Cosa è emerso dal Forum dell’Arte Contemporanea a Bologna? 3 domande a Fabio Cavallucci
Quali sono le necessità maggiori degli artisti oggi? Se ne è parlato al Forum dell’Arte Contemporanea a Bologna. Fabio Cavallucci ci racconta cosa è emerso.
Il Forum dell’arte contemporanea italiana si è svolto il 10 novembre scorso al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna. Si tratta del quinto appuntamento che segue le edizioni precedentemente svoltesi a Prato (2015 e 2016), Genova e Torino (2016). Il progetto si configura come uno strumento di confronto che ha visto coinvolti artisti e relatori (curatori, professori, direttori di musei), per individuare le problematiche maggiori che affliggono il sistema artistico italiano, e i modi per migliorarlo a beneficio di tutti. Quali sono stati allora, gli esiti del Forum dell’Arte Contemporanea? Abbiamo fatto il punto con Fabio Cavallucci, tra gli ideatori dell’evento.
Quali sono le principali criticità che riscontrano gli artisti (soprattutto i più giovani) in Italia?
Il problema maggiore è la necessità di risorse economiche. Almeno tre tavoli di discussione toccavano questo problema. Il mercato in Italia è stato negli ultimi anni l’unica forma di sostegno per gli artisti. Ora che questo sistema sta entrando in crisi, non è più pensabile che uno Stato non sostenga economicamente i suoi artisti. C’è poi il problema dei musei. Non esiste governo in Europa, per non dire nel mondo, che non investa un euro nei suoi musei e centri di arte contemporanea. L’unico è quello italiano, che demanda tutto a comuni e regioni. C’è poi una terza criticità, forse prioritaria, chiaramente emersa dal Forum: la questione della formazione. Le Accademie di Belle Arti italiane fanno fatica a formare dei buoni artisti. Occorrono dei dottorati post-Accademia di altissimo livello, non necessariamente in numero vasto. In fondo, se ogni anno uscissero da questi programmi cinquanta o sessanta artisti competitivi sul piano internazionale sarebbe più che sufficiente.
Quali le urgenze?
Quelle menzionate sopra sono tutte questioni estremamente urgenti. Io credo che sia necessario aprire un dialogo con il Ministero e con il Ministro. Bisogna capire se e in quale grado il Governo è aperto ad ascoltare queste proposte, che lo impegnerebbero economicamente. Mi parrebbe strano uno Stato che conferisce il reddito di cittadinanza a tutti, ma non sostiene i suoi artisti e la sua arte contemporanea.
Tre concetti importanti emersi dal Forum
- è emerso un po’ da tutti i tavoli: l’arm’s length, la “distanza di un braccio” che la politica e la burocrazia dovrebbero mantenere dalla cultura. Non ci può essere uno sviluppo artistico se musei, direttori, curatori sono aggrovigliati in lacci e laccioli, se il primo assessore che passa può decidere le sorti future di un museo, se gli artisti non sono liberi da vincoli burocratici.
- la necessità di favorire una ricerca libera, trasversale, indipendente. Il fatto che dagli artisti sia emerso fortemente questo anelito è per me la cosa più incoraggiante per il futuro.
- la necessità di un intervento statale. Oggi, senza una volontà politica che sostenga l’arte, si rischia di far sparire un’intera generazione di artisti, curatori e operatori. Uno stato che vuole essere presente nel quadrante internazionale non può non riconoscere che la propria arte, se di qualità, è uno dei maggiori veicoli di relazione.
–Giulia Ronchi
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