Londra, Varese, Venezia. Sean Scully tra idea creativa e contesto
Sean Scully, di origini irlandesi e cittadino americano dal 1983, è oggi uno dei grandi rappresentanti della scena contemporanea e i suoi lavori sono conservati nelle maggiori collezioni di tutto il mondo.
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Le tre mostre allestite a Londra, Varese e Venezia dedicate a Sean Scully e inaugurate nei primi mesi del 2019, rispettivamente alla National Gallery di Londra (Sea Star: Sean Scully at The National Gallery), a Villa e Collezione Panza a Varese (Long Light) e alla Basilica di San Giorgio Maggiore a Venezia (Sean Scully: Human) tracciano l’essenza della sua ricerca, l’identità e i caratteri del suo pensiero.
Sean Scully (Dublino, 1945), di origini irlandesi e cittadino americano dal 1983, è oggi uno dei grandi rappresentanti della scena contemporanea e i suoi lavori sono conservati nelle maggiori collezioni di tutto il mondo. Sebbene ritenuto tout court un artista astratto, la sua poetica, espressiva e al contempo minimalista, e la sua ricerca sul colore, il gesto e la luce che traduce in un dialogo tra figurativo-astratto e geometrico-figurativo, esprimono la relazione tra astrazione ed esperienza visuale quotidiana, idea creativa e contesto.
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Long Light, Sean Scully a Villa Panza – Courtesy Magonza, Photo Michele Alberto Sereni
NEL SEGNO DI TURNER
Osservando trasversalmente i tre progetti espositivi, emerge un fil rouge che lega le tre esperienze del maestro e lo guida nella sua pratica artistica: Scully sviluppa un confronto dialettico con i caratteri identitari delle tre sedi e crea con esse un’affinità elettiva. Nello spazio espositivo infatti – sede degli archetipi del patrimonio conservato – egli rivela il suo animo di artista-curatore e, attraverso accostamenti ed epifanie, reinterpreta l’ambiente dando vita a realizzazioni inedite.
Alla National Gallery il punto di partenza per il progetto espositivo di Scully è un quadro della collezione permanente: The Evening Star (1830 ca.) di Joseph Mallord William Turner in cui una giovane figura gioca con un cane sulla spiaggia al calar del sole a cui il maestro si ispira per realizzare una vibrante pittura astratta su grandi pannelli in alluminio dipinti a olio: “Mi ricorda qualcosa della mia infanzia, afferma l’artista, quando io e mio padre uscivamo dopo la marea. Era come camminare in un dipinto“. Come spiega il curatore Colin Wiggins, “se da un lato il pittore romantico, i cui audaci esperimenti con il colore, la luce e il paesaggio, considerati da molti gli albori di una pittura astratta, continua a dispiegare la propria influenza sui protagonisti del contemporaneo, dall’altro, Scully con questa serie inedita consente di apprezzare appieno l’astrazione nascosta nel lavoro di grandi artisti del passato, come Turner”.
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Long Light, Sean Scully a Villa Panza – Courtesy Magonza, Photo Michele Alberto Sereni
LA MOSTRA A VILLA PANZA
Con Long Light Villa e Collezione Panza, proprietà del Fondo Ambiente Italiano, ospita oltre ottanta lavori tra dipinti, carte, fotografie, sculture, installazioni e video che ripercorrono circolarmente i momenti chiave della produzione dell’artista dal 1970 al 2019. In questa occasione Scully progetta anche un intervento site-specific per la serra nel parco della villa. In Looking Outward il maestro legge il luogo in cui si trova e abbacinato dalla sua potente luce, la sceglie, insieme al vetro, come medium dell’opera stessa. La luce, che per Scully è il dispositivo che gli consente di aprire l’arte alla comprensione del visitatore, è anche tema ed essenza della ricerca di Giuseppe Panza di Biumo e cifra stilistica della sua collezione.
Il maestro compone così una landline di windows di variegate partiture orizzontali di colore che, attraverso il filtro del vetro e della luce naturale o artificiale, si riflettono all’interno e all’esterno della serra e incidono sulla percezione dello spazio, trasformando l’ambiente in un raffinato e intimo caleidoscopio di riflessi e cromie.
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Sean Scully, Looking Outward, 2019 – Villa Panza – Courtesy Magonza, Photo Michele Alberto Sereni
I MANOSCRITTI DI VENEZIA
A Venezia infine Sean Scully presenta Human, una mostra di oltre quaranta lavori recenti e opere inedite – sculture, dipinti, vetrate e disegni su carta – ispirate alle vaste collezioni di manoscritti miniati dell’Abbazia di San Giorgio Maggiore che l’artista ha avuto modo di studiare e osservare a lungo. Opulent Ascension, una scultura di imponente presenza architettonica realizzata con telai impilati ciascuno dei quali avvolto in strati di feltro dai toni intensi e variegati, si erge come un’intricata scala di Giacobbe, e funge idealmente da trait d’union tra il mondo fisico e il mondo trascendente al quale l’anima aspira.
Questo excursus a tappe dedicato all’artista americano, che dall’Inghilterra giunge in Italia, evidenzia molteplici e trasversali modalità d’approccio e di intervento di Scully dalla pittura, alla scultura e all’architettura che, attraverso differenti medium dall’alluminio al feltro e al vetro, sviluppano connessioni e dialoghi con lo spazio trasformandolo in una fucina di sperimentazioni. Gli esiti possono essere differenti – ora più immediati ora maggiormente filtrati- ma sempre profondamente vitali.
– Anna Bernardini
Direttore Villa e Collezione Panza
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