suo rifiuto con la deportazione nel campo di concentramento a Dachau nel 1944. L’esperienza di prigionia è stata di fondamentale importanza nella produzione pittorica di Music. Lui stesso la definisce a posteriori “questa grande lezione” grazie alla quale crede “di aver scoperto la verità, di aver capito la verità”. Dei duecento schizzi a matita realizzati durante la carcerazione, in condizioni proibitive, Music riesce a salvarne solo una trentina. Di questi, una considerevole testimonianza composta da ventisei disegni è custodita al Kunstmuseum di Basilea.
Nel 1951, a Cortina d’Ampezzo, vince il Prix de Paris istituito dal Centro culturale italiano di Parigi. Da quel momento, e fino alla sua morte nel 2005, dividerà la sua vita fra Venezia e la Ville Lumière.
Ancora in vita, Music è stato invitato a esporre in Italia, Francia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti. Fra le più importanti esposizioni citiamo: Musée d’art moderne de la Ville de Paris (1972), Museo Correr di Venezia (1985), Centre Georges Pompidou di Parigi (1988), Galeries nationales du Grand Palais di Parigi (1995), Schirn Kunsthalle di Francoforte (1997), Estorick Collection di Londra (2000).
In Svizzera Music ha esposto al Kunstmuseum di Basilea (1977), al Musée Jenisch di Vevey (1986 e 2003) e a Villa dei Cedri a Bellinzona (1986).
LA MOSTRA
Gabriele e Anna Braglia si sono appassionati a Zoran Music alla fine degli anni ottanta perché profondamente colpiti dal valore della rinascita dell’uomo-artista espresso attraverso un linguaggio visivo che contrappone, per esempio, i macabri cadaveri di Dachau ai bucolici paesaggi veneziani. Col tempo hanno poi approfondito le conoscenze di questo significativo artista guidati dalle competenze dell’amico-gallerista Stefano Contini che di Music ha acquisito una conoscenza eccezionale attraverso una lunga e intensa collaborazione.
Lontano dalle tendenze artistiche dell’epoca, Zoran Music ha realizzato un’opera tanto animata quanto inconsueta che ha influenzato in maniera determinante l’arte figurativa del ventesimo secolo. Lo studioso francese Jean Clair, curatore dell’importante retrospettiva di Music al Grand Palais di Parigi nel 1995, ha definito l’artista italo-sloveno “uno dei grandi cinque solitari del ventesimo secolo” al pari di Freud, Giacometti, Bacon e Balthus.
Il percorso espositivo ideato dalla Fondazione Braglia si articola su due piani seguendo un itinerario tematico che comprende 68 opere (olii, disegni, acquerelli, pastelli, puntesecche e grafiche) realizzate fra il 1946 e il 1992.
Il gruppo di opere più consistente è quello degli acquerelli veneziani degli anni quaranta realizzati dopo il periodo di prigionia a Dachau. Come scrive Marilena Pasquali, fondatrice del Centro Studi Giorgio Morandi, nel catalogo che accompagna la mostra:
“Emerso dalle tenebre spezzate del campo di sterminio, a quarant’anni Music si ritrova alle soglie di una nuova vita a Venezia, città di miraggi e chimere. Venezia è come sempre immersa nel suo sogno di gloria e abbandono e l’artista prova a sognare con lei.
Quasi incredulo, ne ascolta il ritmo vitale, i suoni del quotidiano e il pulsare profondo delle maree, e, da artista qual è, traduce necessariamente in immagine l’intensità di vita che gli riempie i sensi e lo aiuta ad assopire il ricordo dei terribili mesi di internamento a Dachau, dando inizio a quel processo di elaborazione del lutto che, per tappe successive, lo condurrà dopo vent’anni all’urlo soffocato del ciclo Nous ne sommes pas les derniers (Non siamo gli ultimi).”
Marilena Pasquali prosegue asserendo che gli acquerelli della Collezione Braglia:
“si inseriscono a buon diritto e in piena autonomia nella tradizione del vedutismo veneziano, portandovi tutta la voglia di sperimentazione, la ricerca oltre i con- fini del genere, la sfida alle convenzioni che son proprie al ventesimo secolo – il tempo delle avanguardie – ma al tempo stesso ricollegando l’artista ai più sensibili interpreti di quel vedu- tismo, a coloro che in passato l’hanno declinato con maggiore autorevolezza e sensibilità.”
Le altre tematiche proposte alla Fondazione Braglia sono i più noti Motivi dalmati e Cavallini degli anni cinquanta e l’importante ciclo Nous ne sommes pas les derniers (Non siamo gli ultimi) degli anni settanta nel quale Music esprime il suo drammatico vissuto a Dachau. Seguono i ritratti e gli autoritratti degli anni novanta nei quali sono raffigurate le uniche persone delle quali il pittore può narrare su tela l’interiorità: sé stesso e la moglie-artista Ida Cadorin Barbarigo.
A corollario del percorso vi è una sezione dedicata ai paesaggi e ai motivi vegetali.
La mostra è realizzata con il sostegno di Helsinn Healthcare SA.
IL CATALOGO DELLA MOSTRA
In occasione della mostra Zoran Music. La Collezione Braglia, la Fondazione pubblica un volume di circa 200 pagine nel quale sono riprodotte a colori le immagini di tutte le opere esposte. La pubblicazione, a cura di Gaia Regazzoni Jäggli, è arricchita dai contributi di amici ed esperti d’arte che operano a livello internazionale nell’ambito museale e della ricerca. Si tratta di Kosme de Barañano, Jean Clair, Flaminio Gualdoni, Marilena Pasquali e Giovanni Soccol. I loro importanti contributi permettono un approfondimento inedito e del tutto personale di un’artista che ha fortemente marcato la storia dell’arte figurativa del secolo scorso. Il volume incorpora altresì un’inedita intervista a Stefano Contini.
Il libro è edito in italiano, tedesco e inglese da Hirmer Verlag.
LA FONDAZIONE BRAGLIA
Il nuovo spazio museale della Fondazione Gabriele e Anna Braglia, sede della collezione, è stato inaugurato a Lugano il 1. Ottobre 2015. La coppia di collezionisti ha così realizzato il desiderio di promuovere e divulgare al pubblico la loro importante collezione, in particolare, sull’Espressionismo tedesco.
Situato nelle vicinanze del LAC Lugano Arte e Cultura (il Centro culturale della Città di Lugano), la Fondazione è un ulteriore luogo di grande interesse che si aggiunge alle numerose iniziative culturali della Svizzera italiana. Affacciata sul Lago di Lugano, la Fondazione Gabriele e Anna Braglia dispone di una superficie espositiva di oltre 400m2 suddivisa in due piani, dove sono allestite due volte all’anno esposizioni, sia con opere di proprietà della stessa Fondazione, sia su temi specifici nell’ambito dell’arte internazionale del ventesimo secolo.
La prima esposizione organizzata dalla Fondazione e intitolata “Nolde, Klee & der Blaue Reiter” ha attirato quasi quattromila visitatori.