Un altro anno al timone del Pecci di Prato per Cavallucci. Una petizione chiede un nuovo contratto
Arriva una petizione on line che chiede un nuovo ciclo alla direzione del Pecci per Fabio Cavallucci. Tutto nasce da una recente decisione della Fondazione che gestisce il museo pratese…
Ha chiuso i battenti con numeri importanti la mostra La fine del mondo, curata da Fabio Cavallucci per il Museo Pecci, nominato al timone del Centro nel 2014, tramite bando pubblico. Un museo tutto rinnovato, con spazi supplementari progettati dall’archistar Maurice Neo e con tre anni di cantieri aperti, che hanno di fatto strozzato e sacrificato l’azione del neo direttore. Il taglio del nastro, con la mostra inaugurale, solo nell’ottobre 2016. Da allora e fino allo scorso 19 marzo sono stati 65.143 gli ingressi registrati. Un record assoluto nella storia del museo. Cinque mesi di attività, tra l’evento principale e un’ampia serie di progetti satellite, a cui hanno preso parte residenti e turisti, con 6 giorni di apertura settimanale e orari prolungati fino a tarda sera.
E domani che succede? Allo scadere dei tre anni del mandato, le sorti del Centro d’Arte Contemporanea Luigi Pecci sono di nuovo al centro del dibattito. Chi sostituirà Cavallucci? Quali economie saranno garantite dalle istituzioni? Come sarà portato avanti il percorso culturale attivato dallo stesso direttore in questo suo primo mandato, tra cicli di conferenze, talk, rassegne cinematografiche, concerti, performance, corsi di formazione per l’arte? In altri termini: riuscirà il Pecci a consolidarsi e a diventare uno dei maggiori punti di riferimento per il contemporaneo in Italia? E per mano di chi?
LA PROROGA DEL CONTRATTO E LA PETIZIONE
Mentre la questione appassionava gli addetti ai lavori, la Fondazione per le arti contemporanee in Toscana ha annunciato il rinnovo del contratto a Cavallucci per un ulteriore anno. Nell’attesa che un secondo bando venga pubblicato. Ovvero: si cerca un’altra figura e nel frattempo si allunga un po’ la permanenza dell’attuale inquilino, così da non lasciare un vuoto.
Legittimo. Ma è anche incontestabile che un solo triennio, per un direttore, è un tempo davvero troppo breve per poter articolare un discorso compiuto, per lasciare un segno, per avviare un processo nuovo. Soprattutto se – com’è accaduto a Prato – la quasi totalità del tempo è trascorsa fra restyling e ristrutturazioni, con spazi interdetti alle esposizioni.
Ecco allora che spunta in Rete una petizione, pensata per sensibilizzare la Fondazione, a cui si chiede un’ulteriore proroga. Una petizione che, “facendo appello al senso civico della comunità cittadina e al senso di responsabilità civile e culturale di quella artistica nazionale e internazionale, auspica una continuità operativa pari nei tempi e nei modi a quella espletata prima della riapertura”. La richiesta? Che il Cda “rinnovi l’incarico triennale all’attuale direttore Fabio Cavallucci, onde evitare una dispersione economica e un blocco gestionale necessariamente conseguenti ad un cambio di direzione a così breve distanza dalla riapertura”. Non resta che attendere le firme e l’eventuale risposta di chi ha in mano i destini del museo.
– Helga Marsala
La petizione da sottoscrivere per Fabio Cavallucci
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